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2 Novembre 2023
7:00

Quali sono le misure anti-terrorismo in Italia e quali istituzioni sono coinvolte

Anche l'Italia ha intrapreso alcune azioni per difendersi da eventuali attacchi terroristici dopo gli eventi tra Hamas e Israele. Vediamo le principali misure e chi sono gli attori in Italia nella lotta al terrorismo.

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Quali sono le misure anti-terrorismo in Italia e quali istituzioni sono coinvolte
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Credits: www.esercito.difesa.it.

I recenti avvenimenti che stanno interessando il Medio Oriente, riaccendendo il conflitto israelo-palestinese, stanno avendo ripercussioni in tutto il mondo. Anche nel nostro Paese gli effetti non hanno tardato a farsi sentire e, a tal proposito, il Governo ha ritenuto opportuno intraprendere alcune azioni allo scopo di mitigare il rischio di possibili atti terroristici. Facciamo quindi un punto di situazione sulle misure antiterrorismo in Italia e sulla situazione attuale in Italia ad alcuni giorni dagli eventi in Medio Oriente.

Attenzione: la questione israelo-palestinese è estremamente complessa e delicata e siamo consapevoli che ogni tipo di sintesi rischia di omettere informazioni; pertanto questo articolo va visto nell’insieme dei contenuti che abbiamo proposto e che proporremo nei prossimi giorni. Vi invitiamo quindi a non perderli: potete trovare tutto nella categoria Guerra Israele-Palestina del nostro sito. Sappiate che il nostro scopo è di far capire la situazione geopolitica con la massima neutralità e stimolare l’interesse per ulteriori approfondimenti.

Gli eventi salienti delle ultime settimane

Lo scorso 7 ottobre, le forze di Hamas hanno annunciato l’inizio dell’operazione AL-Aqsa, portando a segno – con un’azione militare condotta tra aria, terra e mare – un massiccio attacco allo stato di Israele. L’attacco, costato la vita a molte persone di entrambi gli schieramenti tra civili e militari, ha permesso anche ai miliziani di Hamas di rapire civili da impiegare come ostaggi nel corso di quella che, in seguito, è stato un tentativo di negoziazione tra lo stesso Hamas e il governo Israeliano.

Le conseguenze dei fatti accaduti lo scorso 7 ottobre sono ben comprensibili a livello globale, ancora alle prese con gli effetti della guerra ancora in corso tra Russia e Ucraina.

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Le conseguenze in Italia della guerra tra Israele e Hamas

In seguito all'inasprirsi del conflitto israelo-palestinese, molti paesi hanno innalzato il livello di allerta contro possibili azioni terroristiche. In Europa, diverse nazioni come Francia e Belgio, già più volte vittime di attentati, hanno deciso di aumentare i controlli, arrivando a limitare la circolazione di persone ai confini. Anche nel nostro Paese il Governo ha deciso di innalzare i livelli di allerta. Anche da noi, si è deciso di sospendere, in via precauzionale e per un periodo di tempo limitato a 10 giorni (come previsto dal regolamento UE) gli effetti del trattato di Schengen, sebbene tale misura sia estensibile fino a 6 mesi qualora la situazione non dovesse stabilizzarsi.

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Oltre al provvedimento di chiusura al trattato di libera circolazione, il Capo della Polizia Vittorio Pisani, in un documento inviato alle diverse DIGOS e agli Uffici centrali, ha ribadito l’importanza di un incremento dei controlli e una maggior attenzione volta proprio a scongiurare attentati nel nostro Paese.

Per questo motivo, malgrado non ci siano minacce dirette al nostro territorio, le Autorità hanno ritenuto opportuno aumentare i controlli alle frontiere – soprattutto al confine con la Slovenia – e intensificare la vigilanza degli obiettivi sensibili.

Cosa sono gli obiettivi sensibili

Nel contesto della lotta al terrorismo, vengono definiti sensibili luoghi e strutture in virtù della loro importanza simbolica, sia politica che religiosa o culturale (come sinagoghe, chiese e moschee) o strategica (per esempio fabbriche, enti pubblici, ambasciate o importanti snodi di vie di comunicazione). Colpire con azioni dimostrative questi obiettivi, infatti, avrebbe come effetto il rafforzarsi della propaganda del terrore, oltre ad effetti collaterali considerevoli in termine di perdite di vite umane o comunque in stravolgimenti della vita quotidiana.

Per ovvi motivi di sicurezza, la lista degli obiettivi sensibili in Italia, così come quella dei settori strategici della Repubblica, viene mantenuta segreta.

Chi si occupa dei controlli anti-terrorismo in Italia

Alla salvaguardia delle libere istituzioni e degli interessi nazionali concorrono molteplici attori. In Italia, il compito di vigilare sulle questioni in materia di prevenzione di attacchi terroristici, spetta al Ministero dell’Interno che, in collaborazione con l’AISI (Agenza Italiana per la Sicurezza Interna), cioè l’intelligence sul territorio italiano, si coordina con i reparti delle Forze Armate e della Polizia di Stato.

Le Forze Armate

Tra i compiti istituzionali delle Forze Armate c’è la difesa della patria e la salvaguardia delle libere istituzioni. Ciò comporta che, a supporto delle forze di pubblica sicurezza, anche i reparti dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dei Corpi Armati dello Stato concorrono con il loro operato alla difesa del territorio. Ne è un esempio l’impiego di soldati in operazioni interforze (cioè in un sistema che coinvolge più forze armate) nell’operazione Strade Sicure: vediamo spesso i nostri militari schierati a difesa di ambasciate, caserme, stazioni, aereoporti e in tutti i luoghi pubblici particolarmente frequentati.

La Polizia di Stato

Ci sono poi i reparti della Polizia di Stato DIGOS e NOCS. La Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (DIGOS) ha, tra i vari compiti, quello di condurre indagini allo scopo di sventare reati di terrorismo ed eversione.

Il Nucleo Operativo Centrale di Sicurezza (NOCS) rappresenta il braccio operativo della DIGOS, essendo deputato a intervenire in prima linea laddove fosse necessario. Il NOCS, fa parte dei cosiddetti reparti per interventi ad alto rischio, che entrano in azione per contrastare una minaccia effettiva ed imminente.

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Attività di addestramento dei reparti NOCS. Crediti: www.poliziadistato.it.

Quanto c’è da preoccuparsi?

A distanza di alcuni giorni da quel fatidico 7 ottobre e in seguito alle azioni intraprese dal Governo, la possible domanda che aleggia nella mente di ogni cittadino è: dobbiamo seriamente proeoccuparci per possibili attentati terroristici in Italia?

Come si è visto, esistono molti attori incaricati di proteggere la cittadinanza, proprio perché è difficile poter prevedere possibili azioni di stampo terroristico. Certamente, uno degli scopi della guerra di terrore è proprio il voler imporre importanti cambiamenti nella mentalità dei cittadini, rendendo costantemente tangibile la tensione e la preoccupazione di eventi gravi e imprevedibili.

Mantenere un occhio sempre attento non è mai una cattiva idea, tuttavia, è importante non cedere a isterie e allarmismi privi di fondamenti: è bene, pretanto, prestare attenzione ai comunicati provenienti da fonti ufficiali e rimettersi ai consigli degli Enti Istituzionali che operano nel settore.

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