Avete mai sentito dire l'espressione "aprire il vaso di Pandora" per descrivere un'azione che sembra innocua, ma che in realtà scatena una serie di mali imprevisti e inarrestabili? Ecco, e vi siete mai chiesti chi è Pandora e cosa significa esattamente aprire questo vaso? In sintesi il detto deriva da un antico mito greco, cantato nelle opere di Esiodo. Approfondiamo la questione.
Il mito di Pandora e l'apertura del vaso
Secondo il mito narrato da Esiodo, Pandora sarebbe stata la prima donna mortale a comparire sulla Terra: fu creata per ordine di Zeus, il signore degli dei, come parte di una punizione per l’umanità (costituita da soli uomini di genere maschile), dopo che Prometeo rubò il fuoco agli dei per darlo ai mortali.
Pandora fu inviata sulla Terra con un vaso che conteneva tutti i mali del mondo, allora sconosciuti, come la malattia, il vizio, la follia e la fatica. Aveva l’assoluto divieto di aprirlo. Il gesto di Zeus non bastò però a danneggiare l'umanità: per ottenere questo risultato Pandora venne mandata da Epimeteo, fratello di Prometeo. Questa figura incarna svariate qualità negative, prettamente umane: emergono già dal suo nome, che significa “colui che pensa dopo”, cioè senza badare alle conseguenze delle proprie azioni. Il suo nome è quindi in contrapposizione con quello del fratello Prometeo, che significa invece “colui che pensa prima”.
Presso Epimeteo, per pura curiosità, Pandora alzò il coperchio del vaso così che il suo contenuto si sparse sulla Terra, condannando l'umanità a una vita con sofferenze, mali e afflizioni: ciò completò la punizione di Zeus. Per volere del signore degli dei, inoltre, Pandora richiuse il vaso prima che da esso potesse uscire anche Elpis, la speranza.
Il fatto che la speranza sia rimasta nel vaso, d'altro canto, ha un valore positivo: significa che gli uomini possono conservare la speranza e ne possano disporre, contrariamente a quanto succederebbe se fosse uscita nel mondo insieme agli innumerevoli dolori.
Interpretazione e significato del mito
Il mito greco però ha anche risvolti positivi. L'apertura del vaso non è infatti solo un gesto di disobbedienza, ma simboleggia il momento in cui l'innocenza umana viene persa a fronte della conoscenza e della verità dolorosa, all’inevitabile presenza del male nel mondo. Il vaso simboleggia ciò che è nascosto, occulto perché chiuso.
Pandora è diventata anche sinonimo di curiosità incosciente: proprio la sua curiosità da un lato riflette l’incessante ricerca di conoscenza dell’uomo, la voglia di andare oltre quello che non si conosce; dall’altro indaga le conseguenze imprevedibili che possono scaturire da un singolo atto impulsivo.
È interessante notare che anche nella mitologia greca, come in quella cristiana (pensate alla mela di Eva), l'origine dei mali del mondo deriverebbe dalla curiosità femminile. Ma il mito greco ha anche un'interpretazione positiva, secondo cui il gesto di Pandora non è una condanna per l'umanità ma la possibilità di acquisire consapevolezza. Come spesso accade quando si scoprono i lati bui delle cose, infatti, l’uomo ne rimane in qualche modo vittima, perdendo la sua innocenza. La perdita dell’innocenza lascia però sempre posto a una più profonda conoscenza, a una vera e propria catarsi, se l’uomo accetta la sfida e non si lascia sopraffare dal lato oscuro.