Il processo di Norimberga fu il più noto dei numerosi processi celebrati dopo la Seconda Guerra Mondiale contro chi aveva commesso crimini di guerra e atrocità. Il processo, celebrato tra il 20 novembre 1945 e il 1° ottobre 1946 nel Palazzo di Giustizia a Norimberga, fu organizzato congiuntamente dai Paesi vincitori, che costituirono un apposito tribunale militare internazionale. Ebbe una vasta eco mediatica, anche perché i 24 esponenti del regime nazista sottoposti a processo erano accusati, tra le altre cose, dei crimini collegati alla Shoah. I giudici condannarono a morte o a pene detentive diciannove imputati e ne assolsero altri cinque.
Il processo ha avuto una grande importanza sia in ambito giuridico, perché ha stabilito principi poi diventati parte integrante del diritto internazionale, sia sul piano storico, perché ha contribuito a far conoscere ai cittadini di tutto il mondo i crimini commessi dal nazismo.
I processi dopo la Seconda Guerra Mondiale
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, numerosi dirigenti politici e militari che si erano macchiati di atrocità furono sottoposti a processo. I processi furono organizzati, a seconda dei casi, dai Paesi vincitori, dagli Stati nei quali erano state compiute le atrocità o dagli stessi Paesi d'origine degli autori dei crimini. Tra gli imputati figuravano soprattutto i rappresentanti della Germania nazista, il Paese che aveva commesso le atrocità più gravi.
Il processo più famoso, celebrato a Norimberga tra il 1945 e il 1946, fu organizzato congiuntamente dalle quattro potenze vincitrici: Stati Uniti, Regno Unito, Unione Sovietica e Francia.
Le origini del processo di Norimberga
L’idea che i responsabili delle atrocità durante la Seconda Guerra Mondiale dovessero essere processati emerse durante i vertici tra i leader delle potenze alleate svoltisi quando il conflitto era ancora in corso. Dopo la sconfitta della Germania, le potenze si accordarono per realizzare il processo principale a Norimberga, sia perché era una della città simbolo del nazismo (era il luogo dove avevano avuto luogo i raduni del partito nazista), sia perché il palazzo di giustizia non era stato danneggiato dai bombardamenti. Ciascuno dei quattro Paesi vincitori fornì giudici e procuratori per costituire il tribunale.
Gli imputati
Al processo erano imputate ventiquattro persone, tra le quali figuravano alcuni dei massimi esponenti nazisti: Hermann Goering, capo dell’aviazione e, di fatto, numero due del regime per alcuni anni; il ministro degli esteri Ribbentrop, i generali Keitel e Jodl, che avevano guidato il comando supremo insieme a Hitler, il gerarca delle SS Kaltenbrunner. Tutti gli imputati erano stati catturati al termine della guerra, con l’eccezione Rudolf Hess, ex segretario del partito nazista, che era prigioniero degli inglesi dal 1941. Un altro imputato, Martin Bormann, fu processato in contumacia, perché non era stato catturato e non ne era stata accertata la morte.
Tra gli imputati, mancavano alcuni dei principali responsabili dei crimini nazisti, che si erano suicidati al termine della guerra: in primis Hitler, ma anche alcuni suoi stretti collaboratori, come il ministro della propaganda Joseph Goebbels e il capo delle SS Heinrich Himmler, principale organizzatore del sistema dei campi di sterminio.
I capi di imputazione e la legittimità del processo
Gli imputati dovevano rispondere di quattro accuse:
- crimini di guerra
- crimini contro l’umanità
- crimini contro la pace
- scatenamento di una guerra di aggressione
Erano in discussione, in sostanza, non solo le atrocità commesse durante la guerra, ma il fatto stesso di aver provocato il conflitto.
La legittimità del processo fu contestata da alcuni giuristi e dagli avvocati degli imputati. La legge, infatti, non può essere retroattiva, cioè non si può processare una persona per aver compiuto azioni non previste come reato al momento in cui sono state compiute. Dal punto di vista della formalità giuridica, insomma, gli imputati non avevano violato le leggi di nessuno Stato. È la difficoltà che si riscontra sempre nel definire come reati penali i crimini commessi dai leader politici nell’esercizio delle loro funzioni.
Tuttavia, il nazismo aveva commesso crimini talmente gravi che secondo l'opinione comune non necessitavano di leggi per essere condannati. Per esempio, mandare milioni di persone nelle camere a gas, pur senza essere esplicitamente previsto dalla legge come reato, è evidentemente un crimine.
Il processo, del resto, fu organizzato secondo principi di legalità, garantendo piena libertà di difesa agli imputati, al contrario delle vendette ed esecuzioni sommarie che hanno spesso luogo al termine delle guerre.
Come si svolse il processo di Norimberga
Il processo si aprì il 20 novembre 1945 e terminò il 30 settembre 1946. Gli imputati adottarono strategie difensive eterogenee: a seconda dei casi, dichiararono di non essere a conoscenza dei crimini compiuti dal nazismo, affermarono che altri Stati avevano commesso gli stessi reati, cercarono di scaricare le responsabilità su Hitler e su altri gerarchi. L’accusa, dal canto suo, fu in grado di produrre una gran mole di prove e testimoni, documentando nel dettaglio le atrocità e la responsabilità di molti degli imputati nello scatenamento della guerra.
La sentenza e le condanne a morte
La corte emise la sentenza il 30 settembre 1946. Dodici imputati furono condannati a morte e giustiziati l’indomani (tranne Goering, che si suicidò in cella, e Bormann, che era contumace); sette furono condannati a pene detentive e imprigionati nel carcere di Spandau, a Berlino; tre furono assolti; le posizioni di altri due furono stralciate (uno era morto e l’altro soffriva di gravi problemi di salute).
Le conseguenze del processo di Norimberga
Quello di Norimberga fu l’unico processo ai gerarchi nazisti organizzato da una corte composta dalle quattro potenze alleate. A causa dell’inizio della Guerra Fredda, gli altri processi furono celebrati da tribunali costituiti dai singoli Paesi. Il processo di Norimberga ha avuto grande importanza per lo sviluppo del diritto internazionale, perché i principi applicati nel dibattimento sono stati recepiti da altre corti nazionali e internazionali. Il processo, inoltre, ha avuto il merito di portare all’attenzione dell’opinione pubblica di tutto il mondo le atrocità commesse dai nazisti.