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Il commercio globale è a rischio: in crisi metà degli 8 “choke point” marittimi più importanti

Stretto di Bab el-Mandeb, Canale di Suez, Bosforo, Dardanelli e Canale di Panama: sono i passaggi marittimi, detti "choke point", attualmente in crisi a causa di conflitti o cambiamenti climatici. Questo mette in discussione il commercio mondiale e la globalizzazione e causa anche un aumento dei prezzi dei beni di consumo.

25 Gennaio 2024
18:32
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Il commercio globale è a rischio: in crisi metà degli 8 “choke point” marittimi più importanti
crisi negli stretti

Il dominio sugli oceani passa attraverso il controllo di 8 punti del Pianeta. Sono 8 passaggi marittimi obbligati chiamati choke point, sono sorvegliati dagli Stati Uniti e permettono il pieno funzionamento del commercio globale, che per l’80-90% si svolge proprio via mare, grazie a circa 100.000 grandi navi da carico.

Questo equilibrio, però, è sempre più precario. Per motivi diversi, infatti, il traffico navale attraverso metà di questi punti è in crisi: nello Stretto di Bab el-Mandeb e nel canale di Suez a causa dei conflitti in Medio Oriente, nel canale di Panama per la mancanza di acqua e nel Mar Nero per la guerra russo-ucraina.

Questo rischia di far crollare la globalizzazione e di rivoluzionare gli equilibri geopolitici e il commercio mondiale, causando anche un aumento dei prezzi di tutti i beni che acquistiamo quotidianamente.

Gli 8 principali choke point mondiali da cui passa il commercio

Fin dall’antichità gli esseri umani hanno sfruttato il mare per commerciare e sviluppare le proprie civiltà e, ancor oggi, l’80-90% degli scambi commerciali – se consideriamo il peso delle merci – avviene via mare. Le rotte per spostarsi da un mare a un altro, però, non sono né infinite né libere: passano per alcuni tratti e punti obbligati chiamati in inglese choke point, cioè “punti di soffocamento”, che in italiano potremmo chiamare "colli di bottiglia".

Gli 8 choke point più importanti per le rotte commerciali globali sono il Canale di Suez, che collega il Mediterraneo con il Mar Rosso, il Canale di Panama, che taglia in due l'America centrale, lo Stretto di Malacca, nel sud est asiatico, lo Stretto di Hormuz, fra Golfo Persico e Golfo di Oman, lo Stretto di Gibilterra, di passaggio tra il Mar Mediterraneo e l'oceano Atlantico, l'accoppiata Bosforo e Dardanelli, che permette il collegamento tra Mediterraneo e Mar Nero, lo Stretto di Bab-el-Mandeb, tra Mar Rosso e Golfo di Aden e il Capo di Buona Speranza, sulla punta meridionale dell'Africa. Esistono poi numerosi choke point secondari, tra cui lo Stretto di Sicilia, fondamentale per la strategia geopolitica italiana nel Mediterraneo.

Mappa choke points
Mappa degli otto principali choke point mondiali

Il dominio degli Stati Uniti sui choke point

Dal Settecento al Novecento è stato l'impero britannico a dominare i mari e gli oceani del mondo. Più di un secolo fa, però, gli Stati Uniti d’America si resero conto di avere tutte le carte in regola per sostituirsi al Regno Unito. Gli USA, infatti, hanno una posizione ottimale: si trovano in mezzo ad Asia ed Europa e si affacciano sugli oceani più vasti del Pianeta. Nel corso della prima metà del Novecento estesero così sempre di più la propria area d'influenza e dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale diventarono una potenza mondiale, anche grazie alla loro capacità di dominare mari e oceani e al declino dell'impero britannico.

Da quel momento gli USA fanno in modo che le rotte marittime siano il più possibile sicure e protette, in primis per il loro interesse. In maniera diretta o indiretta, sorvegliano così i choke point, permettendo la libera navigazione e il libero commercio e, quindi, consentendo il processo che chiamiamo “globalizzazione”, cioè l’integrazione economica, sociale e culturale tra le varie aree del mondo. Per fare questo, in corrispondenza o nei dintorni di tutti gli 8 principali choke point, gli Stati Uniti o i loro alleati, tra cui per esempio l’Italia, hanno delle basi militari di appoggio e una flotta o comunque delle imbarcazioni di riferimento.

