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2 Giugno 2025
16:30

Quali furono le Repubbliche Marinare che dominarono il Mediterraneo dal Medioevo fino all’Età Moderna

Le Repubbliche Marinare erano città-stato indipendenti in Italia che prosperarono grazie ai commerci marittimi nel Medioevo. Tra le principali ci sono Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, ma si aggiungono anche Gaeta, Ancona, Noli e Ragusa. Dopo il 1500, il loro declino iniziò a causa delle nuove rotte commerciali e dell'espansione ottomana.

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Quali furono le Repubbliche Marinare che dominarono il Mediterraneo dal Medioevo fino all’Età Moderna
Repubbliche marinare copertina

Le Repubbliche Marinare italiane erano città stato-indipendenti che nei secoli del Medioevo acquisirono prosperità grazie ai commerci sul mare e in alcuni casi divennero delle potenze militari di primo piano. In genere si considerano come Repubbliche Marinare quelle di Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, ma si possono aggiungere all’elenco anche Gaeta, Ancona, Noli e Ragusa (oggi in Croazia); pur avendo alcune caratteristiche comuni, fiorirono in momenti diversi ed ebbero differenti espansioni commerciali e militari: le più longeve furono quelle di Genova, Venezia e Ragusa, rimaste indipendenti fino alla fine del Settecento/inizio dell’Ottocento.

Cosa erano le Repubbliche Marinare italiane

Le Repubbliche Marinare erano città-stato autonome che si svilupparono nella Penisola Italiana e in Dalmazia durante il Medioevo. Alcune di esse conservarono la propria indipendenza anche nell’Età moderna. Secondo la tradizione storica consolidata all'inizio del ‘900, le quattro principali repubbliche marinare sono le seguenti:

  • Amalfi (oggi in provincia di Salerno), aveva come simbolo una croce ottagonale bianca in campo azzurro
  • Pisa – croce pomettata bianca in campo rosso
  • Genova – croce rossa di S. Giorgio in campo bianco
  • Venezia – Leone d'oro di S. Marco

A esse si possono aggiungere altre quattro repubbliche, esistite per periodi più o meno lunghi:

  • Gaeta (oggi in provincia di Latina)
  • Noli (oggi in provincia di Savona)
  • Ancona
  • Ragusa (oggi Dubrovnik, in Croazia)
Le otto repubbliche marinare (credits Bruce The Deus)
Le otto repubbliche marinare. Credit: Bruce The Deus

Le caratteristiche delle Repubbliche Marinare

Nonostante profonde differenze, le Repubbliche Marinare avevano alcuni elementi in comune: anzitutto erano città-stato indipendenti e, almeno nei fatti, non erano soggette a nessun potere esterno; inoltre, erano accomunate dal fatto di basare la loro prosperità sui commerci. Le loro attività mercantili consentirono di introdurre in Europa merci provenienti dal Mediterraneo Orientale: sia beni prodotti nell’Impero Bizantino, sia prodotti arrivati dall’Estremo Oriente attraverso la via della seta. Tra le merci che le repubbliche marinare commerciavano figuravano le spezie (pepe, noce moscata, zafferano, ecc.), i tessuti (seta, canapa, velluto, tappeti), i beni di lusso (porcellana, pietre preziose, corallo), i profumi (incenso, ambra grigia), i coloranti (indaco, carminio, ecc.) e molto altro.

In genere, le Repubbliche Marinare erano governate da una oligarchia mercantile, che gestiva il potere nelle magistrature (per esempio, il Maggior consiglio a Venezia). Possedevano una flotta di navi mercantili e, spesso, disponevano di loro rappresentanti in molti porti del Mediterraneo. Utilizzavano una moneta propria, come il tarì di Amalfi e il ducato e lo zecchino di Venezia, che erano accettate in tutto il Mediterraneo. Inoltre, erano attrezzate per la guerra marittima e alcune di loro, come Venezia, divennero delle potenze militari di primo piano.

Tarì coniato ad Amalfi (credits Tiz1997)
Tarì coniato ad Amalfi. Credit: Tiz1997

Le repubbliche marinare diedero un grande contributo allo sviluppo della navigazione. Per esempio, gli amalfitani, migliorarono la bussola e ne agevolarono la diffusione (sebbene non sia vero, come si credeva in passato, che la bussola fosse stata inventata da un amalfitano, Flavio Gioia, che non è mai esistito); i veneziani fecero progredire significativamente la tecnologia navale introducendo la galea grossa, una nave progettata per i commerci e di dimensioni più grandi delle galee usate per la guerra. Assai significativi furono anche i progressi nella cartografia. Quasi tutte le repubbliche marinare parteciparono alle Crociate, che resero più agevoli i loro commerci con l’Oriente.

