L’uragano Beryl è il più forte e distruttivo mai avvenuto così presto nell’Oceano Atlantico. Dopo aver raggiunto la categoria 5, la massima nella scala di intensità per gli uragani, si è abbattuto sui Caraibi, la Giamaica e oggi nello Yucatan come uragano di categoria 2, nel Messico, e al momento si sta dirigendo verso il confine tra Messico e Texas, dove al momento si prevede che arriverà come uragano di categoria 1. Ha raggiunto venti superiori ai 250 km/h e provocato almeno 9 vittime in Giamaica e Grenada, ma i numeri sono purtroppo destinati a salire. Si tratta di un uragano da record: non si era mai visto nell'Atlantico un uragano di categoria 5 così presto all'interno della stagione degli uragani.
I record di Beryl, l'uragano di categoria 5 più precoce nell'Atlantico
Tre giorni fa, il 2 luglio, il National Hurricane Center governativo degli Stati Uniti ha annunciato che l’Uragano Beryl avrebbe portato “venti potenzialmente mortali in Giamaica nella giornata seguente”, e così è stato. Beryl ha raggiunto in poche ore dalla sua formazione la categoria 5, cioè il grado massimo di intensità della scala Saffir-Simpson, portando alla morte di 10 persone. Per intenderci, un uragano di categoria 5 ha venti superiori a 250 km/h, capaci di distruggere interi edifici, sradicare alberi e ferire gravemente o, appunto, uccidere persone e bestiame. Per questo il National Hurricane Center li descrive come “catastrofici”.
Nella zona Atlantica, eventi di questo tipo – uragani e tempeste tropicali – non sono rari. Avvengono ogni anno più o meno intensamente. L’eccezionalità di Beryl sta nel fatto che è l’uragano più precoce mai visto in questa zona dal 1851, primo anno di cui abbiamo informazioni.
Prima di Beryl, l’unico uragano che era riuscito a raggiungere la categoria 5 già a luglio è stato Emily, nel 2005, che toccò la categoria massima il 17 luglio.
Ma cosa rende così strano un evento del genere a inizio luglio? Nell’Atlantico la stagione degli uragani va dal 1 giugno al 30 novembre, ma il cuore della stagione è nei mesi di agosto, settembre e ottobre. È qui che ci aspettiamo gli uragani più forti: da quando è possibile farlo, ne sono stati registrati 39 in questo periodo, mentre gli unici uragani di categoria 5 accaduti già a luglio sono solo Beryl e Emily.
Perché Beryl è un uragano eccezionale: i motivi
Gli uragani – che è il nome usato per i “cicloni tropicali” che avvengono nell’Oceano Atlantico – si creano nella fascia compresa tra i due tropici, dove si trovano le condizioni atmosferiche ideali. Sì, perché questi fenomeni si nutrono di aria calda e umida che si forma sopra le acque calde degli Oceani nei pressi dell’Equatore, dove la temperatura del mare raggiunge anche i 25/26 °C in superficie. Più acqua calda c’è in superficie, e più alta è la sua temperatura, più energia ci sarà per alimentare un uragano.
Infatti l’acqua che evapora si trasforma in vapore acqueo, che sale verso l’alto fino a condensare quando raggiunge temperature più basse, lasciando però una sorta di vuoto al suo interno. Questo vuoto attira l’aria fredda delle zone circostanti, generando forti venti che a loro volta favoriscono evaporazione e poi condensazione. Questo meccanismo si auto-amplifica e lo fa finché l’acqua sulla superficie del mare rimane calda.
L’uragano Beryl è stato così precoce a causa delle temperature particolarmente alte nelle acque nell’Atlantico tropicale. La temperatura infatti all’epoca della formazione di Beryl era di 3-4 °C sopra la media, arrivando a inizio luglio a temperature che solitamente si verificano in agosto o settembre, mesi appunto più intensi per gli uragani.
I motivi di questo fenomeno sono sostanzialmente due: il primo è il riscaldamento globale, che tra le sue conseguenze ha l’aumento della temperatura superficiale degli oceani. E come abbiamo detto, l’acqua calda dei mari è la miccia che fa scoppiare gli uragani.
