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7 Settembre 2024
18:30

Qual è il primo videogioco della storia? Alla scoperta di OXO

OXO è il primo videogioco interattivo della storia, ideato per scopi accademici nel 1952. Consisteva in una versione elettronica del tris contro il computer e, pur non essendo un gioco per le masse, è stato cruciale nell'aprire la strada nell'interazione tra uomo e macchina.

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Qual è il primo videogioco della storia? Alla scoperta di OXO
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Il mondo videoludico unisce diverse generazioni e rappresenta uno dei passatempi più amati di sempre. Che siate appassionati del settore o meno, forse siete tra coloro che pensano a “PONG” di Atari (commercializzato nel 1972) come al primo videogioco di sempre. Beh, non è proprio così, dal momento che il primo videogioco della storia risale a ben 20 anni prima di PONG e consisteva in una rappresentazione su schermo del buon vecchio gioco del tris: OXO. Ripercorriamo insieme la sua storia e vediamo anche perché alcuni non lo considerano un vero videogioco.

La storia di OXO: il primo videogioco della storia

Nel 1952, Alexander S. “Sandy” Douglas, un ricercatore dell'Università di Cambridge, stava lavorando alla sua tesi di dottorato e decise di utilizzare una delle prime macchine computazionali per creare un gioco interattivo. Il risultato fu OXO, un simulatore del classico gioco del tris, noto anche come tic-tac-toe (a proposito, cercando questo termine su Google potrete giocare a una versione Web del tris). Nonostante la semplicità delle regole – vinceva chi riusciva a mettere in fila tre simboli uguali (crocette o cerchi) su una griglia 3×3 – OXO rappresentava un esperimento innovativo: per la prima volta, un essere umano poteva sfidare una macchina!

Il giocatore, per posizionare il suo simbolo nella casella desiderata, doveva ricorrere a un disco telefonico e scegliere un numero compreso tra 1 e 9: ogni numero corrispondeva a una specifica casella della griglia. Una volta fatta la scelta, era il turno del computer che, analizzando la situazione, doveva rispondere con una mossa che potesse bloccare o sconfiggere l'avversario umano. Il tutto si svolgeva su un monitor a tubo catodico da 6 pollici, dove i movimenti venivano visualizzati tramite punti luminosi verdi.

Nicolò Mulas Marcello, presidente dell'associazione bolognese Insert Coin APS, attiva nel preservare la memoria storica dell'arte videoludica (che nel 2024 ha fatto rivivere OXO), al riguardo ha affermato che «si trattava di una delle più pionieristiche interazioni tra uomo e macchina, siamo ai primordi dell’intelligenza artificiale»

L'importanza di OXO, in effetti, non risiede tanto nella sua funzione di intrattenimento, piuttosto nella sua capacità di dimostrare una delle prime interazioni dirette tra uomo e macchina.

Perché alcuni non considerano OXO il primo videogioco della storia

Nonostante il suo valore storico, non tutti concordano sul fatto che OXO possa essere definito a pieno titolo il “primo videogioco della storia”. Perché? Secondo i sostenitori di questa tesi, essendo nato come dimostrazione accademica e non a scopo di intrattenimento per il grande pubblico, OXO non può essere considerato un vero e proprio videogioco. A differenza di altri titoli che sarebbero arrivati successivamente, come il celebre PONG (1972), non era pensato per essere giocato e venduto a un pubblico di massa.

Effettivamente OXO era limitato a una specifica piattaforma hardware, l'EDSAC (Electronic Delay Storage Automatic Calculator), un computer usato per scopi accademici, che non era accessibile al di fuori dell'ambiente universitario di Cambridge. Questo lo rendeva un gioco estremamente elitario, lontano dall'idea di “videogioco” come lo si intende nella cultura pop e questo vale anche per altri titoli che hanno provato a contendersi il posto di “primo videogioco della storia”, come Tennis for Two (1958) e Spacewar! (1962).

Una riproduzione dell'originale Tennis For Two realizzata per il 50° anniversario della prima apparizione del gioco
Una riproduzione dell’originale Tennis For Two realizzata per il 50° anniversario della prima apparizione del gioco. Credit: Brookhaven National Laboratory.

Sempre sulla definizione di videogame, alcuni appassionati del settore sostengono che per essere considerato tale un titolo debba prevedere una grafica interattiva e consentire la manipolazione di elementi visivi sullo schermo, cose che in OXO sono a dir poco rudimentali.

A prescindere da “cosa” possa essere definito “videogioco”, comunque, non si può negare che OXO abbia quantomeno modo gettato le basi per quello che sarebbe diventato uno dei settori tech più amati di sempre.

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