
Il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina, sulla scia di quanto già fatto negli ultimi mesi da altri Paesi europei come Spagna, Irlanda, Norvegia, Slovenia, Malta e Belgio. Il riconoscimento verrà ufficializzato a settembre, in occasione della riunione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.
La decisione è stata immediatamente criticata da Israele, con il primo ministro Benjamin Netanyahu che ha accusato Macron di voler «premiare il terrore», e non si è fatta attendere nemmeno la risposta degli Stati Uniti, con il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, che ha «fermamente respinto il piano francese».
Tra l'altro, anche l'Italia sembra vicina alla decisione di Macron, anche se, per il momento, non ha ancora annunciato il riconoscimento formale dello Stato di Palestina: il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, tuttavia, si è detto più volte favorevole alla soluzione dei «due popoli, due stati» per porre fine al conflitto nella Striscia di Gaza.
Ma, quindi, perché sono così pochi gli Stati occidentali che riconoscono la Palestina come uno Stato? La ragione sta, di nuovo, nelle dinamiche post-coloniali e nella gestione confusa di questi territori da parte delle potenze occidentali nel corso del 1900. Da considerare, però, ci sono anche le pressioni esercitate sui Paesi europei dagli Stati Uniti, principali alleati di Israele.
Perché l'Occidente non riconosce l'indipendenza palestinese
Per capire il perché di questa decisione occidentale dobbiamo fare un passo indietro. Al termine della Prima Guerra Mondiale crollarono tutti gli imperi: a quel punto, le province arabe dell'Impero ottomano furono spartite tra i vincitori e, nel 1922, il territorio della Palestina passò sotto il controllo del Regno Unito che, nel 1947, decise di restituire il territorio alle Nazioni Unite.
A quel punto, l'ONU propose di creare due Stati distinti, uno palestinese e uno ebraico: con la guerra arabo-israeliana del 1948, tuttavia, Israele arrivò a controllare circa due terzi in più del territorio che gli sarebbe spettato.
Nel corso degli anni, i Paesi occidentali hanno sempre rifiutato di riconoscere l'esistenza di uno Stato di Palestina per una serie di motivi: in primis perché proprio l'Occidente era stato tra i principali promotori della creazione di uno Stato ebraico, anche per rimediare al senso di colpa legato all'Olocausto e alla persecuzione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ma da considerare c'è anche la forte influenza degli Stati Uniti, i principali alleati di Israele, che esercitarono forti pressioni sui Paesi europei impedendo (anche se non formalmente) il riconoscimento dello Stato di Palestina che avrebbe potuto rappresentare una minaccia per l'esistenza di Israele.
Quali sono i territori della Palestina oggi: le mappe
Ma cosa è rimasto oggi del territorio palestinese e come sarebbe composto lo Stato di Palestina? Ecco una serie di mappe che possono aiutarci a capire meglio la situazione, elaborate dall'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI):
Nel 1947 il territorio venne suddiviso dall'ONU tra arabi palestinesi e israeliani: a seguito della guerra arabo-israeliana del 1948, tuttavia, Israele arrivò a occupare più territori di quelli che gli sarebbero spettati secondo la prima suddivisione.

Attualmente, il territorio della Palestina comprende la Striscia di Gaza e parte della Cisgiordania, che nel 1993 fu suddivisa in diverse aree di influenza sulla base degli Accordi di Oslo, che segnarono una momentanea distensione tra israeliani e palestinesi.

Che cosa significa ottenere il riconoscimento come Stato
In generale, per essere considerato uno Stato devono essere soddisfatti 5 requisiti:
- l'esistenza di un territorio, dotato di confini;
- l'esistenza di un popolo che abita quel territorio;
- l'esistenza di un governo che amministri quel territorio;
- la capacità di stabilire rapporti con gli altri Stati;
- il riconoscimento da parte degli altri Stati della comunità internazionale.
È importante capire che, essere riconosciuto come Stato, significa diventare soggetti del diritto internazionale ed entrare a far parte della comunità internazionale. Per capirci, significa accedere a tutta una serie di diritti e garanzie riconosciute a quel Paese, tra cui la possibilità di entrare a far parte di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite; la capacità di concludere trattati internazionali; il riconoscimento formale della propria sovranità e indipendenza e, quindi, la possibilità di rivolgersi ai tribunali internazionali nel caso di attacchi o invasioni contro il proprio territorio.
La Palestina, ad esempio, non è considerata uno Stato membro dell'ONU non essendo stata riconosciuta come uno Stato da tutta la comunità internazionale: il suo status è quello di osservatore permanente non membro. Al momento, comunque, lo Stato di Palestina è riconosciuto come tale da 142 Paesi (che diventeranno 143, dopo l'annuncio francese): si tratta della maggior parte degli Stati della comunità internazionale, a eccezione proprio dei Paesi occidentali.
Gli Stati che hanno un riconoscimento limitato a livello internazionale
Ma esistono altri Stati nel mondo che hanno un riconoscimento limitato oltre alla Palestina? Sì, e sono circa una decina. Nella lista, tra l'altro, figura lo stesso Israele. I principali sono:
- Armenia, che non è stata riconosciuta dal Pakistan a seguito della guerra tra l'Armenia e l'Azerbaijan.
- Cipro del Nord, proclamatasi indipendente nel 1983 ma riconosciuta esclusivamente dalla Turchia.
- Israele, che è riconosciuto come Stato solo da 163 Stati membri dell'ONU (su un totale di 193). In questo caso, a non riconoscere Israele sono principalmente i Paesi arabi, da sempre contrari alla fondazione di uno Stato ebraico.
- Kosovo, ex provincia della Serbia che ha proclamato l'indipendenza nel 2008. Solo 104 membri dell'ONU lo riconoscono come Stato: tra gli assenti ci sono anche Paesi europei come la Spagna.
- Taiwan, riconosciuto come Stato indipendente solo da 22 Paesi, principalmente dell'America Latina. La Cina, invece, la considera una sua provincia.
- Transnistria, una regione separatista tra Ucraina e Moldavia che, in realtà, non gode di un riconoscimento limitato ma nullo: non è mai stata riconosciuta come Stato da nessun Paese del mondo.