0 risultati
video suggerito
video suggerito
7 Maggio 2025
10:15

Su Facebook torna il tasto downvote nei commenti, ma non chiamatelo “Non mi piace”: ecco a cosa serve

Facebook sta testando un pulsante di downvote nei commenti non per esprimere disaccordo tramite "non mi piace" o "dislike" ma per segnalare contenuti poco utili. Lo scopo di questa freccia rivolta verso il basso è migliorare la qualità delle conversazioni online.

268 condivisioni
Su Facebook torna il tasto downvote nei commenti, ma non chiamatelo “Non mi piace”: ecco a cosa serve
Immagine
Credit: Meta.

Facebook ci riprova, dopo anni di richieste, polemiche e tentativi abortiti, Meta sta testando nuovamente un pulsante di downvote. Ma non chiamatelo “non mi piace”, la funzione, attualmente in fase sperimentale, è pensata per segnalare commenti ritenuti poco utili e non per esprimere disaccordo o disprezzo. Questo tasto, visibile solo nei commenti e non nei post, è rappresentato da una freccia rivolta verso il basso e non da un pollice verso, e permetterà agli utenti di indicare in forma anonima i commenti che a loro giudizio non apportano valore alla conversazione. A differenza del pulsante “mi piace”, nato nel 2009 e diventato un simbolo della comunicazione digitale, il downvote non avrà visibilità pubblica e non dovrebbe stimolare dinamiche di conflitto. Piuttosto, servirà come segnalazione costruttiva, una sorta di feedback per aiutare gli algoritmi a premiare i contenuti più pertinenti e moderare quelli superflui o fuorvianti.

Cos'è il tasto di downvote di Facebook e a cosa serve

Il desiderio di poter dire “non mi piace” su Facebook è antico quasi quanto il tasto “mi piace” stesso. Introdotto nel 2009, il famoso pollice in su è diventato subito il modo più semplice e immediato per interagire con post e contenuti vari, ma ha anche mostrato alcuni suoi suoi limiti. Cosa fare, per esempio, davanti al post di un amico che racconta lo smarrimento del proprio gatto? O davanti a una notizia tragica, come la morte di una persona cara? In molti si sono trovati a disagio nel dover mettere “like” a qualcosa che, in realtà, suscitava emozioni ben più complesse. Da qui è nato il lungo dibattito sull'introduzione di un'opzione contraria, che però Facebook ha sempre evitato.

La posizione dell’azienda è stata chiara: in un mondo digitale dove le emozioni si amplificano facilmente, un pulsante di disapprovazione esplicita sarebbe potuto diventare un'arma per troll, haters e campagne di molestie coordinate. Lo dimostra l'esperienza di YouTube, che nel tempo ha dovuto rendere invisibile il conteggio dei “dislike” proprio per evitare attacchi mirati, soprattutto contro i creatori più piccoli o appena emergenti.

Il nuovo downvote che Facebook sta testando oggi, però, è diverso. Non serve per dire “non mi piace” ma, molto più semplicemente, a segnalare che un commento è poco utile alla conversazione. Niente visibilità pubblica, niente numeri da collezionare o sventolare. Solo un piccolo strumento di moderazione sociale, pensato per aiutare a distinguere i contributi costruttivi da quelli irrilevanti o dannosi. Sotto il pulsante comparirà una breve didascalia che chiarisce il suo scopo: «Facci sapere quali commenti non sono utili. Questo è anonimo». Un modo per evitare malintesi e per guidare l’uso consapevole di questa funzione.

Facebook aveva già sperimentato una versione simile nel 2018, in un test limitato agli Stati Uniti, ma non lo ha mai reso disponibile su larga scala. Anche su Messenger, nel 2017, era stata provata un emoji con il pollice verso, più per esprimere disaccordo durante le conversazioni che come segnale di moderazione. E persino Instagram, sempre di proprietà di Meta, ha recentemente testato il downvoting nei commenti. Il concetto, insomma, non è nuovo. Ma la sensibilità con cui viene proposto oggi sembra diversa: più orientata alla qualità delle interazioni che alla semplice espressione di un'opinione negativa.

Immagine
Nuovo tasto downvote in test su Facebook. Credit: Meta.

I problemi nell'introdurre il “non mi piace” su Facebook

Nel corso degli anni, Facebook ha cercato modi sempre nuovi per dare agli utenti un ventaglio di opzioni variegate per esprimere i propri sentimenti sulla piattaforma. Nel 2016 sono arrivate le “reazioni”, cioè gli emoji che permettono di andare oltre il semplice “mi piace”: amore, risata, sorpresa, tristezza, rabbia. Queste aggiunte nascono proprio dalla consapevolezza che le nostre emozioni non possono essere condensate in un semplice like. L'idea di introdurre un'opzione di downvote si inserisce in questa stessa logica: offrire uno strumento in più per rendere le interazioni più sfumate, ma senza cadere nella negatività gratuita.

La storia del “non mi piace”, d'altra parte, ha avuto anche risvolti problematici. Nel 2012, ad esempio, truffatori hanno sfruttato la voglia degli utenti di avere quel pulsante per distribuire adware, cioè software pubblicitari indesiderati. Promettendo di abilitare un fantomatico tasto di antipatia sul celebre social network, inducevano le persone a installare estensioni malevole nei loro browser. Anche questo ha contribuito alla prudenza di Meta nel non voler mai lanciare ufficialmente una simile funzione.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views