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7 Gennaio 2025
7:00

Dove finiscono gli aerei dismessi? Il “cimitero” dei velivoli militari più grande al mondo: l’AMARG

L'AMARG (Aerospace Maintenance and Regeneration Center), negli Stati Uniti, è considerato il "cimitero" più grande al mondo per gli aerei che non volano più, ma è anche un luogo in cui gli aerei vengono riciclati e riparati.

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Dove finiscono gli aerei dismessi? Il “cimitero” dei velivoli militari più grande al mondo: l’AMARG
il "cimitero" degli aerei
Credit: Petty Officer 3rd Class A P, Public domain, via Wikimedia Commons

Provate a digitare su Google Maps il seguente luogo: Davis-Monthan Air Force Base.
Quello che vi si dispiegherà davanti agli occhi sarà questo panorama: file e file di aerei dismessi, circa 4.000 velivoli principalmente militari, posizionati ordinatamente gli uni a fianco agli altri. Tutto intorno un panorama brullo e arido, dove domina il colore marrone.

Questo posto si chiama 309th Aerospace Maintenance and Regeneration Group, conosciuto con l’acronimo AMARG e si trova che si trova negli Stati Uniti, in Arizona.
Spesso descritto come il “cimitero” di aerei più grande al mondo, AMARG è in realtà molto più di questo: qui si effettuano riparazioni, si ricavano numerosi pezzi di ricambio per aerei in attività e infine si preparano gli aeromobili per lo smaltimento finale.

Cos’è l’AMARG è come è diventato un centro di stoccaggio degli aerei

AMARG ospita oggi circa 4.000 aerei di proprietà del Governo federale statunitense e di numerosi Paesi alleati. Ogni mese, l'inventario dei velivoli presenti, che si può consultare sul sito ufficiale, si arricchisce di nuovi ingressi, mentre altri modelli vengono definitivamente smaltiti.

La storia di questo luogo comincia alla fine della Seconda Guerra Mondiale: gli Stati Uniti, grazie anche alla propria flotta di aerei militari, portarono alla vittoria finale degli Alleati, ma gli aerei utilizzati per lo sforzo bellico, che erano della cifra impressionante di circa 295.000 esemplari, divennero improvvisamente un problema. Cosa farne di tutti questi velivoli?
Gli aerei danneggiati venivano mandati all'estero per essere smontati e smaltiti, ma era evidente necessaria una soluzione interna. Vennero così creati circa 30 depositi statunitensi per lo stoccaggio a breve a lungo termine.

amarg, il cimitero degli aerei
Credit: Clemens Vasters from Viersen, Germany, Germany, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Inizialmente, la base militare di Davis-Monthan, che oggi è diventata l'AMARG, era uno dei depositi più piccoli, utilizzato esclusivamente per aerei come il Boeing B-29 Superfortress e il C-47 Skytrain. Ma poi, verso la metà degli anni '50, con la chiusura di molti altri centri di stoccaggio, Davis-Monthan crebbe e si consolidò come centro di smaltimento di riferimento, tanto che nel 1985 nacque ufficialmente l'Aerospace Maintanance and Rigeneration Center, AMARC.

Questa base si rivelò particolarmente adatta per lo stoccaggio degli aerei grazie a una serie di caratteristiche naturali: ampi spazi desertici, un terreno che non affonda sotto il peso degli aerei, per cui non è necessario che venga asfaltato e una scarsa piovosità. Tutti fattori che contribuiscono a ridurre la corrosione dei velivoli.

Oggi, questo sito di stoccaggio ospita una media di 4.000 aerei, tra cui anche aerei civili: all'inizio degli anni Novanta vennero mandati qui circa 200 esemplari di Boeing 707 e Boeing 720, ai quali vengono periodicamente rimosse delle componentistiche da installare in aerei più moderni.
L'AMARG ospita anche aerei battenti bandiera italiana: tra il 2002 e il 2004, il governo italiano firmò un accordo per la rigenerazione e riparazione di 30 aerei militari F-16 A e 4 F-16 B.

Che fine fanno gli aerei militari dismessi e cosa succede nell’AMARG

Quando un velivolo finisce all'AMARG, non viene semplicemente parcheggiato in attesa di smaltimento, ma ci sono tutta una serie di lavori da eseguire, per la sua corretta conservazione.

Per prima cosa, vengono prelevati dei campioni di olio motore, fluido idraulico e del fluido del carrello di atterraggio, che vengono inviati in laboratorio per analisi sulla loro pericolosità.
Vengono poi rimosse le componenti e i materiali potenzialmente pericolosi, che vengono stoccati in un'area a parte, mentre quelli soggetti a deterioramento vengono estratti e portati in depositi chiusi o smaltiti.  I serbatoi di carburante, una volta svuotati, vengono riempiti con olio di conservazione, che viene poi pompato in tutto il sistema di alimentazione per preservare i componenti come serbatoi, tubi e pompe.

amarg, deposito aerei
AMARG, deposito aerei.

A questo punto, l'aereo subisce un lavaggio e una pulizia approfonditi e viene successivamente trattato con un composto vinilico (chiamato in gergo tecnico Spraylat), applicato in due strati. Il primo strato protegge il velivolo dalla polvere, dall'umidità e da insetti, mentre il secondo strato serve a riflettere la luce solare, proteggendo l'aereo dal calore eccessivo che potrebbe far raggiungere temperature critiche  ad un conseguente rapido deterioramento.

L'aereo è quindi pronto allo stoccaggio finale, che può avvenire in diverse categorie. Se il velivolo è in buone condizioni e ancora in grado di volare, viene immagazzinato in una sezione specifica dove rimarrà per un periodo che può durare fino a 4 anni. Esistono anche sezioni dedicate agli aerei destinati al recupero, che vengono inviati in manutenzione, e una sezione per quelli in attesa di trasferimento, vendita o cessione. Infine, c'è una zona per gli aerei destinati allo smaltimento definitivo.

L'operazione di smaltimento definitivo non avviene però in questo "cimitero degli aerei". Un aereo non più adatto al recupero, viene dato in gestione alla Defense Reutilization and Marketing Office (DRMO).

Le operazioni di riciclo e riutilizzo effettuate alll'AMARG sono fondamentali, se pensiamo che nei prossimi anni saranno sempre di più gli aerei, civili e militari, che si avviano al fine vita.

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Frida Bonatti
Autrice branded content
Dopo la laurea in Lettere, ho lavorato nel campo del restauro cinematografico per istituzioni culturali in Olanda, Svezia e Italia. Nel frattempo, ho coltivato l'interesse per la produzione di video online e podcast, che ha preso il sopravvento su quello per il cinema. Ho frequentato un corso di Content Management e Copywriting allo IED e sono entrata in Geopop, dove mi occupo della stesura di contenuti branded e editoriali. Sono una grande fan dei Beatles.
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