A peggiorare la situazione è stata la diminuzione di El Niño, un fenomeno meteorologico periodico che è durato fino alla fine della primavera e ora si è praticamente spento. Spiegare tutto nel dettaglio è complicato, quello che ci interessa qui è che la diminuzione del Nino ha impedito nell’atlantico il fenomeno del wind shear, cioè quando i venti cambiano improvvisamente direzione e velocità. Questo ha l’effetto di “tagliare” gli uragani, cioè inibirne la formazione o la crescita.
Come si è formato l'urgano Beryl: l'origine e la crescita da record
Nella notte tra lunedì 1 e martedì 2 luglio, Beryl – come abbiamo detto – ha raggiunto la categoria 5, battendo non solo il record di precocità di oltre due settimane, ma raggiungendo anche un picco di 265 km/h, diventando il più forte uragano Atlantico di luglio per velocità del vento.
Ad essere sorprendente, è stata anche la rapidità con cui si è sviluppato: era venerdì 28 giugno quando il National Hurricane Center ha segnalato una depressione tropicale – fenomeno molto meno intenso, con temporali e venti intorno ai 50/60 km/h. Ma 6 ore dopo la depressione si era già tramutata in tempesta tropicale, fenomeno più intenso, con venti fino a 120 km/h. È bastato poi un solo giorno poi perché la tempesta diventasse uragano. In 48 ore Beryl è arrivato a categoria 4 e dopo altrettante ore, ha battuto ogni record di luglio passando a categoria 5 e diventando, appunto, devastante.
Qual è la possibile traiettoria dell'uragano Beryl: il percorso
Lungo il suo cammino l’uragano ha devastato prima il sud est dei Caraibi e poi la Giamaica, portando a 9 morti accertate, che però potrebbero crescere nei prossimi giorni.
La sua intensità è comunque già calata, scendendo fino alla categoria 1 (venti di poco superiori a 120 km/h, quindi intensi ma con una capacità di danno limitata). Uno dei motivi di questo calo è il fatto che quando un uragano tocca la terra ferma, perde di intensità, perché il suo motore come abbiamo detto sono acque calde e aria calda/umida, che sulla terraferma vengono a mancare.
Allo stato attuale, Beryl secondo i dati del National Hurricane Center ha già iniziato a colpire la penisola dello Yucatan, nel Messico. Anche se l’uragano è calato di intensità, la regione è stata messa in allerta.
Le previsioni del NHC al momento ci dicono che l’uragano perderà forza attraversando lo Yucatan, cioè finché sta sopra la terraferma, e si indebolirà ulteriormente fino a diventare una tempesta tropicale, un fenomeno meno violento con venti fino a 120 km/h.
Le previsioni poi indicano nei prossimi giorni, un cono di possibili traiettorie, indirizzato verso il nord del Messico e il Texas. Per arrivarci Beryl passerà sulle acque, quelle del Golfo del Messico, che dovrebbero rinforzarlo nuovamente prima che si abbatta sulle coste come un uragano di categoria 1, per poi definitivamente indebolirsi fino a morire gradualmente nell’entroterra Texano intorno alla giornata di mercoledì 10 luglio.
Cosa può dirci Beryl su questa stagione degli uragani
L’uragano Beryl ci mostra quanto può essere potente e distruttiva la natura, ma ci mostra anche quanto può essere pericoloso il riscaldamento globale. Per i meteorologi, l’arrivo così precoce di Beryl ci dice che questa stagione degli uragani sarà particolarmente violenta, con un numero elevato di eventi e molto intensi. Questo è un effetto del cambiamento climatico, che appunto ha come conseguenza l’aumento della frequenza e dell’intensità dei fenomeni meteorologici estremi, tra cui anche gli uragani. Eventi che oggi sono considerati rari, come Beryl, ma anche siccità e inondazioni diventeranno sempre più normali: ecco perché è così importante contrastare il più rapidamente possibile la crisi climatica.