Se state programmando un’escursione giornaliera nel deserto, non potrete certamente fare a meno di portare con voi tanta acqua e tanta crema solare. Qualora decidiate di trascorrere nel deserto anche la notte, però, alla lista degli oggetti da non scordare dovreste aggiungere una felpa pesante o addirittura una giacca!
Anche se è ragionevole credere che nel deserto faccia caldo sia di giorno che di notte, in realtà a distanza di sole poche ore possiamo sperimentare un’escursione termica da far paura. Di notte, infatti, le temperature nel deserto scendono drasticamente passando dai 38 °C di media registrati nelle ore diurne arrivando anche a minime di – 4°C quando il Sole lascia il posto al buio della notte.
Ma di preciso perché ciò accade e come fanno piante ed animali ad adattarsi a queste drastiche variazioni di temperatura?
I motivi per cui di notte nel deserto fa freddo
I deserti, caldi o freddi che siano, sono porzioni di biosfera molto particolari, la cui principale caratteristica sta nella carenza di precipitazioni durante l’anno. La mancanza di pioggia (l’acqua presente nei deserti è circa il 10% rispetto a quella che troviamo nelle foreste) rende questi luoghi molto secchi e alla base della differenza di temperature c’è proprio il relativo basso valore di umidità.
Pensate che in alcuni deserti, come il Sahara nell’Africa settentrionale oppure l’Atacama in Cile, il tasso di umidità è pressoché nullo. Stando agli studi pubblicati dalla NASA, l’aria non riesce a trattenere il calore in mancanza di acqua, perché è proprio quest’ultima a “intrappolarlo” e dissiparlo in maniera graduale nell’ambiente circostante.
In più, anche la sabbia non è un materiale in grado di trattenere bene il calore e quindi, durante il giorno, restituisce gran parte della radiazione solare e fa sì che l’aria si surriscaldi e le temperature si alzino fino a picchi di 70,7 °C com’è accaduto recentemente nel deserto iraniano di Dasht-e Lut.
Durante la notte il poco calore immagazzinato nella sabbia si disperde molto facilmente nell’aria e non viene rimpiazzato a causa dell’assenza di raggi solari, per cui le temperature scendono velocemente.
Quindi la scarsa coibenza (cioè capacità di fungere da isolante) della sabbia e la poca umidità dell’aria sono le cause delle basse temperature che si registrano di notte nei deserti.
Come si adeguano le specie vegetali e animali all'escursione termica
Sebbene la vita nel deserto non risulti essere tra le più semplici, animali e piante hanno trovato il modo per adattarsi e sopravvivere alle enormi escursioni termiche giornaliere. Vediamo insieme qualche esempio.
I rettili, tra gli animali più abbondanti nelle aree desertiche del mondo, sono animali ectotermi – detti impropriamente a sangue freddo – il che vuol dire che la loro temperatura dipende dall’ambiente esterno. Per sfuggire al sole cocente e alle gelate notturne i rettili attuano diversi stratagemmi che includono la ricerca di rifugi, mimetismo, cambi di colore e movimenti danzanti. Per questo motivo, i repentini cambi di temperatura tra giorno e notte non influiscono eccessivamente sulla loro sopravvivenza.
E gli endotermi che, come noi, devono combattere attivamente gli sbalzi termici? Pensiamo a mammiferi come i dromedari, ad esempio: riescono a sopravvivere perché dotati di pelo, che funge da isolante e che permette loro da un lato di non assorbire troppo calore durante il giorno, e dall'altro di non disperderlo eccessivamente di notte.
Noi umani invece, che non abbiamo tanto pelo, possiamo vestirci con tuniche larghe e spesse (anche se sembra un controsenso) aumentando l'isolamento e la convezione dell'aria per mantenerci freschi durante il giorno e caldi la notte. Ah, ovviamente possiamo anche nasconderci nelle abitazioni isolate e contare sulla sudorazione.
Tornando ai dati pubblicati dalla NASA citati in precedenza possiamo notare che gli uccelli, siano essi stanziali oppure migratori nelle zone del deserto, utilizzano come noi la sudorazione per allontanare dal proprio corpo il calore in eccesso.
A differenza degli animali, per le piante la sfida è ancora più difficile perché non possono muoversi. Esistono varie specie di piante succulente (di cui fanno parte i cactus) che hanno evoluto stratagemmi fantasiosi come modificare le foglie in aghi e spine per proteggere l’acqua trattenuta al loro interno. Più in generale, comunque, va ricordato che le specie vegetali desertiche riescono a crescere solo dove le temperature minime non durano per troppe ore consecutive. Questo, infatti, permette loro di non congelare e, dunque, di sopravvivere.
Bibliografia
https://earthobservatory.nasa.gov/biome/biodesert.php#:~:text=During%20the%20day%2C%20desert%20temperatures,(about%2025%20degrees%20fahrenheit).