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17 Febbraio 2024
7:00

Cos’è la dengue: pericolosità, sintomi, cura e consigli per la prevenzione

La febbre dengue è un'infezione virale che si diffonde dalle zanzare alle persone, non si ha mai quindi un contagio diretto tra esseri umani. Esiste una forma lieve (provoca dolori muscolari ed eruzioni cutanee) e una più grave, emorragica, che richiede cure ospedaliere.

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Cos’è la dengue: pericolosità, sintomi, cura e consigli per la prevenzione
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La febbre dengue è conosciuta da oltre due secoli anche come Febbre Rompiossa e, a giudicare dai sintomi descritti, il nome risulta più che appropriato. Se ne parla già dall'anno 265 nella medicine cinese, e diventa fonte di numerose epidemie a partire dal XVII secolo in Africa, Asia e America del Sud, dove anche oggi è ampiamente diffusa, come testimonia il recente aumento dei casi in Brasile e Argentina che sta alzando il livello di allerta in Italia. Viene trasmessa attraverso un particolare tipo di zanzara, la quale trasporta il virus (appartenente ai Flavivirus) responsabile della malattia. Ma quali sono i sintomi che si possono manifestare? Quali sono le cure e le precauzioni da prendere soprattutto se si viaggia nei Paesi endemici?

Cos'è e da cosa è causata la febbre dengue

La febbre dengue è una malattia virale la cui trasmissione è causata dalle zanzare infette, in particolare Aedes aegypti e Aedes albopictus, le quali mordono inizialmente un soggetto già infetto, prelevando anche il virus nel sangue, e conseguentemente trasmettono la malattia pungendo poi altri soggetti. Il virus circola nel sangue da due giorni fino ad una settimana dal contagio, ed è proprio in questo lasso di tempo che l'artropode può acquisire il virus e fungere poi da vettore di trasmissione. Non si ha mai quindi un contagio diretto tra esseri umani.

L'agente patogeno responsabile, il virus Dengue (DEN), è quindi un Arbovirus, cioè fa parte di tutti quei virus trasmessi all'uomo tramite gli artropodi.  Ad oggi, si conoscono quattro diversi sierotipi di virus Dengue (DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4, di cui il 2 e il 3 sono spesso associati alle forme più gravi di malattia).

Come si diffonde la malattia

La febbre dengue  è diffusa principalmente in tutti i paesi tropicali e subtropicali del mondo (Africa, Sudest asiatico, Cina, India, Medioriente, America latina, America centrale, Australia e diverse zone del Pacifico); particolarmente diffusa dopo la stagione delle piogge e soprattutto in aree urbane.
Alcuni casi di trasmissione locale della dengue si sono verificati nelle Hawaii, in Florida e in Texas. Questo perchè in queste aree sono presenti normalmente zanzare del genere Aedes, mentre il virus è stato introdotto anche da un solo viaggiatore di ritorno dalle zone endemiche. Solo questo passaggio provoca circa 100-200 casi, coinvolgendo la popolazione locale.

Anche in Europa la malattia si evidenzia come malattia di importazione e l'aumento osservato negli ultimi anni è dovuto all'aumentata frequenza degli spostamenti. Costituisce quindi un pericolo in un’ottica di salute globale.

Come si manifesta la malattia: i sintomi della dengue

Come suggerisce il nome della malattia, il sintomo più comune della dengue è la febbre, che può manifestarsi con temperature anche molto elevate (40-41°C) nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara.
Dopo 3 o 4 giorni dalla febbre si presentano nausea, vomito, mal di testa, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, mialgie, lombalgie, ingrossamento dei linfonodi, lievi manifestazioni emorragiche (sangue dal naso e dalle gengive).

Segue un periodo di  apparente benessere privo di febbre, della durata di circa 24 ore. Successivamente, in corrispondenza di un secondo rialzo termico, si presentano irritazioni della pelle ed eruzioni cutanee simili a morbillo. Nella maggior parte delle persone i disturbi scompaiono dopo circa una o due settimane.

