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22 Settembre 2023
18:43

Terremoto ai Campi Flegrei di magnitudo 3.0, niente di nuovo: è la crisi bradisismica

Altro sisma registrato venerdì 22 settembre 2023 alle ore 11:02 ai Campi Flegrei nella zona Solfatara, avvertita anche dalla popolazione; il bradisismo continua e c'è chi comincia a fantasticare con "super-eruzioni".

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Terremoto ai Campi Flegrei di magnitudo 3.0, niente di nuovo: è la crisi bradisismica
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Credit: INGV.

Alle 11:02 del 22 settembre, nell’area dei Campi Flegrei si sono verificate nuove scosse di terremoto, di cui la più forte di magnitudo 3. In base ai dati dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), l’ipocentro di questo terremoto è situato a 1,4 km di profondità, mentre l’epicentro nella zona della Solfatara. Dal momento che si tratta di un terremoto superficiale, le scosse sono state avvertite chiaramente, in particolare tra Pozzuoli e la parte ovest di Napoli, tra Agnano, Bagnoli e Fuorigrotta, ma anche a Quarto e Bacoli. Al momento non sono stati segnalati danni a persone o cose.

Queste scosse sono solo le ultime di una lunga serie che ha interessato l’area dei Campi Flegrei negli ultimi mesi. Soltanto un paio di settimane fa, il 7 settembre, tra la Solfatara e Pisciarelli si era verificato uno sciame sismico di 18 terremoti, con magnitudo massima 3.8.

Apporfondiamo che cosa sta accadendo dal punto di vista geologico e se è il caso di allarmarsi.

La crisi bradisismica in corso: c'è il rischio di eruzione?

Il sisma di questa mattina è dovuto al fenomeno del bradisismo, che consiste nel periodico e lento sollevamento e abbassamento del suolo dell’area. Il sollevamento è in atto dal 2005 e a luglio 2023 ha raggiunto un picco di 113 cm nell’area del Rione Terra di Pozzuoli. L’innalzamento del suolo, dovuto probabilmente alla risalita di fluidi e gas di origine vulcanica, è accompagnato da terremoti (a differenza delle fasi di abbassamento, durante le quali non ci sono sismi).

Negli ultimi mesi le scosse si sono fatte più frequenti: è quella che viene definita “crisi bradisismica”, che consiste in una fase di sollevamento particolarmente intensa. L’ultimo bollettino rilasciato dall’INGV riferisce che nella settimana dall’11 al 17 settembre nell’area sono stati registrati 41 terremoti con magnitudo massima di 2.9±0.3. Questo incremento dell’attività sismica non significa che un’eruzione vulcanica è imminente, ma è compatibile con un normale quadro di sollevamento dell’area. L’INGV, che monitora costantemente il fenomeno tramite una rete di sensori, fa presente che non ci sono evidenze di risalita di magma verso la superficie, quindi non esiste un pericolo imminente.

I dubbi del vulcanologo dell'INGV

Negli ultimi giorni hanno destato clamore le dichiarazioni di Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’INGV. Secondo l’esperto, l’attuale piano di evacuazione non sarebbe realistico: darebbe infatti per scontato che sia possibile prevedere un’eruzione 72 ore in anticipo. Il problema, afferma Mastrolorenzo, da una parte è che venga dato un falso allarme e dall’altra che l’allarme venga dato in ritardo. E ancora, secondo l’esperto «il problema vero riguarda il fatto che le scosse attuali possono essere già i precursori dell’eruzione, che potrebbe essere una supereruzione». L’INGV, da parte sua, si dissocia dalle parole di Mastrolorenzo, affermando di non condividerne toni e contenuti.

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