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17 Dicembre 2023
7:00

Renne, alci e cervi: somiglianze, differenze e curiosità

Renne, alci e cervi sono animali spesso confusi, ma ciascuno di questi Cervidi ha caratteristiche stupefacenti. Per esempio, sapevate che le renne possono vedere gli ultravioletti?

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Renne, alci e cervi: somiglianze, differenze e curiosità
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L'iconografia moderna di Babbo Natale, uomo grassoccio con la barba bianca e il vestito rosso che porta i doni guidando una slitta, nasce negli Stati Uniti fra il 1823 e il 1866. Per gli americani Babbo Natale vive al Polo Nord, per i canadesi vive in Canada, per gli europei in Lapponia. Nella tradizione, la sua slitta è trainata da 12 renne, ma molte illustrazioni rappresentano Babbo Natale e i suoi Elfi insieme ad alci e cervi. In questo articolo raccontiamo le caratteristiche di questi animali.

Renne, cervi e alci appartengono tutti alla Famiglia dei Cervidi, insieme a daini, caprioli e ad altri animai meno noti. I Cervidi sono erbivori ruminanti presenti in tutti i continenti, con la caratteristica comune di avere corna ossee, dette più propriamente palchi, che non sono permanenti ma cadono e ricrescono ogni anno. I palchi, prerogativa dei maschi e assenti nelle femmine a eccezione della renna, si staccano dal capo dell'animale ogni anno tra febbraio e marzo e poi iniziano a ricrescere a partire dalla tarda primavera per raggiungere la massima dimensione fra settembre e ottobre, nel periodo degli "amori", quando servono ai maschi durante i combattimenti . I palchi possono arrivare a pesare più di 10 kg e raggiungere anche i 125 cm di lunghezza; dalle loro dimensioni e dal numero di ramificazioni è possibile stabilire l'età di un esemplare.

La renna (Rangifer tarandus)

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Credits: kallerna, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Le renne sono gli unici Cervidi dotati di corna in entrambi i sessi, benché nelle femmine siano più piccole. Vivono nella tundra artica e in boschi aperti in Finlandia, in Norvegia fino al nord della Siberia e nella zona artica del Nord America (dove la renna è chiamata Caribù). In Lapponia sono allevate un po' come da noi i bovini. Vivono in grandi mandrie condotte da femmine, mentre i maschi adulti vivono solitari raggiungendo la mandria solo nel periodo riproduttivo. Durante l'estate si nutrono di  piante della tundra, ma in inverno si alimentano di licheni raschiando la coltre di neve con i loro grossi zoccoli.

Sono animali in grado di sopravvivere in condizioni estreme, a temperature bassissime, con scarsità di cibo e con pochissime ore di luce per molti mesi. Per sopravvivere presentano particolari adattamenti evolutivi: per esempio, occhi che cambiano colore a seconda della stagione per adattarsi alla luminosità e capacità di vedere la luce ultravioletta; particolare struttura del loro pelo che consente alla renna di resistere anche a molti gradi sotto lo zero: un centimetro quadrato di pelle di renna è coperto da circa 2000 peli; circolazione sanguigna che permette una distribuzione più uniforme del calore nel corpo e impedisce che le zampe si congelino. Il  naso è la parte del corpo della renna dove avviene buona parte dello scambio di calore con l'esterno e presenta una struttura che permette di riscaldare l'aria gelida che l'animale respira. La renna può anche correre velocemente raggiungendo fino a 80 km/h. Ecco perché sono ottimi animali per trainare le slitte.

L'alce (Alces alces)

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Credits: USFWS Mountain–Prairie, Public domain, via Wikimedia Commons.

Sono i Cervidi di dimensioni maggiori: alti, possenti e con zampe molto lunghe. Un esemplare maschio adulto può arrivare a pesare fino a 800 kg. I palchi hanno una forma molto particolare e ricordano quasi un grande pettine piatto. Le alci sono distribuite in Scandinavia, Finlandia, Nord della Russia, Alaska e Canada. È il tipico animale solitario che raramente conduce una vita gregaria. Si muove con  agilità anche sulla neve di 60-70 cm. In estate pascola nei boschi, in inverno si nutre di cortecce e di foglie di conifere.  Ama particolarmente anche una grande varietà di piante acquatiche presenti nei ruscelli e negli stagni. In inverno ha particolare bisogno di sodio e di altri sali minerali che scarseggiano nella dieta invernale: per questo si vedono spesso alci ai bordi delle strade asfaltate mentre leccano il sale sparso per sciogliere la neve. Questo comportamento è estremamente pericoloso, visto che gli incidenti stradali con animali così grandi sono spesso fatali, sia per l'animale sia per il guidatore. In effetti, in Norvegia è possibile trovare tipici cartelli stradali che rammentano di fare attenzione agli alci.

Il cervo nobile (Cervus elaphus)

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Credits: Alois Köppl, Gleiritsch (= Zusatz), CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Il cervo nobile, il cui nome è ben adatto al portamento elegante e all'aspetto maestoso, è diffuso in tutto l’emisfero settentrionale in quasi tutta l'Europa continentale, in  Nordafrica, Asia centrale, Siberia, Asia Minore e Caucaso. È presente anche in America Settentrionale, dal Canada al Nuovo Messico. Abita boschi di conifere o di latifoglie intervallati a spazi aperti. È un animale estremamente agile che in piena corsa può superare i 60 km/h, può saltare in altezza anche i 2 m e più del doppio in lunghezza. È rigorosamente erbivoro, ma cambia la propria dieta a seconda delle stagioni e della disponibilità di cibo, alimentandosi anche di frutti selvatici, erba secca e corteccia di alberi quando altri alimenti più nutrienti scarseggiano. I branchi sono composti da femmine e giovani maschi, mentre i maschi adulti formano piccoli gruppi. Nel periodo degli amori i maschi di cervo si uniscono ai branchi delle femmine, diventano molto aggressivi, lottano a colpi di Palchi per conquistare le femmine ed emettono un profondo e cupo richiamo noto come “bramito”.

Ma cosa fanno i cervi nel periodo più freddo e in presenza di una spessa coltre nevosa? Non fanno niente. Si cercano un riparo nei boschi più fitti e si muovono il meno possibile per non disperdere energia. Sulla neve molto alta, infatti, anche gli spostamenti per la ricerca del cibo avrebbero un saldo energetico in negativo. Gli animali si spostano pochissimo per alimentarsi e arrivano a primavera solo grazie al grasso accumulato durante i mesi estivi e autunnali. Ecco perché spaventarli  e farli correre nel periodo invernale può mettere a dura prova la sopravvivenza degli esemplari.

FONTI
La renna iNaturalist Foraggiare gli ungulati in inverno: più un male che un bene
Sfondo autopromo
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