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5 Febbraio 2024
14:06

La nebbia riduce lo smog atmosferico: il fenomeno del “fog scavening”

Sembra un paradosso, ma in realtà non lo è: di solito nebbia e inquinamento atmosferico vanno a braccetto, in quanto “figlie” di una medesima condizione meteorologica. Ma in realtà non è così.

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La nebbia riduce lo smog atmosferico: il fenomeno del “fog scavening”
nebbia e smog

La nebbia è un fenomeno meteorologico in cui il vapore acqueo atmosferico in prossimità del suolo condensa, soprattutto in presenza di nuclei di condensazione come le particelle che compongono lo smog. In Italia è un fenomeno particolarmente frequente nella Pianura Padana, che è una delle zone più inquinate d'Europa ed è limitata da Alpi e Appennini. Se l'inquinamento atmosferico dovuto al particolato stimola la formazione della nebbia, però, un effetto poco conosciuto e apparentemente paradossale è che la nebbia è in grado di ridurre i livelli di smog – in particolare di polveri sottili – attraverso un fenomeno chiamato fog scavening. Si tratta di un concetto contro-intuitivo, perché si tende a pensare che la nebbia fa aumentare lo smog. Invece è l'esatto opposto!

Come la nebbia riduce lo smog: il fog scavening

Il fog scavenging, letteralmente “dilavamento da nebbia”, consiste nella deposizione al suolo del particolato atmosferico in seguito alla sua unione con l'acqua contenuta nello strato nebbioso.

Il particolato atmosferico – in base alla sua composizione chimica e alla sua dimensione – agisce come nucleo igroscopico di condensazione: ogni particella attira su di sé le microscopiche molecole di vapore acqueo, favorendone la condensazione attorno alla particella. Questo processo, in condizioni di tempo nebbioso, è estremamente frequente proprio grazie all’aria satura di vapore acqueo. La gocciolina, una volta formata e raggiunta una certa dimensione, non riesce più a stare “sospesa” nell'aria e cade al suolo, esercitando quell'azione di dilavamento del particolato atmosferico, che prende il nome di “deposizione umida”.

Pur rimanendo in condizioni di elevato inquinamento a causa dell'alta pressione e della stabilità dell'aria, quindi, le concentrazioni di polveri sottili tendono a subire una diminuzione una volta che si sviluppa la nebbia. Sopra la nebbia, fino a circa 300-400 metri di quota, le concentrazioni in atmosfera di polveri sottili sono più elevate, nonostante il cielo rimanga sereno. Questo perché le polveri sottili non hanno modo di depositarsi al suolo.

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Immagine dell’Italia ripresa dal satellite MODIS della NASA il 29 gennaio alle ore 9. Si noti l’estesa coltre nebbiosa che ricopre buona parte della valle padana, fino alle coste adriatiche. Credits: Meteociel.fr

Una conferma nei dati degli ultimi giorni

A supporto di quanto detto, intervengono i dati di ARPA Lombardia relativi alle concentrazioni medie giornaliere di PM 2.5 e PM 10 rilevate a Milano in Viale Marche tra il 25 e il 30 gennaio 2024.

Il 25 e il 26 gennaio il PM10 superava i 100 µg/m3, per poi scendere tra i 63 e gli 81 µg/m3 nei giorni successivi. Negli stessi periodi il PM2.5 passava da 80-89 µg/m3 a valori compresi tra 49 e 65 µg/m3. Di seguito i grafici relativi all’andamento delle polveri sottili, rispettivamente PM10 e PM2.5 negli ultimi 10 giorni nella medesima località di rilevamento:

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Fonte: Arpa Lombardia.
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Fonte: Arpa Lombardia.

Dal momento della comparsa della nebbia le concentrazioni di PM10 e PM2.5 hanno invertito il trend, dapprima orientato al rialzo e poi alla diminuzione progressiva, fino a raggiungere valori sostanzialmente dimezzati rispetto alle giornate senza nebbia. Questo processo si può osservare anche visivamente sulle nostre automobili le quali, nelle zone coinvolte da nebbia risultano molto sporche, frutto del particolato atmosferico depositato al suolo.

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