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27 Luglio 2023
13:30

Meduse nel Mediterraneo, quali specie ci sono e perché le loro fioriture sono in aumento

Nel Mediterraneo le popolazioni di meduse sono sempre più abbondanti. La causa principale di questo fenomeno sarebbe da ricercare nella sovrapesca, ossia nel prelievo massivo e indiscriminato di specie ittiche che si nutrono delle meduse.

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Meduse nel Mediterraneo, quali specie ci sono e perché le loro fioriture sono in aumento
meduse mediterraneo

Le meduse sono animali planctonici – vivono cioè galleggiando, in sospensione o muovendosi insieme alle correnti nell’acqua ma non nel fondo – appartenenti al phylum degli Cnidari e popolano i mari da ben 400 milioni di anni. Dati ISPRA ci dicono che le “fioriture” di banchi di meduse alle nostre latitudini sono sempre più frequenti, e la causa più probabile di questo fenomeno sembra essere la pesca massiva. Vediamo insieme perché questo succede, quali meduse potremmo incontrare nei nostri mari e quante di queste costituiscono un reale problema per la nostra salute.

Perché ci sono sempre più meduse nel Mediterraneo

Il Mediterraneo è un mare spesso sovra sfruttato e il prelievo di troppi pesci crea uno spazio ecologico libero per la crescita delle meduse, che si nutrono principalmente di zooplancton. Più precisamente, la rimozione sistematica e massiccia di pesci predatori come il tonno, ma anche di crostacei e molluschi che si nutrono di meduse, può portare a conseguenze devastanti per l’ecosistema marino. Come? In pratica, le specie ittiche ai vertici della catena trofica vengono sostituite da gruppi di specie più primitivi come le meduse.

Si arriva, dunque, a una riduzione drastica della biodiversità marina poiché le meduse entrano in diretta concorrenza con i pesci che si nutrono di zooplancton. Non solo, esse predano anche le uova e le larve di alcuni di questi pesci, con un impatto diretto sulla numerosità delle popolazioni di quelle specie.

Le specie presenti nel Mar Mediterraneo

Vediamo quindi quali sono le principali specie con cui potremmo venire a contatto nel Mar Mediterraneo, quali sono le loro caratteristiche e quali possono essere pericolose.

Aurelia aurita

Il suo corpo a simmetria radiale misura 5-40 cm di diametro, ed è facilmente riconoscibile grazie a quattro anelli di gonadi viola visibili in trasparenza. Più che nuotare, questa specie cerca di mantenere la sua posizione in acqua con movimenti pulsatori del corpo a campana mentre con i propri tentacoli cattura le prede. La ritroviamo generalmente in acque costiere, in prossimità di estuari e nelle baie. Il suo areale comprende Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano, Mar Mediterraneo e Mar Nero. Non è urticante.

Aurelia aurita

Pelagia noctiluca

Gli esemplari sono piccoli, con una campana di 6-10 cm di diametro dal bordo ondulato. Riconoscibile dal colore rosato e viola e dall’aspetto striato, è dotata di 4 braccia orali e 8 tentacoli, dai quali estroflette un filamento ricco in tossine che colpisce qualsiasi organismo vi entri in contatto, anche accidentalmente. Tale contatto non è letale per gli umani, ma genera comunque un forte disagio. P. Noctiluca predilige acque calde e temperate, comprese quelle del Mediterraneo, e se ne trovano in abbondanza tra 12 e 30 m di profondità.

Pelagia noctiluca

Physalia physalis

Meglio conosciuta come caravella portoghese, presenta lunghissimi tentacoli che possono raggiungere i 50 m di lunghezza. Non si tratta, però, di un individuo dalle misure spropositate, bensì di una colonia clonale o sifonoforo – una colonia formata da animali più piccoli, detti polipi – e quindi non una medusa propriamente detta. La colonia presenta un galleggiante a palloncino blu, viola o rosa che si innalza leggermente sul pelo d'acqua.

Le punture della caravella causano solitamente forte dolore nell’Uomo, lasciando piaghe sulla pelle simili a frustate. Può capitare che gli effetti avversi si aggravino e si inneschi lo shock anafilattico, con febbre e problemi polmonari e cardiaci, fino ad arrivare – in rari casi – alla morte. Pur essendo una specie tropicale, la ritroviamo anche nel Mediterraneo dove la sua presenza non è comunque stabile.

caravella portoghese

Olindias formosa

Caratterizzata da tentacoli lucenti e campana traslucida a strisce con bande opache, può arrivare a misurare fino a circa 15 cm di diametro. Il suo veleno è molto potente per le sue piccole prede che, una volta urtate vengono afferrate saldamente con i tentacoli. Per l’essere umano, invece, il maggiore inconveniente è la sensazione di bruciore in sede di puntura. O. Formosa si trova in acque costiere con molte alghe. Il suo areale di origine comprende le acque del Giappone meridionale, Argentina, Brasile ma è rinvenibile anche Mediterraneo.

Olindias formosa

Cotylorhiza tuberculata

Presenta un ombrello che ricorda la forma di un uovo al tegamino, con un diametro di circa 40 cm. La puntura di questa specie ha poco o nessun effetto sugli esseri umani. Vive in acque costiere tra 0 e 7 m di profondità, ed è presente in tutto il Mediterraneo.

Cotylorhiza tuberculata

Chrysaora hysoscella

Il diametro del corpo misura fino a 30 cm, la campana a forma di piattino presenta 32 lobi semicircolari con una macchia marrone disposti intorno alla frangia. Conta ben 24 tentacoli urticanti disposti in otto gruppi di tre. Vive in acque costiere fino a 30 m di profondità sia nell’Oceano Atlantico che nel Mediterraneo.

Chrysaora hysoscella

Infine, altri generi di medusa rinvenibili nei nostri mari sono: Aequorea, Mnemiopsis, Velella, Rhizostoma, Salpa, Charybdea e Rhopilema. Di questi, solo gli ultimi due sono urticanti.

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