Scattare foto e inviarle con il cellulare al giorno d'oggi è una pratica comunissima, che è possibile fare con un qualsiasi smartphone. Non era così negli anni ‘90 del secolo scorso, quando inviare una foto con un telefono cellulare richiedeva non poca inventiva, oltre che conoscenze tecniche medio-alte. Lo dimostra molto bene la storia della prima foto inviata con un telefono cellulare, impresa riuscita l'11 giugno del 1997 all'inventore Philippe Kahn, che la realizzò combinando un portatile Toshiba con un cellulare Motorola e una fotocamera Casio.
Il rudimentale (ma decisamente funzionale) sistema ideato da Kahn gli permise di condividere online la foto di un soggetto particolarmente caro all'inventore di origini francesi: la sua neonata figlia Sophie. Attenzione però: la foto in questione tecnicamente non è stata scattata con il cellulare (il primo telefono dotato di fotocamera fu lanciato sul mercato soltanto un paio di anni dopo, nel 1999), ma difatti costituisce la prima foto condivisa online da un cellulare, motivo per cui la rivista TIME nel 2016 l'ha inserita nel suo elenco di 100 fotografie a maggior impatto nella storia.
Il racconto della prima foto condivisa da un cellulare
Per circa un anno Philippe Kahn aveva lavorato a un'infrastruttura basata sul Web che aveva ribattezzato “Picture Mail”, e che aveva uno scopo ben preciso: consentire agli utenti di caricare una foto e un testo e condividerli con un elenco di contatti selezionati. Per far funzionare il sistema in modo adeguato, però, mancava ancora un tassello importante: l'hardware che rendesse tutto questo istantaneo e semplice.
In assenza di un hardware adeguato, Kahn fece appello alle sue conoscenze tecniche e al suo intuito per predisporre il suo telefono cellulare per scattare una foto della figlia che sarebbe nata di lì a poco. Mentre la moglie era in travaglio (che per fortuna dell’inventore ebbe una durata di 18 ore), Kahn si mise all'opera. Aveva con sé un flip phone Motorola StarTAC, una fotocamera digitale Casio Q10-A in grado di scattare foto da 320 x 240 pixel (una risoluzione ridicola per gli standard odierni), e un portatile Toshiba Satellite Pro 430CDT. Gli mancava solo qualche componente, che un suo assistente andò a prendere da Radio Shack e portò successivamente presso il Sutter Maternity Center di Santa Cruz, dove l'inventore si trovava con la sua consorte.
Usando questi strumenti, Kahn assemblò un prototipo che collegava la fotocamera al cellulare e al computer, permettendogli così di caricare le immagini su un server Web a 1200 baud. Il server inviava poi avvisi e-mail a un elenco di amici e familiari, che potevano cliccare sul link ricevuto e visualizzare la foto della graziosa neonata.
In relazione alla sua impresa, Kahn ha svelato al sito Snopes alcuni retroscena della vicenda:
Quel giorno [11 giugno 1997, NdR] non abbiamo condiviso solo "la prima" foto sulle reti cellulari; siamo stati pionieri di una soluzione basata su cloud per la condivisione di contenuti multimediali su una scala senza precedenti. Quell'immagine raggiunse istantaneamente oltre 2.000 persone, un'impresa resa ancora più notevole considerando i limiti delle reti wireless pubbliche dell'epoca, che erano limitate a 1200 baud rate. Questo risultato non riguardava l'hardware: non si trattava di una fotocamera integrata nel telefono come la conosciamo oggi. L'infrastruttura che abbiamo sviluppato ha gettato le basi per ciò che si è evoluto nelle odierne piattaforme di social media.
L'inizio di una nuova era per la fotografia e la telefonia
La foto alla sua Sophie ha rappresentato l'inizio di una nuova era per la fotografia e la telefonia. Di questo Kahn ne era pienamente consapevole ed è per questo che ha iniziato a lavorare duramente a una tecnologia che rendesse più semplice condividere foto su Internet.
In un'intervista rilasciata a IEEE Spectrum ha dichiarato che dopo la nascita della bambina trascorse tutto il mese seguente a integrare il progetto, utilizzando un microcontrollore, un sensore CMOS e un telefono. All'inizio del 1998, fondò Lightsurf, un'azienda basata su questa tecnologia, depositando al contempo alcuni brevetti che descrivevano la sua idea. Dopodiché mostrò la tecnologia a produttori del calibro di Kodak e Polaroid, che stavano lavorando a progetti di fotocamere wireless. A detta di Kahn «nessuno di loro poteva immaginare che il futuro fosse la fotografia digitale all'interno del telefono, con il software Instant-Picture-Mail e l'infrastruttura di servizio. Sono giunti collettivamente alla conclusione che i telefoni si sarebbero concentrati sulla voce – questo prima degli SMS – e che le fotocamere sarebbero diventate wireless».
Non ottenendo il successo sperato negli USA, Kahn passò a promuovere la sua intuizione ad aziende giapponesi, trovando un buon riscontro con J-Phone, che coinvolse Sharp per progettare il loro telefono “Sha-Mail” e il prodotto ebbe un grande successo. Oggi, a distanza di poco più di due decenni, scattare foto e condividerle con altri usando il nostro smartphone è un gesto piuttosto “banale” ma, ripensando a tutta la storia che c'è dietro, assume sicuramente maggior significato.