Escludendo alcuni casi eccezionali, i gatti pezzati bianchi, neri e arancio sono sempre femmine. Perché? Vi chiederete voi…beh, dipende dalla genetica. Il colore della pelliccia a "patchwork" dei gatti tricolore – detti anche calico – e di quelli "tartatugati" è un caso interessante di ereditarietà dei caratteri legati ai cromosomi sessuali.
Quello che stiamo per raccontarvi è solo uno dei possibili casi che determina il colore del pelo nei gatti, visto che esistono moltissimi geni coinvolti in questo meccanismo. Il modo in cui questi caratteri interagiscono tra loro farà apparire il nostro gatto di mille sfumature e pattern diversi!
Perché i gatti tricolore sono femmine?
Il colore e il pattern del pelo dei gatti è determinato da una un gran numero di geni che interagiscono tra loro creando un ventaglio di possibilità differenti. Semplificando potremmo dire che il pelo del gatto dipende da una serie di effetti stratificati che si sommano o si annullano l'un l'altro. Un primo effetto dà il colore di base del gatto (in genere nero, bruno o cannella), un altro aggiunge un livello rosso-arancio, un terzo scolorisce il pelo togliendone pigmento ecc.
Ma in particolare l'aspetto dei gatti tartarugati e di quelli tricolore dipende dal modo in cui i cromosomi sessuali influenzano le cellule. Vediamo come e perché.
L'inattivazione del cromosoma X nei gatti
I gatti hanno 19 coppie di cromosomi (per un totale di 38) ma concettualmente funzionano come noi: salvo casi genetici particolari, un gatto maschio avrà cromosomi XY e un gatto femmina XX.
I cromosomi sessuali provengono da un genitore ciascuno, quindi i gatti biologicamente femmine (XX) otterremo un cromosoma X dalla mamma e uno dal papà, mentre i gatti biologicamente maschi (XY) otterremo un cromosoma X per via materna e un cromosoma Y per via paterna. Non potranno mai ottenere l'Y dalla mamma perché non lo possiede!
Nei gatti però il cromosoma X porta un particolare gene per il colore del pelo che determina la colorazione arancione. Semplificando, esistono due versioni di questo gene dette varianti alleliche che possono donare al pelo del gatto un colore rossastro oppure no: avremo quindi come risultato finale un pelo rosso-arancio oppure bruno tendente al nero.
Se analizziamo un gatto maschio la variante arancione del gene sarà ereditata esclusivamente dalla mamma, visto che solamente il cromosoma X ereditato per via materna porta con sé questa caratteristica. Se invece analizziamo un gatto femmina (XX) allora avrà ereditato due cromosomi X, entrambi portatori di questo carattere.
C'è però un problema: nelle femmine abbiamo due cromosomi X che, in un certo senso, entrano in conflitto tra loro. Le cellule non possono ottenere "il doppio" delle istruzioni da entrambi i cromosomi X quindi in ogni cellula del corpo uno dei due cromosomi deve essere inattivato. Questo processo è noto come lyonizzazione e determina un cambiamento nella forma in uno dei due cromosomi X che si raggomitola su sé stesso in una massa compatta chiamata corpo di Barr.
E proprio perché è annodato, i suoi geni non possono essere espressi mentre ciò che viene espresso – e cioè ciò che in parte caratterizza ogni individuo esteticamente – dipende solamente di geni presenti sull'altro cromosoma X, l'unico attivo e non avvolto. Uno funziona e l'altro no.
Ma poiché la lyonizzazione è casuale in ogni cellula, non c'è modo di prevedere quale dei cromosomi X sarà attivo e quale no, pertanto qualsiasi cellula in un individuo femmina potrebbe finire per esprimere tratti da uno dei cromosomi X ma non dall'altro!
Si crea un assetto a mosaico, tipico di tutte le femmine di mammifero – ebbene sì, anche noi umani siamo soggetti alla cosiddetta "inattivazione dell'X"!
Il colore del pelo nei gatti
Vediamo il caso dei gatti tartarugati (cioè quelli arancioni e neri), schematizzando il tutto per visualizzarlo meglio. Per semplificare abbiamo deciso di chiamare:
- A la variante del gene che "porta" il pelo arancione;
- N la variante del gene A che "non porta" il pelo rosso, che risulterà quindi nero;
- Y il cromosoma ereditato dal papà.
Andiamo ad analizzare tutti i possibili casi osservando il disegno.
Nel gatto maschio (a sinistra) il colore del pelo sarà sempre uniforme: o arancione (AY) o nero (NY).
Nel gatto femmina invece (a destra) i casi sono decisamente più complessi: possiamo avere un gatto tutto nero (NN) o tutto arancione (AA) mentre se sono presenti entrambe le varianti del gene (AN) le opzioni sono due. Ogni singola cellula inattiva in maniera casuale uno dei due cromosomi, sopprimendo l'espressione del nero o dell'arancione (rappresentato in figura con un gomitolo informe). Il risultato qual è? Un gatto screziato! E sarà femmina? Sì, avete indovinato.
E i gatti tricolore quindi, funzionano allo stesso modo?
Le gatte tricolore dette anche calico differiscono dai gatti tartarugati perché hanno anche macchie bianche oltre a quelle arancioni e nere. Questo perché i gatti calico hanno una condizione genetica aggiuntiva: la pezzatura bianca è controllata da un ulteriore gene che influenza la capacità di una cellula della pelle di produrre il pigmento del pelo (che sia esso arancione o nero). In genere queste pezzature più sono grandi e più sono distinte, creando isole di colori uniformi.
I gatti maschio tartarugati e tricolore sono rari, ma esistono: sono quelli XXY e sono generalmente sterili. Altri casi possono avvenire quando le cellule della pelle dei gattini in via di sviluppo mutano spontaneamente.