Dire che il clima dell’Italia si sta tropicalizzando non significa solo che fa sempre più caldo o che in alcune regioni piove di più: il clima tropicale non prevede temperature necessariamente e sempre molto elevate, né tanto meno una pioggia battente continua. La tropicalizzazione del clima italiano si manifesta con diversi "sintomi" legati alla distribuzione delle piogge nel corso dell'anno, l'intensità delle precipitazioni, l'aumento delle temperature medie, la maggior durata dei periodi siccitosi e l'aumento di fenomeni che un tempo erano abbastanza rari come i cicloni simil-tropicali. Una delle cause principali di questo fenomeno, che sta già provocando gravi sofferenze all'agricoltura e alle riserve idriche italiane e un'estremizzazione dei fenomeni meteorologici, è l'aumento di temperatura delle acque mediterranee.
Cos'è il clima tropicale: le caratteristiche
La tropicalizzazione è quel fenomeno per cui il clima di una regione non tropicale assume gradualmente alcune delle caratteristiche principali del clima tropicale, in particolare temperature relativamente alte durante tutto l'anno con precipitazioni frequenti, intense e localizzate.
Secondo la classificazione ufficiale di Koppen, dal nome del climatologo che per primo si occupò di studiare e classificare i principali climi della Terra, il clima tropicale è tipico della zona torrida della Terra, ovvero della fascia latitudinale compresa tra i due tropici, quello del Cancro e quello del Capricorno: comprende dunque l’Africa, la Penisola indiana, l’Australia, l’Oceania, l’America centrale e meridionale. La media annuale delle temperature si aggira intorno ai 25 °C, mentre anche nei periodi più “freddi” dell’anno non si scende sotto i 15 °C.
In generale il clima tropicale è caratterizzato da due diverse stagioni, quella piovosa (con quantitativi anche superiori ai 1000 mm) e quella secca, con un’escursione annua che fa sì che nella stagione piovosa le temperature siano più contenute. Un fattore insito del clima tropicale è l’alta percentuale di umidità relativa, all’origine di intense e frequenti manifestazioni temporalesche, che favoriscono lo sviluppo della foresta equatoriale pluviale, ma anche di cicloni, che causano piogge torrenziali e venti tempestosi. Nel settore desertico, invece, la scarsità di precipitazioni ha dato vita a estesi ed enormi deserti. Una delle cause principali di questo fenomeno, che sta già provocando grandi sofferenze all'agricoltura e alle riserve idriche, risiede nell'aumento della temperaura delle acque mediterran
Cosa significa che il clima in Italia si sta tropicalizzando
Negli ultimi 15 anni gli scienziati hanno osservato un’espansione della fascia climatica tropicale verso i Poli, così da arrivare a toccare a nord una parte del Mediterraneo e della California e a sud una parte dell’Australia.
Non vi è dubbio sul fatto che in Italia siano ormai presenti almeno una buona parte di questi fenomeni meteorologici: le piogge sono mal distribuite nel corso dell’anno (ovvero senza necessariamente seguire l’atteso andamento climatologico stagionale) e sempre più spesso si manifestano con violenza (grandi quantità concentrate in pochissimo tempo, generando intensi nubifragi e disastrose alluvioni); la temperatura media è aumentata, i cicloni simil-tropicali nel Mediterraneo non sono poi così rari, i periodi di siccità si stanno prolungando.
Questi sono sintomi della tropicalizzazione del clima, che in Italia ma anche in altre zone a latitudini temperati si manifesta con un clima sempre più simile a quello tropicale, anche senza avere i monsoni, i deserti o una netta divisione della piovosità nell’arco dell’anno.
Da cosa dipende la tropicalizzazione in Italia: tra le cause il Mar Mediterraneo
Non è un caso che, in cima alla classifica dei mari che si stanno scaldando più rapidamente, vi è proprio il Mediterraneo, più volte definito un vero e proprio “hot spot” del cambiamento climatico, ovvero una delle zone del nostro pianeta che sta pagando il prezzo più alto del riscaldamento globale, con un aumento di temperatura del 20% più rapido rispetto alla media globale.
Il Mare Nostrum, dunque, è il primo grande indicatore di questi mutamenti climatici: se il mare che bagna la nostra Penisola si scalda più del normale, allora anche il nostro clima cambia. La tropicalizzazione delle acque ha così un effetto immediato sul clima delle regioni che si affacciano su di esso. Secondo l’European Severe Weather Database (ESWD), che raccoglie dati sui fenomeni estremi in Europa, la Sicilia – vicina al Nord Africa e al centro del Mediterraneo – è una delle prime regioni in Italia a sperimentare l’estremizzazione dei fenomeni atmosferici. Tra questi rientra certamente un incremento della frequenza e dell'intensità dei cicloni simil-tropicali. I rischi connessi agli eventi estremi interessano tutto il territorio italiano, dunque nessuna regione può e deve considerarsi immune.
Quali sono le conseguenze di un clima sempre più tropicale
Quando la tropicalizzazione si manifesta in un’area che invece si caratterizzava per avere un clima mediterraneo temperato, come la nostra, ne conseguono modifiche degli ecosistemi che portano a nuove emergenze a cui si deve far fronte. Questo vale non solo per coloro che dipendono fortemente dal clima, come gli agricoltori, ma anche per le alterazioni delle riserve idriche, per il rischio maggiore di desertificazione, per l’eccesso di acque piovane che, cadendo in poco tempo, non riescono a essere assorbite dal terreno e producono inondazioni, per i cicloni simil-tropicali che nel Mediterraneo a causa della sempre più alta temperatura delle acque marine.