0 risultati
video suggerito
video suggerito
18 Maggio 2023
18:30

Storia del terremoto di magnitudo 8.5 e dello tsunami che nel 1755 distrussero Lisbona

Nel 1755 un terremoto di magnitudo 8.5 e il successivo tsunami riducono Lisbona a un cumulo di macerie. L'origine della catastrofe va ricercata nell'oceano Atlantico.

919 condivisioni
Storia del terremoto di magnitudo 8.5 e dello tsunami che nel 1755 distrussero Lisbona
1775 lisbona terremoto
Credit: CC BY–SA 4.0, via Wikimedia Commons

È la mattina del 1° novembre 1755 e gli abitanti di Lisbona si stanno recando in chiesa per assistere alla messa di Ognissanti. Non possono immaginare che cosa accadrà da lì a poco. A partire dalle 9:30 una serie di violentissime scosse di terremoto scuote la città. La più forte ha magnitudo stimata intorno a 8,5 e un intensità stimata sulla scala Mercalli MCS pari al XI grado. Ma non è tutto. Il sisma, con epicentro nell’oceano Atlantico, genera uno tsunami che invade le coste portoghesi e anche quelle africane. Alla fine dell’evento, Lisbona è un cumulo di macerie e circa un terzo dei suoi abitanti ha perso la vita.

Crolli, incendi e tsunami mietono in totale circa 100.000 vittime. Siamo di fronte a uno dei terremoti più distruttivi della storia dell’Europa, così catastrofico da influenzare la vita politica, sociale e culturale dell’epoca. Ma come mai un evento di simile portata si è verificato proprio qui? In futuro potrà ripetersi oppure no? Ripercorriamo la vicenda.

Caratteristiche del terremoto di Lisbona del 1 novembre 1755

Il terremoto si verifica in tre violentissime scosse, nell’arco di 6 minuti a partire dalle 9.30 del 1° novembre. La seconda, con magnitudo 8,5, è la più devastante. Gli edifici crollano, invadendo le strade, e seppelliscono gli abitanti di Lisbona. Intanto, i ceri accesi per la celebrazione si rovesciano causando incendi che divampano per giorni. Le scosse causano gravi danni anche nell’Algarve (la regione più meridionale del Portogallo), in Spagna, Algeria e Marocco e sono avvertite in quasi tutta l’Europa, Italia compresa.

convento carmo
Le rovine del Convento do Carmo, a Lisbona, distrutto dal terremoto e mai ristrutturato a memoria dell’evento.

Ma non finisce qui. L’epicentro del terremoto si trova nell’oceano Atlantico, alcune decine di kilometri a sud-ovest di Lisbona. Questo fa sì che al sisma segua uno tsunami. Lungo le coste il mare si ritira e mezz'ora dopo le scosse sul porto di Lisbona si abbatte un’onda alta più di 15 metri. Le acque penetrano nell’entroterra per centinaia di metri, seguendo il corso del fiume Tago a partire dalla foce: coloro che durante il terremoto hanno cercato rifugio sulle sponde del fiume vengono travolti. Lo tsunami raggiunge anche le coste dell’Algarve e più tardi quelle della Spagna e dell’Africa settentrionale. Si dirige anche verso nord-ovest, attraverso l'oceano Atlantico: i suoi effetti vengono osservati addirittura in America settentrionale, nei Caraibi e nei Paesi scandinavi.

Un video della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ricostruisce la propagazione dello tsunami:

Le ripercussioni del terremoto sulla società

All’epoca del terremoto, Lisbona è una delle città più popolose in Europa, dal grande patrimonio culturale. È anche capitale di un importante impero coloniale, sede di un porto in cui approdano navi cariche di spezie e metalli preziosi. In pochi minuti tutto il suo splendore viene distrutto. Si tratta di un vero e proprio trauma non solo per i portoghesi, ma per l’intera Europa. La notizia del terremoto si diffonde rapidamente nel continente attraverso la stampa, che riporta il racconto dettagliato dei testimoni oculari e l’entità dei danni e delle vittime: è la prima catastrofe in Europa ad avere una simile risonanza mediatica. Si apre un dibattito che coinvolge a lungo politici, tecnici, teologi e filosofi.

All’epoca il Portogallo è un Paese molto cattolico e in tanti leggono il fenomeno come una manifestazione della collera divina. Gli illuministi come Voltaire, al contrario, interpretano il sisma ricorrendo alla ragione e alla scienza. Molti intellettuali dedicano i loro scritti al terremoto di Lisbona. Tra questi Immanuel Kant, il quale elabora una personale spiegazione scientifica che in qualche modo inaugura la sismologia.

effetti terremoto lisbona 1755
Credit: Una rappresentazione delle conseguenze del terremoto di Lisbona.

Le cause del terremoto di Lisbona

All’epoca il primo ministro fa raccogliere le testimonianze dei sopravvissuti, attraverso domande precise relative, per esempio, alla durata delle scosse o alle variazioni del livello del mare. È grazie alle risposte, raccolte nell’archivio storico nazionale, che gli scienziati moderni hanno potuto ricostruire la dinamica dell’evento.

In base alla distanza temporale tra la prima scossa e l’arrivo dello tsunami nelle diverse città, per esempio, è stato possibile individuare approssimativamente l’area dell’epicentro. Dovrebbe trovarsi a poca distanza di quello di un terremoto successivo: quello del 1969, collocato 200 km al largo della costa portoghese a sud-ovest della Penisola Iberica (in questo caso, nonostante la magnitudo 7,9 e un piccolo tsunami, non ci furono vittime). Che significato ha il fatto che due terremoti così forti si siano verificati nella stessa area a distanza di più di 200 anni?

Nel tempo sono stati fatti molti studi a riguardo, che a volte hanno portato a conclusioni diverse. Tuttavia, è appurato che terremoti così forti sono compatibili con la presenza di forze di compressione all’interno della litosfera. In questo caso si ipotizza che, a causa della compressione, la crosta dell’oceano Atlantico si stia preparando a sprofondare al di sotto della penisola iberica. Queste forze avrebbero generato faglie lungo le quali sono avvenuti i terremoti. Se l’ipotesi si dimostrasse attendibile, staremmo assistendo alla formazione di una fossa oceanica con andamento parallelo a quello della costa portoghese.

Immagine
Rappresentazione della dinamica delle placche litosferiche presso la penisola iberica. L’epicentro del terremoto del 1775 si trova presso le linee gialle, dove la crosta oceanica avrebbe iniziato a sprofondare. Credit: EGU, CC BY 4.0

Che cosa dobbiamo aspettarci in futuro?

È chiaro, quindi, che in futuro potranno verificarsi ancora terremoti e tsunami altrettanto violenti. Oggi, rispetto al passato, le coste della penisola iberica sono molto più popolate e turistiche. Tuttavia, anche se non è possibile prevedere quando un simile evento accadrà, le moderne tecnologie ci permettono di lanciare un “allarme tsunami” poco dopo la scossa di terremoto. La prevenzione, che comprende l’applicazione delle norme antisismiche e dettagliati piani di evacuazione, sarà quindi indispensabile per evitare le conseguenze più gravi.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views