Le differenze tra le Repubbliche Marinare: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia

Le Repubbliche Marinare erano molto diverse tra loro. Anzitutto, fiorirono in momenti diversi: Amalfi raggiunse il massimo splendore nel X secolo e in seguito le sue fortune iniziarono declinare, al punto che nel XII secolo perse l’indipendenza e fu inglobata nel Regno di Napoli. Simile fu la sorte di Gaeta. Noli agì come repubblica solo tra il ‘200 e il ‘400 ed era formalmente soggetta a Genova; Pisa perse l’indipendenza nel ‘400 e Ancona, emersa intorno all’anno 1000, nel ‘500. Genova, Ragusa e Venezia, attive sin dal Medioevo, restarono indipendenti fino alla fine del Settecento, ma in età moderna persero la prosperità di cui avevano goduto in passato.

Carta nautica del Mediterraneo Orientale (1466)
Carta nautica del Mediterraneo Orientale (1466).

Anche il livello di espansione delle repubbliche era molto eterogeneo. Pisa, Genova e Venezia conquistarono vasti territori lontani dai centri urbani e sia Genova che Venezia occuparono una vasta porzione del loro entroterra; tra le due l’espansione veneziana fu la più pronunciata: la città conquistò un territorio comprendente tutto il Veneto, parte della Lombardia, del Trentino e del Friuli, oltre alla costa dalmata e a vari altri territori mediterranei.

Espansione e commerci di Venezia (credits kayac)
Espansione e commerci di Venezia. Credit: kayac

Il declino

Il declino delle Repubbliche Marinare avvenne in tempi diversi ma dalla fine del Medioevo tutte persero il ruolo che avevano avuto fino ad allora. Più specificamente Venezia, Genova e Ragusa conservarono l’autonomia, ma la loro importanza iniziò a scemare. Infatti, tra il ‘400 e il ‘500 le scoperte geografiche rivoluzionarono le rotte commerciali, spostandone l’asse dal Mediterraneo all’Atlantico. Le Repubbliche Marinare non avevano basi sull’Atlantico e non erano attrezzate per la navigazione oceanica; nel Mediterraneo, inoltre, dovettero affrontare una nuova potenza militare e commerciale, l’Impero ottomano, che nel ‘500 raggiunse il massimo grado di sviluppo e sottrasse molti territori alle Repubbliche Marinare ancora esistenti. La loro prosperità iniziò così a declinare e nel volgere di alcuni secoli persero tutte l’autonomia: nel 1797 Genova e Venezia furono inglobate rispettivamente nel Regno di Sardegna e nell’Impero d’Austria; Ragusa nel 1808 entro a far parte dell’Impero napoleonico, per passare all’Austria nel 1815.

L’eredità e la memoria delle Repubbliche Marinare

Il concetto di “Repubbliche Marinare” è emerso solo nell’Ottocento, quando le città-stato avevano perso l’indipendenza. Lo studioso che introdusse l’espressione che oggi le identifica fu il ginevrino Jean Charles Léonard Simonde de Sismondi (noto anche come Simondo Sismondi) in un’opera del 1807. Quando le città-stato erano indipendenti, nessuna di loro si qualificava esplicitamente come “repubblica marinara”.

Jean Charles Simonde de Sismondi
Jean Charles Simonde de Sismondi.

In origine, il concetto di “Repubblica Marinara” aveva valenza negativa, perché serviva a sottolineare la rivalità esistente tra le città. Tuttavia, dopo l’Unità d’Italia, la storia delle Repubbliche fu rivalutata in chiave positiva e all’inizio del Novecento, grazie alla pubblicazione di alcune opere storiche, si definì anche l’elenco delle quattro repubbliche “canoniche”. Oggi resta la memoria del passato glorioso nelle manifestazioni cittadine: dal 1955 Amalfi, Venezia, Genova e Pisa hanno istituito la regata storica, una competizione di canottaggio, preceduta da un corteo storico, che si tiene ogni anno a rotazione nelle acque delle quattro città.

Fonti
Storia delle repubbliche marinare
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