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24 Gennaio 2024
11:55

Cos’è la “neve cocomero” e perché mette a rischio la salute dei ghiacciai in Nordamerica

Il fenomeno della “neve cocomero” (neve colorata di rosa) è provocarlo da alghe unicellulari contenenti un pigmento dal colore rosso acceso. La sua diffusione in Nordamerica rischia di accelerare la fusione del manto nevoso e dei ghiacciai.

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Cos’è la “neve cocomero” e perché mette a rischio la salute dei ghiacciai in Nordamerica
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“Neve cocomero” negli USA nel 2017. Credits: Pacific Southwest Region 5, via Wikimedia Commons.

La “neve cocomero” è un curioso fenomeno per cui la neve, soprattutto ad alta quota, si tinge naturalmente di un colore simile a quello della polpa del cocomero. Si osserva nell'Artico, in Antartide, in Nordamerica ma anche nelle nostre Alpi. Il fenomeno è dovuto a un'alga unicellulare di colore rosso, Chlamydomonas nivalis, che ama le basse temperature e può proliferare nella neve. Un recente studio, pubblicato su Science Advance, ha misurato la diffusione di questo fenomeno in Nordamerica, mettendone in luce gli effetti negativi per la salute dei ghiacciai montani.

Cosa provoca il fenomeno della “neve rosa”

Il fenomeno si verifica quando neve e ghiacci – erroneamente considerati privi di vita – vengono colonizzati da microrganismi algali unicellulari che donano tonalità più o meno chiare di rosso a queste superfici.

In particolare, le alghe fotosintetiche della specie Chlamydomonas nivalis si riproducono in piccoli dotti di acqua presenti nei pori del manto nevoso. Queste cellule producono e accumulano materiali di riserva come zuccheri, lipidi e molecole di carotenoidi, uno dei quali in particolare, l’astaxantina, conferisce un colore rosso vivo a questi organismi e di conseguenza dà un aspetto rosato alla neve, simile alla polpa del cocomero (da cui il nome del fenomeno). Questo pigmento è anche un potente antiossidante che permette alle alghe di sopravvivere anche a temperature molto basse.

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Sezione di una cellula adulta di Chlamydomonas nivalis osservata con un microscopio elettronico a trasmissione. Credits: ARSUSDA, via Wikimedia Commons.

Il ciclo cellulare di Chlamydomonas nivalis è diviso in tre fasi principali: verde, arancione e rosso, a seconda dei pigmenti sintetizzati all’interno del plastide, e quindi dalle diverse colorazioni assunte dalla cellula. L'alga si colora di rosso, quindi, soltanto quando ha raggiunto la piena maturazione

Perché la neve cocomero è una minaccia per i ghiacciai

Il fenomeno può sembrare innocuo, ma in realtà rischia di accelerare la fusione di neve e ghiacci dove è presente.

Lo studio pubblicato su Science Advances, per esempio, ha analizzato 6158 immagini satellitari realizzate tra il 2019 e il 2022 per misurare la diffusione della "neve cocomero" nel Nordamerica. Il fenomeno interessa 4552 degli 8700 ghiacciai studiati, per un totale del 5% della superficie coperta da ghiacciai. Alcuni ghiacciai sono coperti da neve rosa fino al 65% della loro superficie.

Ma perché tutto questo mette a rischio la salute dei ghiacciai? Il motivo sta proprio nel pigmento rosso, che assorbe più luce dai raggi solari incidenti sulla superficie nevosa di quanti ne riflettano, accumulando così calore. Questo fa sì che la neve colorata di rosa accumuli una maggiore quantità di calore rispetto alla neve bianca, e l’eccesso di calore accelera la fusione del manto nevoso.

Non solo: il calore accumulato favorisce la proliferazione dell'alga, che a sua volta porta a un maggior accumulo di calore. Si innesca quinsi un circolo vizioso che porta a potenziali problemi di disponibilità idrica e altre conseguenze del cambio di aspetto dell’ecosistema montano per animali e comunità che lo abitano. Dallo studio, per esempio, si stima che il fenomeno abbia causato la fusione equivalente di 3 centimetri dei ghiacciai analizzati. Questo effetto va a sommarsi a quello del riscaldamento globale, che di per sé porta a un maggior tasso di fusione per via dell'aumento delle temperature. Tanto che, secondo i ricercatori, questo fenomeno avrebbe effetti abbastanza estesi da dover essere preso in considerazione all'interno dei modelli climatici.

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La "neve cocomero" nello Utah nel 2023. Credits: KSTU.
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