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Euzioni cutanee tipiche della dengue.

Oltre alla dengue classica appena descritta (che è la forma più lieve della malattia), 1 persona su 20 può sviluppare una forma più grave, detta dengue emorragica. La dengue emorragica è pericolosa perché può causare shock, sanguinamento interno e in alcuni casi si può arrivare alla morte, ma solo se non trattata da medici esperti.

Nella dengue emorragica, in corrispondenza al secondo rialzo febbrile, si sviluppano dolore alla pancia, sanguinamento da naso, bocca, occhi e orecchie, vomito di sangue, sangue nelle feci, irrequietezza, irritabilità, forte debolezza.

Dopo aver contratto e superato l'infezione, l'immunità dura tutta la vita ma un soggetto immune ad un sierotipo rimane comunque suscettibile agli altri sierotipi di virus DEN. Chi ha già contratto la dengue in passato, presenta un rischio più alto di sviluppare la dengue emorragica, questo perché il sistema immunitario reagisce in modo aggressivo alla seconda infezione causando danni ai tessuti.

Diagnosi della dengue

La diagnosi della dengue è formulata sulla base dei sintomi presenti in quelle persone che nelle due settimane prima della comparsa dei disturbi hanno soggiornato in un'area dove la malattia è diffusa. Ma può essere confermata solo con indagini diagnostiche su campioni di sangue.
Poiché la dengue è una malattia soggetta a notifica a livello nazionale, il medico è tenuto a segnalare tutti i casi sospetti.

Come curare e come proteggersi dalla dengue

Non esiste una cura specifica per la febbre di dengue. Solitamente la guarigione avviene nell'arco di un paio di settimane seguendo risposo assoluto, abbassando la febbre con paracetamolo e somministrando molti liquidi. Gli antinfiammatori non steroidei (es. ibuprofene) sono sconsigliati a causa delle loro proprietà anticoagulanti.

Nel caso di dengue emorragica è necessaria generalmente l'osservazione costante in terapia intensiva per la somministrazione endovenosa di liquidi.

Prima di tutto, per impedire l'ulteriore trasmissione da parte delle zanzare, i pazienti infettati dal virus Dengue dovrebbero essere isolati con zanzariere fino a quando il secondo attacco di febbre non si risolve. Questa misura contribuisce a prevenire l’ulteriore diffusione dell’infezione tramite le zanzare.

Chi vive nelle zone endemiche, o chi intraprende un viaggio in quelle zone, può proteggersi prevenendo le punture di zanzara con metodi molto semplici. Per esempio usare repellenti per insetti sulla pelle esposta, indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi di colore chiaro, che non lascino scoperte parti del corpo, perché gli indumenti scuri attraggono le zanzare, e poiché esse sono attive anche durante il giorno. Utilizzare zanzariere su finestre, porte e letti.  Prevenire la formazione di acqua stagnante, per impedire alle zanzare di proliferare.

Attualmente, per prevenire l'infezione, sono autorizzati due vaccini: QDENGA, presente in Italia nell'ambito della medicina dei viaggi. Viene somministrato in due dosi a distanza di 3 mesi, mediante iniezione sottocutanea indipendentemente da una pregressa esposizione al virus Dengue; DENGVAXIA (nome commerciale), distribuito in alcuni Paesi dove la malattia è endemica.

Effettuare il vaccino su pazienti che hanno contratto in precedenza la febbre dengue in forma lieve, riduce chiaramente il rischio di contrarre la Dengue emorragica. Ma nelle persone che non hanno mai contratto la dengue, la vaccinazione aumenta il rischio di contrarre una forma più grave della malattia in caso di infezione successiva. Alla luce di questo si preferisce utilizzare il vaccino solo su soggetti già colpiti dalla dengue, cercando di effettuare un test sierologico per assicurarsi di aver avuto già l'infezione lieve, poichè talvolta può essere anche asintomatica.
Sono comunque in studio diversi altri vaccini contro la dengue.

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