Chiunque abbia mai provato ad addentrarsi nel mondo dei dischi in vinile si sarà certamente imbattuto nelle diciture 33 giri e 45 giri. Questi termini – che possono creare un po' di confusione ai neofiti del genere – indicano il numero di giri effettuati dal disco in un minuto e, di conseguenza, la velocità di rotazione, che è maggiore nel 45 giri piuttosto che nei 33. Ma per quale motivo esistono queste differenze? E come facciamo a riconoscere la velocità di ciascun disco? Come vedremo questi valori non sono necessariamente correlati alla dimensione del disco e possono influire sulla qualità dell'audio.
Per prima cosa dobbiamo fissare un concetto chiave: all'aumentare della velocità di rotazione aumenta la qualità dell'audio. Questo accade perché se un disco ruota più velocemente, allora nello stesso intervallo di tempo la puntina riesce a percorrere un solco di lunghezza maggiore, andando quindi a riprodurre una quantità maggiore di informazioni. Allo stesso tempo però l'alta velocità riduce la quantità di musica che si può incidere su ciascun lato del disco. Chiarito questo, è semplice ora capire cosa cambia tra 33 giri e 45 giri.
33 giri
Il 33 giri (indicato spesso con la dicitura inglese 33 RPM) è un formato che ruota più lentamente, quindi ha una qualità audio leggermente più bassa ma, allo stesso tempo, permette di incidere su ciascun lato del disco una quantità di musica maggiore. Proprio per questo motivo i 33 giri (o per meglio dire, i 33 1/3 RPM) sono solitamente utilizzati per dischi di dimensioni maggiori, i cosiddetti "12 pollici": questo, soprattutto in passato, permetteva di incidere un intero album da 40-45 minuti su un singolo disco. Tanto per fare un esempio, l'album "Thriller" di Micheal Jackson è inciso su un singolo vinile a 33 giri per una durata complessiva di 42 minuti e 16 secondi.
In caso di album più lunghi i brani vengono suddivisi in due diversi dischi da 33 giri ciascuno e, viceversa, non è impossibile trovare anche dischi di dimensione minore incisi a questa velocità.
45 giri
Il 45 giri (indicato con 45 RPM) d'altro canto è un formato che ruota a una velocità maggiore e quindi, pur avendo una qualità audio superiore, è caratterizzato da una durata minore. Solitamente questa velocità si utilizza per i cosiddetti "singoli", cioè dischi in vinile di dimensioni minori (7 pollici) che contengono 1 brano per lato. Questi sono i successori dei dischi che si inserivano nei jukebox, il cui scopo era quello di riprodurre una singola canzone alla volta piuttosto che album interi.
Attenzione: l'associazione "45 giri = disco piccolo" non è sempre vera, ed esistono album incisi a 45 giri anche su dischi da 12 pollici, come Wasting Light dei Foo Fighters. Questo permette di avere un intero album in una qualità più alta – anche se incisi su un numero di dischi solitamente maggiore.
Il disco a 78 giri
Menzione onorevole anche per il disco a 78 giri (più precisamente 78.26 RPM), ormai caduto quasi totalmente in disuso ma comunque meritevole di una rapida menzione. Si tratta di un formato popolare soprattutto all'inizio del ‘900, quando la tecnologia per produrre i vinili non era ancora matura. Questi infatti non solo potevano registrare una quantità di musica estremamente ridotta ma non potevano nemmeno garantire un'alta qualità, visto che all'epoca non si utilizzavano ancora i microsolchi. Infine, ciliegina sulla torta, non erano nemmeno fatti in vinile ma in altri materiali, come la bachelite, che erano estremamente fragili e pesanti. Questo mix di fattori ha fatto sì che questi dischi siano lentamente caduti in disuso, anche se oggi esiste una nicchia di appassionati e archivisti che ancora ne conserva alcune copie.