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9 Dicembre 2023
17:29

Distanza sociale e distanza fisica non sono la stessa cosa

Non è proprio corretto usare i termini “distanziamento sociale” e “distanziamento fisico” in modo intercambiabile, come succedeva nel 2020. Se ben sostenuto, il primo può essere di grande aiuto al secondo.

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Distanza sociale e distanza fisica non sono la stessa cosa
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Uno dei termini che ci ricorderà senza ombra di dubbio l’esperienza della pandemia è quello di “distanza sociale”. Epidemiologi e giornalisti quotidianamente ci indicavano infatti che stando a debita distanza gli uni dagli altri avremmo evitato o ridotto le contaminazioni del virus. In realtà non è del tutto corretto parlare di distanza sociale e, anche l’OMS, afferma che è ora di abbandonare questa espressione di uso comune e di sostituirla con «distanziamento fisico». Vediamo perché e cosa differenzia questi due concetti.

Lo spazio è sempre fisico?

Il concetto di distanza sociale è sempre stato di grande interesse per le scienze sociali e, contro intuitivamente, quasi mai fa riferimento alla localizzazione fisica delle persone.

Per distanza sociale in sociologia, si intende la misura dell’intimità o di fiducia che un individuo o un gruppo prova verso un altro individuo o gruppo, o il grado di somiglianza percepita. A seconda di come decidiamo di studiarlo, questo concetto, ci rimanda a diverse sfere del nostro agire:

  • alla sfera affettiva: secondo questo approccio, possiamo studiare e misurare la distanza sociale a seconda di quanto o poca compassione i membri di un gruppo provano nei confronti dei propri componenti o di un altro gruppo. Uno dei maggiori di questo approccio fu Bogardus, che costruì un’apposita scala di misurazione del fenomeno (sebbene ora sia presa poco in considerazione perché troppo semplice e poco esaustiva)
  • alla sfera normativa: qui, lo studio della distanza sociale si interroga sulle norme comunemente accettate ed espresse senza ambiguità da un gruppo su chi debba essere considerato straniero (e/o diverso) e chi no
  • alla sfera interattiva: qui, il lo studio della distanza sociale si basa su quanto tra di loro interagiscono i gruppi sociali. Non a caso è chiamata la “teoria delle reti” (più i membri di due gruppi interagiscono, più sono vicini socialmente). La forza dei legami sociali deriva dalla frequenza dell’interazione tra due gruppi.
  • alla sfera culturale: in quest’ultimo approccio, il concetto di distanza si concentra sulla differenza di capitale sociale che le persone hanno (semplificando, del diverso bagaglio culturale che le famiglie hanno e che trasmettono ai loro figli in eredità). Come si può intuire, questo approccio si lega molto allo studio delle disuguaglianze.
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Dunque, per le scienze sociali, lo spazio non ha solo un’accezione fisica, ma anche e soprattutto sociale: le sue forme e i suoi significati derivano dalle pratiche sociali, materiali o simboliche di chi li vive. E, soprattutto, poco ha a che fare con la localizzazione degli individui.

L’ambiguità del concetto di “distanza”

L’ambiguità del termine è stata probabilmente accresciuta dall’uso semplicistico da parte dei giornali, delle istituzioni e degli epidemiologi.

Probabilmente in origine si riferiva non solo al mantenere una distanza fisica di sicurezza tra le persone, ma alla moltitudine delle misure attuate dai governi per limitare il contagio (per esempio il divieto di assembramenti e di tutte quelle attività che implicano una vicinanza fisica e sociale).

La vicinanza sociale in aiuto del distanziamento fisico

Paradossalmente, quando una società si ritrova a dover fronteggiare un problema di salute pubblica, l’incentivo a rafforzare i legami sociali può essere di grande aiuto, soprattutto quando si chiede alle persone di mantenere il distanziamento fisico.

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L’uso improprio del concetto di distanza sociale ha creato un ossimoro con lo slogan “uniti ce la faremo”:  scollegare il concetto di “socialità” da un’accezione negativa significa allora poter lavorare sulla prossimità, sulla cura di sé e degli altri, sulla solidarietà sociale, sul fare reti.

Soprattutto in momenti di grande sforzo per realizzare la “distanza fisica”, la prossimità sociale si rivela una grande alleata.

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