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3 Marzo 2024
7:00

Siamo stati sulla Luna? Come sono nate e si sono sviluppate le teorie del complotto lunare

Non c’è dubbio che l’uomo abbia raggiunto la Luna per sei volte con le missioni Apollo, ma, ciò nonostante, molte persone pensano che le missioni lunari siano state una messinscena. Quanto è diffuso il complottismo e da quali ragioni deriva?

A cura di Erminio Fonzo
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Siamo stati sulla Luna? Come sono nate e si sono sviluppate le teorie del complotto lunare
Immagine
L’allunaggio di Apollo 11. Credits: NASA.

La teoria del complotto lunare è l'ipotesi complottista che nega che la autenticità delle missioni Apollo, che tra il 1969 e il 1972 hanno portato sei equipaggi umani sulla Luna.

La diffusione del complottismo lunare è dovuta in parte a ragioni di carattere generale, cioè ai meccanismi psicologici e cognitivi che spingono una parte dei cittadini a credere anche ad altre teorie del complotto, in parte a ragioni specifiche, legate al fatto che i viaggi sulla Luna furono un’impresa ai limiti dell’incredibile.

Il negazionismo ha origini antiche. Sin dal tempo delle missioni, alcuni cittadini hanno negato che fossero vere, nonostante l’autenticità sia dimostrata da numerose prove. Le teorie del complotto sono accettate solo da una minoranza di cittadini, ma non hanno masi smesso di circolare.

Cos’è il complottismo lunare

La teoria del complotto lunare, nota in inglese come Moon Hoax, cioè frottola della Luna – è la teoria secondo la quale gli sbarchi sulla Luna non sono mai avvenuti e le prove dei viaggi spaziali sarebbero state falsificate dalla NASA per ingannare i cittadini. Le fotografie e le riprese video dei viaggi lunari sarebbero state realizzate in uno studio cinematografico e, secondo molti complottisti, sarebbero state realizzate niente meno che da Stanley Kubrick, il regista di 2001: Odissea nello spazio e di molti altri film.

Un fotogramma del fil 2001. Odissea nello spazio
Un fotogramma del film 2001. Odissea nello spazio

Non esiste, però, un’unica teoria negazionista: alcuni affermano che tutte le missioni Apollo sono false, altri che è falsa solo Apollo 11. In qualche caso, i negazionisti sostengono teorie più stravaganti, per esempio che i viaggi lunari sono veri ma le immagini furono realizzate in studio; che gli astronauti incontrarono gli extraterrestri.

La maggior parte dei complottisti si limita a negare l’autenticità delle missioni senza spiegare le ragioni della propria tesi; una minoranza si impegna in considerazioni più dettagliate. Nessuno, però, ha mai proposto una teoria alternativa dettagliata, che spieghi cosa sarebbe accaduto dopo la partenza delle missioni Apollo dalla Terra e come avrebbe fatto la Nasa a falsificare tutto.

Oltre ai negazionisti, esistono persone semplicemente dubbiose, che hanno perplessità sui viaggi lunari senza essere certe che siano falsi.

Le origini delle teorie del complotto

Le teorie del complotto nacquero già al tempo delle missioni lunari, quando una minoranza di cittadini, sia negli Stati Uniti, sia nel resto del mondo, mise in discussione che i viaggi lunari fossero autentici.

Il complottismo fece “un salto di qualità” nel 1974 con la pubblicazione di un libro di Bill Kaysing, We Never Went to the Moon, che introdusse molti argomenti, come l’assenza di stelle nelle foto, ancora oggi alla base delle teorie negazioniste.

Bill Kaysing, uno dei principali sostenitori della teoria del complotto
Bill Kaysing, uno dei principali sostenitori della teoria del complotto.

Kaysing, però, non aveva alcuna competenza in materia: aveva lavorato per un’azienda coinvolta nel programma Apollo, la Rocketdyne, ma ne era uscito nel 1963, ben prima dell’inizio del programma. Inoltre, non aveva conoscenze scientifiche o tecniche (era laureato in lettere) e nell’azienda aveva solo il compito di coordinare la redazione dei manuali. Le sue teorie trovarono facile smentita, ma continuarono a circolare in alcuni settori dell’opinione pubblica e furono rilanciate da altri autori. Uno dei più noti è Ralph René (anch’egli privo di qualsiasi competenza e di titoli di studio), che nel 1994 pubblicò il libro Nasa Mooned America.

