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27 Aprile 2025
11:00

Quali sono le lingue antiche che non sappiamo ancora decifrare?

Molte antiche lingue scritte restano un enigma per gli studiosi. Dalla scrittura della Valle dell’Indo alls lingua minoica Lineare A, fino al misterioso rongorongo dell’Isola di Pasqua, questi sistemi indecifrati sfidano ancora oggi la nostra comprensione. Con l’uso di nuove tecnologie, il futuro della loro decifrazione è ancora tutto da scrivere.

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Quali sono le lingue antiche che non sappiamo ancora decifrare?
lingue antiche

Nel mondo si stima esistano oltre 7 000 lingue, circa il 40% di quelle parlate sono a rischio estinzione, e ce ne sono altre ancora così antiche e misteriose che a oggi, nonostante l’impegno e gli sforzi degli studiosi, non abbiamo ancora decifrato. Scopriremo alcune delle lingue antiche che rientrano in questa famiglia come le iscrizioni olmeche, il rongorongo e la scrittura meroitica, analizzando le sfide che si presentano quotidianamente agli studiosi e le possibili prospettive future.

La scrittura della Valle dell'Indo

Nell'attuale Pakistan e nell'India nord-occidentale, tra il 2600 e il 1900 a.C., fiorì la Civiltà della Valle dell’Indo. Questa civiltà utilizzava un sistema di scrittura pittografico composto da circa 400 segni distinti, spesso accompagnati da rappresentazioni di animali, tra cui un misterioso unicorno.

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Le iscrizioni sono generalmente brevi, con una media di cinque segni, il che rende difficile l'analisi statistica e la decifrazione. A ciò si aggiunge la mancanza di testi bilingui e la scarsità di riferimenti incrociati con lingue conosciute, che hanno reso ulteriormente ardui i tentativi di decodifica. Alcuni studiosi ipotizzano che la scrittura possa rappresentare una delle lingue dravidiche che appartengono alla famiglia linguistica che comprende tutti i principali idiomi dell'India meridionale ma, senza prove concrete, la scrittura della Valle dell'Indo rimane un enigma.

Lineare A

Una delle lingue non ancora decifrate è la lingua minoica, della civiltà prosperata a Creta tra il 1850 e il 1400 a.C., un sistema di scrittura noto come Lineare A le cui tracce sono state ritrovate nelle isole del Mare Egeo e, sporadicamente, sulla penisola Greca e sulla costa occidentale dell’Asia Minore. Durante il periodo dei cosiddetti “Primi palazzi” cretesi (XIX-XVIII sec.) è attestata quasi esclusivamente a Festo, mentre nel periodo dei “Secondi palazzi” (XVII-XV sec.) è presente in tutta l’isola. Sebbene la sua scoperta sia abbastanza recente, perché al 1893 ad opera dell'archeologo britannico Sir Arthur Evans, il Lineare A rimane indecifrato. Questo sistema sillabico, scritto da sinistra a destra, è stato utilizzato principalmente per scopi amministrativi e religiosi. L'apparente somiglianza con il Lineare B utilizzato dai micenei, decifrato nel 1952 e utilizzato per scrivere una forma arcaica di greco, non ha facilitato la comprensione della Lineare A.

Il rongorongo dell’isola di Pasqua

L'Isola di Pasqua ospita un’altra lingua misteriosa: si tratta di un sistema di glifi chiamato rongorongo. Le testimonianze scritte di questa lingua dal nome buffo sono risalenti al XIX secolo, e sono incise su tavolette di legno, presentano figure umane e naturali stilizzate. La scrittura segue un andamento "bustrofedico inverso", in cui la lettura procede da sinistra a destra e dal basso verso l'alto, con rotazioni della tavoletta a ogni riga. La scarsità di documenti, considerando che gli esemplari noti sono solo 26, e l'assenza di una lingua sottostante più conosciuta, rendono ancora oggi la decifrazione del rongorongo estremamente difficile.

rongorongo

Scrittura proto-elamitica

Nell'antico Elam, attuale Iran, circa 5000 anni fa, era utilizzata quella che è tutt’oggi considerata uno dei primi sistemi di scrittura conosciuti: la scrittura proto-elamitica. Questo sistema, che si pensa discenda dal sumero, è composto da un migliaio di segni logografici (un logogramma è un simbolo grafico che rappresenta una parola o un concetto specifico) e veniva utilizzato principalmente per finalità di registrazione contabile ed amministrativa alla fine del IV millennio a.C. Similmente al sistema proto-cuneiforme, il proto-elamita si configura come un sistema misto, formato da segni logografici e fonetici, per un totale di circa 400-800 caratteri. Oggi, sono noti all’incirca più di 1700 testi in proto-elamita, scritti su tavolette d’argilla. Tuttavia, anche in questo caso, il fatto che manchino testi bilingui ha reso la decifrazione oltremodo complessa. Attualmente, gli scritti pervenuti sono esposti in musei come il Louvre di Parigi, e si stanno digitalizzando gradualmente per migliorare le possibilità di decifrazione futura.

scrittura proto-elamitica

Scrittura meroitica

L'alfabeto meroitico fu utilizzato nel Regno di Meroë (nell'attuale Nubia) fino al 200 a.C. Questo sistema di scrittura, derivato dai geroglifici egizi, è composto da soli 23 segni e un solo segno di interpunzione. Il meroitico si estinse nel IV secolo d.C. con il collasso dell'Impero kushita. Nonostante siano stati identificati i suoni associati ai segni, la lingua rimane in gran parte sconosciuta, rendendo difficile la comprensione dei testi ed inoltre, la mancanza di una vera conoscenza della struttura grammaticale e del vocabolario, limita la nostra capacità di interpretare correttamente le iscrizioni.

Iscrizioni olmeche

La civiltà olmeca, sviluppatasi nel Golfo del Messico nel I millennio a.C., ha lasciato testimonianze di un sistema di scrittura ancora indecifrato. Un esempio simbolo è la "pietra di Cascajal”: un blocco di serpentino delle dimensioni di una tavoletta, scoperto nel 1999 nel villaggio di Lomas de Tacamichapan, in Messico. Datata intorno al 900 a.C., presenta 62 glifi incisi, alcuni dei quali rappresentano piante come il mais e l'ananas, o animali come insetti e pesci. Questi simboli, organizzati in linee orizzontali, non mostrano somiglianze con altri sistemi di scrittura mesoamericani noti, come quello maya. Nonostante le difficoltà, la ricerca continua. Grazie all’evoluzione e l’'uso di tecnologie avanzate, come l'analisi digitale e l'intelligenza artificiale, si aprono nuove opportunità per analizzare e confrontare i segni di queste scritture, con le quali si spera di portare alla decifrazione di questi antichi misteri.

Tavoletta Olmeca
Credits: Jl FilpoC – Opera propria, CC BY–SA 4.0 via Wikimedia Commons
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