Uno dei modi di dire italiani più famosi è sicuramente "la paura fa 90" e il suo significato letterale è che la paura ci spinge a fare cose altrimenti impensabili. Sarà capitato a tutti almeno una volta nella vita, proprio in preda a un forte spavento o in una situazione di pericolo, di fare impulsivamente qualcosa che in condizioni normali non ci verrebbe mai in mente. Il punto è: cosa c’entra il numero 90?
L’associazione del sentimento di paura al numero 90 si collega a quello che è il più celebre libro usato per interpretare i sogni al fine di trarne i numeri vincenti da giocare alla lotteria: La Smorfia, o Cabala. Sebbene l’origine del termine sia incerta, si è soliti legarla al dio greco del sonno, Morfeo, proprio per l’uso di tradurre i sogni in “gioco”.
L’origine della Smorfia è legata alla città di Napoli, sebbene ne esistano diverse in molte città; nella Smorfia molte tipologie di persona, oggetto, animale, azione o situazione specifica sono associate a un particolare numero che va da 1 a 90. Neanche a dirlo alla paura spetta proprio il numero 90 (come avviene nel gioco della Tombola).
Chiarendo che si tratta di una tradizione folcloristica che non ha nulla di scientifico, fra gli altri abbinamenti più classici ci sono, ad esempio, il 25 (il Natale), il 48 (il morto che parla) e il 55 (la Musica). Non tutto ciò che si sogna, però, corrisponde a un numero della Smorfia. Pensate, infatti, che ci sono veri e propri "esperti" che si occupano di interpretare un sogno e tradurlo nel "numero fortunato".
Nel tempo la Smorfia napoletana è diventata parte integrante della cultura popolare, influenzando la letteratura, il teatro e il cinema, come nel celebre film del 1951 diretto da Giorgio Simonelli “La paura fa 90”.