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3 Aprile 2022
7:30

Evento di Tunguska, l’enorme esplosione è stata davvero causata da una meteora?

Il 30 giugno 1908 ebbe luogo il famoso "Evento di Tunguska", una forte esplosione la cui origine è tutt'oggi dibattuta dalla comunità scientifica.

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Evento di Tunguska, l’enorme esplosione è stata davvero causata da una meteora?
tunguska

Un lampo di luce, un'onda di calore e un potente boato. Questo è quello a cui assisterono il 30 giugno 1908 gli abitanti di Vanvara, una remota e fredda località della Siberia centrale, nei pressi del fiume Tunguska. Come riportato anche dall'INGV, si stima che quella violenta esplosione avesse una potenza di quasi mille volte superiore a quella delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki: in un istante vennero abbattuti oltre 80 milioni di alberi in un raggio di 70 km!
Ma cosa causò questa violenta esplosione? Nonostante la comunità scientifica non abbia ancora dato una risposta certa, l'ipotesi più probabile sembra quella dell'esplosione di una meteora in atmosfera, ad un'altezza compresa tra i 5 e i 10 km circa. Pensate che queste ipotesi sono in buona parte merito di ricercatori italiani, in particolare dell'INGV e del CNR!

Ripercorriamo insieme questa storia, andando a vedere quali sono i dati a disposizione e la teoria più accreditata.

Il giorno dell'evento di Tunguska

Il 30 giugno 1908 alle ore 7:47 gli abitanti nomadi della zona di Tunguska furono accecati da un intenso bagliore nel cielo. A poca distanza da questo flash seguì un'ondata di calore e un violento boato che fu in grado di far tremare il suolo (in seguito questo tremore è stato paragonato ad un terremoto di magnitudo 5.0). In termini di potenza, si stimò  che quell'esplosione fosse pari a 10-15 Mton circa, cioè l'equivalente di quasi 1000 bombe atomiche come quelle di Hiroshima e Nagasaki. Non a caso, quel bagliore fu visto anche in Europa, a oltre 5000 km di distanza! Questa violenta esplosione, come anticipato nell'introduzione, causò l'abbattimento istantaneo di più di 80 milioni di alberi su una superficie di circa 2000 km2.
Qui di seguito una fotografia scattata durante le perizie dell'epoca che mostra come tutte le piante si fossero inclinate dalla stessa parte.

tunguska foresta

Un'esplosione del genere non può che essere causata da… Da cosa? La comunità scientifica non seppe trovare immediatamente una risposta a questa domanda e il "mistero" di Tunguska iniziò a diventare sempre più oggetto di dibattito all'interno della comunità scientifica globale.

I sopralluoghi a Tunguska per spiegare l'esplosione

Per vederci chiaro, la Russia organizzò una serie di ricognizioni, sia sul terreno che tramite aerei. Le prime teorie ipotizzavano l'impatto di un oggetto cosmico, come una meteorite. Negli anni seguenti vennero quindi eseguiti rilievi più dettagliati per cercare l'area di impatto ed eventualmente dei frammenti di questo corpo celeste… ma tutte le ricerche risultarono vane. Dopo 12 anni di ricerche (dal 1927 al 1939) nulla fu trovato. A questo punto si iniziarono ad avanzare altre ipotesi, come l'esplosione di sacche di metano presenti all'interno del permafrost oppure la deflagrazione di una cometa in cielo.

Gli studi italiani sugli alberi

Per cercare di superare lo "stallo" scientifico, si provò un altro approccio: all'inizio del 1990 un team di ricercatori italiani venne inviato a Tunguska per effettuare studi sulla dendrocronologia. E che roba è? La dendrocronologia è, in due parole, una branca delle scienze naturali che si occupa dello studio degli alberi e, in particolare, dello sviluppo dei loro anelli nel tempo. Questi studi permisero di osservare micro-particelle di materiale di origine cosmica all'interno della loro resina. Tramite complessi calcoli, riuscirono addirittura a ipotizzare una possibile traiettoria di questo misterioso corpo celeste – cioè Azimuth=115° e Inclinazione=30°.

tunguska albero
Sezione di un tronco a Tunguska (credit: INGV).

L'esplosione di una meteora

Nonostante non fosse una teoria condivisa da tutta la comunità scientifica, quella italiana del 1990 fu un'ipotesi che sembrò confermare il coinvolgimento di una meteora. Il problema però restava sempre lo stesso: dov'era il cratere dell'impatto??
Per rispondere a questa domanda un team di ricerca internazionale (all'interno del quale erano presenti anche ricercatori del CNR di Bologna) ipotizzò che il lago Cheko potesse essere in realtà un cratere formato dall'impatto di un frammento di meteora, riempito poi da acqua e "trasformato" in un lago a tutti gli effetti. A guardarlo bene la forma potrebbe essere compatibile con un cratere da impatto e, come se non bastasse, si tratta di un bacino piuttosto profondo, a contrario della maggior parte degli altri laghi nell'area.

lago cheko tunguska
Batimetria del lago Cheko (Gasperini et al., 2012).

Nel 2012 quindi INGV e CNR hanno dato il via ad una campagna per raccogliere una lunga serie di dati multiparametrici come immagini del fondale, sondaggi sismici e magnetometrici. Tutti i risultati sono stati inclusi all'interno di uno studio pubblicato nello stesso anno. In particolare i rilievi magnetometrici hanno permesso di osservare un'anomalia (riportata nell'immagine qui sotto in blu) nei pressi del punto più profondo del lago. Questo potrebbe essere un frammento della meteora che, secondo i ricercatori, sarebbe esplosa in aria ad un'altezza compresa tra i 5 e i 10 km.

anomalia magnetica
Anomalia magnetica Tunguska (Gasperini et al., 2012).

Gli alberi quindi sarebbero stati abbattuti dall'onda d'urto dell'esplosione e il calore generato dall'evento potrebbe anche spiegare i segni di bruciatura osservati sui tronchi durante le prime perizie.
Nonostante negli anni siano stati proposti anche altri modelli interpretativi (come quello di un gruppo di ricercatori russi del 2020) questa è la teoria che rimane al momento più plausibile. Ovviamente prove certe si otterranno solamente in seguito al carotaggio del fondale in corrispondenza dell'anomalia… Ma fino a quel momento dovremo "accontentarci" di questo modello.

Bibliografia
Gasperini, L., et al. "Magnetic and seismic reflection study of Lake Cheko, a possible impact crater for the 1908 Tunguska Event." Geochemistry, Geophysics, Geosystems 13.5 (2012).
Khrennikov, Daniil E., et al. "Effect of the surface shape of a large space body on its fragmentation in a planetary atmosphere." Monthly Notices of the Royal Astronomical Society 493.1 (2020): 1352-1360.

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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