Quanto è diffuso il complottismo lunare?

Il complottismo lunare è piuttosto diffuso, sebbene sia meno popolare di altre teorie del complotto. Negli Stati Uniti, secondo diversi sondaggi il 6-7% dei cittadini non crede agli allunaggi, ma la percentuale è più alta nella popolazione giovane, non ancora nata al tempo delle missioni Apollo. Nel resto del mondo, la percentuale di chi non crede agli allunaggi varia da caso a caso. In Italia, circa il 20% dei cittadini è dubbioso o negazionista.

Perché tanta gente non crede alle missioni Apollo?

La tesi che i viaggi lunari siano falsi deriva in parte da ragioni di carattere generale, valide anche per spiegare altre teorie del complotto, e in parte da ragioni specifiche.

Ragioni generali

Sul piano generale, è ben nota la tendenza di una parte dei cittadini a immaginare complotti anche dove non ci sono, magari pensando di poterli scoprire attraverso “prove” lasciate per errore dagli organizzatori, come le presunte anomalie delle fotografie scattate sulla Luna.

Immagine dalla banconota da un dollaro, che secondo alcuni complottisti dimostra l'esistenza di una cospirazione degli illuminati
Un dettaglio della banconota da un dollaro, che secondo alcuni complottisti dimostra l’esistenza di una cospirazione degli illuminati.

È un modo di ragionare che deriva da alcuni meccanismi psicologici e cognitivi. Tra essi:

  • Effetto Dunning-Kruger: sopravvalutare la propria preparazione e capacità di analisi, spesso pensando di poter smentire esperti e studiosi. Esempio: ho visto qualche video sul sistema solare e mi sento in condizioni di discutere alla pari con gli astronomi e persino di contestarli.
  • Bias della conferma: dare peso agli elementi che corroborano la nostra idea, anche quando non li capiamo o sono del tutto errati. Esempio: nelle foto scattate sulla Luna non si vedono le stelle e perciò concludo che è tutto falso. In realtà, le stelle non si vedono semplicemente perché sono troppo fioche per apparecchi fotografici impostati per scattare immagini diurne, come erano quelle degli astronauti, ma io, senza capirlo, ho pensato di poter trarre una conclusione netta.

Non a caso, chi non crede agli allunaggi spesso sostiene anche altre teorie cospirazioniste: scie chimiche, alieni, ecc.

Ragioni specifiche

Tra le ragioni specifiche, la più importante è che le missioni lunari furono un’impresa talmente straordinaria da apparire irreale. Per gran parte della loro storia gli esseri umani non sono stati capaci di sollevarsi dal suolo e solo nel Settecento furono in grado di costruire le prime mongolfiere e, all’inizio del Novecento, i primi aerei. Pochi decenni dopo, l’uomo è stato capace di allontanarsi per centinaia di migliaia di km dalla Terra e raggiungere su un altro corpo celeste: un’impresa ai limiti dell’incredibile.

Apollo 15 con il Lunar Roving Vehicle
Apollo 15 con il Lunar Roving Vehicle.

Esistono, però, anche altre ragioni. Anzitutto, il complottismo talvolta nasce da motivi politici e in genere è più diffuso nei Paesi e tra le persone che provano sentimenti antiamericani.

Inoltre, al tempo delle missioni vi furono alcune anomalie nella copertura mediatica, dovute ai problemi delle comunicazioni. Per esempio, il cronista italiano Tito Stagno annunciò l’atterraggio del modulo lunare di Apollo 11 quasi un minuto prima che avvenisse. Sempre in Italia, il giorno dopo il primo sbarco sulla Luna il giornale “Il Messaggero” pubblicò una foto falsa dell’impronta lasciata dagli astronauti, perché quella vera non era stata ancora divulgata. Anomalie del genere hanno contribuito ad alimentare i dubbi.

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