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25 Marzo 2024
16:23

La tempesta geomagnetica più intensa degli ultimi 7 anni ha colpito la Terra: gli effetti

Il Sole ha scatenato una tempesta geomagnetica “severa” di classe G4 non ha causato particolari conseguenze, a eccezione di aurore polari visibili del sud della Nuova Zelanda.

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La tempesta geomagnetica più intensa degli ultimi 7 anni ha colpito la Terra: gli effetti
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Aurora polare visibile in Nuova Zelanda, causata dalla tempesta geomagnetica del 24 marzo 2024. Credits: Ian Griffin, via spaceweather.com.

In seguito a un intenso brillamento solare di classe X, una tempesta geomagnetica classificata come severa (classe G4) ha colpito il nostro pianeta con una pioggia di raggi cosmici ad alta energia il 24 marzo 2024, provocando aurore polari visibili in Nuova Zelanda. Il disturbo provocato alla magnetosfera terrestre è stato il più intenso registrato da settembre 2017 ed è proseguito fino alle prime ore del 25 marzo. La tempesta di origine solare non ha fatto registrare danni particolari: tempeste di classe G4 possono provocare anomalie per i satelliti artificiali in orbita attorno alla Terra e qualche difficoltà con il sistema GPS, ma alle nostre latitudini non producono effetti avvertibili dalla popolazione. Tempeste geomagnetiche estreme possono però creare danni devastanti a livello globale.

A provocare la tempesta geomagnetica è stata un'espulsione di massa coronale, cioè l'improvviso rilascio di plasma ad alta velocità proveniente dalla corona solare, la parte più esterna dell'atmosfera del Sole. L'espulsione, partita dalla nostra stella il 22 marzo, era associata a un potente brillamento solare (cioè un repentino aumento di luminosità di una parte della superficie solare) di classe X, la più alta nella scala di intensità dei brillamenti solari). Il brillamento è stato di intensità paragonabile a quello che a dicembre 2023 è stato il più intenso dal 2017.

Il Sole si sta avvicinando al massimo (previsto tra la fine di quest'anno e il 2025) del suo ciclo di attività magnetica, per cui è assolutamente normale in questo periodo osservare frequenti tempeste geomagnetiche anche particolarmente intense.

Il disturbo del campo magnetico terrestre si misura con una scala che prende il nome di indice Kp. Questo indica va da un minimo di 0 (totale assenza di disturbo) a 9 (tempesta geomagnetica estrema). La tempesta del 24 marzo ha fatto registrare un Kp pari a 8, sufficiente per produrre aurore boreali visibili anche a latitudini di 45° (quelle del Nord Italia, per intenderci). In effetti, la probabilità di avere aurore nel nostro territorio non era affatto trascurabile (circa il 35%), ma la tempesta geomagnetica è arrivata mentre in Europa era in pieno giorno (verso le 15:30 italiane), pertanto non ha provocato aurore visibili nel nostro continente.

Più fortunati sono stati gli osservatori dall'altra parte del mondo, in particolare in Nuova Zelanda dove un'intensa aurora poco prima dell'alba locale. Questo time-lapse è stato realizzato dall'astronomo Ian Griffin nella penisola di Otago, che si trova nell'isola meridionale della nazione.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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