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13 Marzo 2024
17:15

Scoperti in Germania più di 650 scheletri in otto fosse comuni risalenti alla peste del ‘600

Gli archeologi hanno rinvenuto a Norimberga, in Germania, quello che potrebbe essere il più grande complesso di fosse comuni noto in Europa. Sono stati scoperti gli scheletri di almeno 650 persone, alcune morte probabilmente a causa di un’ondata di peste nel XVII secolo. Potrebbero essere molte di più.

A cura di Andrea Basso
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Scoperti in Germania più di 650 scheletri in otto fosse comuni risalenti alla peste del ‘600
necropoli norimberga peste 600

Durante gli scavi preparatori per la costruzione di una casa di riposo a Norimberga, in Baviera, gli archeologi hanno fatto una scoperta sconvolgente: dal terreno sono emersi i resti degli scheletri di almeno 650 persone, sepolte tutte assieme in almeno otto fosse comuni. Gli studiosi stimano che possano essere in totale più di un migliaio. Sulla base delle fonti storiche, dei materiali rinvenuti nelle fosse e delle analisi al radiocarbonio, gli archeologi tedeschi sono piuttosto sicuri che alcuni corpi appartengano alle vittime dell’ondata di peste che colpì Norimberga tra il 1632 e il 1633.

La scoperta degli scheletri delle fosse comuni di Norimberga

Lo scavo preparatorio alla costruzione dell'ospizio di Norimberga era iniziato ad agosto. In base a quanto era noto, gli archeologi guidati da Julius Decker, della In Terra Veritas, la società archeologica di Bamberga incaricata di svolgere le indagini, si aspettavano di rinvenire nella zona le tracce di una fortificazione del ‘600 e di un ospedale dell’800. In effetti, quanto preventivato dagli archeologi si trovava esattamente nella zona, ma durante gli scavi, a sorpresa, sono emerse ben otto diverse fosse comuni, ciascuna contenente centinaia di scheletri.

I corpi risultano disposti in maniera da poter disporre del maggiore spazio possibile, spesso accatastati l’uno sopra l’altro. La presenza di bottoni e fibbie di cintura ci suggerisce che alcuni morti furono sepolti vestiti. Certe ossa, inoltre, sono state trovate frantumate, probabilmente a causa delle vibrazioni del terreno causate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, mentre altre sono state rinvenute macchiate di verde, perché nella zona venivano scaricate le scorie provenienti da un vicino stabilimento per la lavorazione del rame.

Gli archeologi hanno sottoposto alcune delle ossa ritrovate alle analisi al radiocarbonio. Questo metodo ha permesso di datare l’uso di queste fosse a un periodo che va dal ‘400 al ‘600. Il ritrovamento di alcune monete e di frammenti di ceramica ha reso più facile la datazione di alcune delle fosse comuni, assegnate con più precisione agli anni ‘30 del XVII secolo.

Guerra e peste nella Germania del ‘600

Nel ‘600 la Germania era devastata da uno dei più terribili conflitti della storia europea: la Guerra dei Trent’Anni (1618-1648). Alle devastazioni causate dagli eserciti, si unirono anche le carestie e le ondate di peste (si pensi all’epidemia raccontata da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi, a proposito dell'Italia).

Immagine
Un medico della peste col caratteristico abito in una illustrazione del ’600.

Le fonti storiche ci segnalano come a Norimberga fu particolarmente devastante l’epidemia del 1632/1633, durante la quale morirono più di 15.000 persone, che all’epoca costituivano più di un terzo dell’intera popolazione cittadina. All’interno di una delle fosse comuni sono state ritrovate due monete coniate rispettivamente nel 1619 e nel 1621. Sulla base di tutti questi dati, Julius Decker è piuttosto certo che almeno una parte dei corpi ritrovati nelle fosse comune appartenesse proprio alle vittime dell’epidemia del 1632. Altri corpi potrebbero provenire da un lazzaretto per appestati che alcuni documenti del tempo segnalavano nelle vicinanze.

L'importanza del ritrovamento per la ricerca

Le epidemie di peste del ‘600 sterminarono indiscriminatamente donne e uomini, vecchi e bambini, poveri e ricchi. Gli scheletri ritrovati a Norimberga appartenevano a persone di tutte le età e classi sociali. Nella tragedia però si colgono interessanti prospettive per la ricerca. Il ritrovamento di un così grande campione di popolazione (secondo Decker, alla fine dello scavo si potrebbe arrivare a più di 2000 individui) renderà più facile lo studio della vita della gente del XVII secolo. Le ossa ci permetteranno di ricostruire l’alimentazione, le malattie e il tipo di lavori e stress che caratterizzavano la quotidianità delle persone di 400 anni fa.

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