Mappa Stati con basi USA nel mondo
Mappa degli Stati che presentano delle basi USA nel mondo

Choke point in crisi, la situazione attuale

Quello appena dipinto è lo scenario macro, raccontato in maniera sintetica. Scenario macro che, però, ora è in discussione. Negli ultimi anni, infatti, gli equilibri naturali e geopolitici del nostro Pianeta sono sempre più in crisi e, non a caso, questo sta avendo un forte impatto sul normale funzionamento di almeno la metà degli 8 choke point, con degli effetti a catena ancora difficili da immaginare.

Bab el-Mandeb e Suez e gli attacchi Houthi

L’ultima coppia di punti di soffocamento entrata in crisi in ordine di tempo è quella costituita dallo Stretto di Bab el-Mandeb e dal Canale di Suez.

Il conflitto scoppiato tra Israele e Hamas nell'ottobre 2023 si è ampliato in varie forme in tutto il Medio Oriente (per fortuna ancora non in modo intensivo), coinvolgendo altri Paesi della regione, come Libano, Siria, Iraq, Iran e Yemen. In particolare, gli Houthi, un gruppo politico e militare che controlla la parte più importante dello Yemen, quella nord-occidentale e occidentale, che si affaccia sul Mar Rosso, ha iniziato dall’ottobre del 2023 ad attaccare varie navi dirette nel Mediterraneo e, in particolare, in Israele.

Houthi

Ha fatto questo, semplificando, per sostenere la popolazione palestinese e Hamas, chiedendo un cessate il fuoco, per mostrarsi un attore geopolitico valido e attivo a livello internazionale e per distogliere lo sguardo della popolazione locale dai problemi socio-economici interni. Compiendo questi attacchi, però, gli Houthi hanno danneggiato il traffico navale commerciale di passaggio nel Mar Rosso – pari al 10% del commercio globale – mandando in crisi ben due choke point.

Moltissime navi, infatti, anche non collegate in alcun modo ad Israele, hanno cambiato rotta per evitare il pericolo di essere colpite. Hanno quindi iniziato a circumnavigare l’Africa, allungando così di due settimane il viaggio, con un notevole aumento dei costi. Questo sta producendo una crescita dei prezzi di molti dei beni che acquistiamo tutti i giorni e danneggia i porti italiani, che rischiano sempre più di rimanere fuori dalle rotte commerciali più importanti.

Rotte navale asia europa circumnavigazione africa
Rotta commerciale navale tra Asia ed Europa nel caso non si possa transitare nel Mar Rosso

Gli Stati Uniti non sono stati a guardare. Insieme ad altri 8 Paesi sono intervenuti e stanno bombardando le postazioni militari Houthi, sia in sostegno ad Israele, sia soprattutto per permettere al commercio globale di riprendere il suo normale corso. Non solo, anche l’Italia e altri Paesi europei stanno preparando una missione di difesa nell’area. Gli Houthi, però, continuano a ribadire che questo non li fermerà.

Bosforo e Dardanelli e la guerra russo-ucraina

Contemporaneamente, ormai dal 2021, un’altra grande guerra poco distante, il conflitto tra Russia e Ucraina, ha modificato il normale traffico navale attraverso gli Stretti del Bosforo e dei Dardanelli. Questi due passaggi collegano Mar Nero e Mar Mediterraneo, sono controllati dalla Turchia, membro della NATO, e il passaggio al loro interno è normato da accordi specifici. Il Mar Nero, però, in questo momento, perlomeno una sua parte, è teatro di scontri ed è un’area contesa, e questo ha modificato in modo notevole il commercio, ad esempio quello del grano di origine ucraina.

accordo grano russia ucraina

Panama e la crisi idrica

Infine, a migliaia di chilometri di distanza, anche il canale di Panama è entrato in crisi da qualche mese. Il passaggio artificiale taglia in due l’America centrale, collega Atlantico e Pacifico e vede il transito di circa il 5% del commercio globale. In questo caso la causa della crisi però non è una guerra, ma i cambiamenti climatici e, in particolare, un lungo periodo di siccità record.

In estrema sintesi, infatti, il Canale non si trova integralmente al livello del mare, ma prevede un sistema di dislivelli e di chiuse che per funzionare sfrutta il pompaggio e il rilascio di acqua dolce. La carenza d'acqua, però, sta portando il governo panamense a dover fermare sempre più imbarcazioni che vogliono transitare attraverso il passaggio, portando molte navi a cambiare rotta, allungando anche in questo caso i tempi di percorrenza e producendo un rilevante aumento di costi e prezzi finali dei beni.

mappa canale di panama
Carta del Canale di Panama aggiornata al 30 maggio 2012 (credit: Thoroe)
Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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