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La Guardia Svizzera Pontificia, la forza armata che protegge il Papa e la sua residenza a Città del Vaticano, ha rimandato all'autunno la tradizionale cerimonia di giuramento prevista per 6 maggio 2025 come segno di lutto per la morte di Papa Francesco. La cerimonia si tiene ogni anno il 6 maggio in occasione dell'anniversario del sacco di Roma del 1527 (in cui 189 guardie svizzere difesero Papa Clemente VII contro l'esercito di Carlo V) e avviene alla presenza del Santo Padre, ma è possibile il prossimo 6 maggio non ci sarà un nuovo Papa poiché in quei giorni è previsto il conclave con cui i cardinali elettori stabiliranno chi sarà il successore di Bergoglio.
Ma perché le guardie del Papa sono svizzere? Il patto tra il Vaticano e il corpo armato tuttora operativo più antico al mondo – fondato nel 1506 – risale al 1512, quando Papa Giulio II scelse di reclutare per la sua protezione il corpo di mercenari svizzeri, all'epoca alleato del Vaticano e già all'epoca rinomato per la loro preparazione, il loro valore e la loro lealtà. In quell'occasione Giulio II assegnò alla forza armata elvetica il titolo di Difensori della Libertà della Chiesa. Il corpo smise quindi di essere composto da mercenari e cominciò a servire stabilmente il Papa, un legame che rimane ancora oggi.
Forse non tutti sanno che le guardie svizzere sono davvero svizzere: devono esserlo per regolamento. Le condizioni necessarie per essere reclutati nel corpo armato prevedono infatti che una Guardia Pontificia debba essere un cittadino svizzero, di sesso maschile tra i 18 e i 30 anni e alto almeno 1,74 m, celibe e cattolico praticante. Deve inoltre godere di una salute impeccabile e di una reputazione irreprensibile, aver assolto la scuola reclute nell'esercito elvetico e completato un opportuno apprendistato.