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Sciame sismico in Emilia Romagna, si tratta di terremoti antropici?

Tra il 9 e il 10 febbraio un cosiddetto sciame sismico ha colpito un'area a nord di Reggio Emilia, con sismi dalla magnitudo massima pari a 4.3.

10 Febbraio 2022
17:52
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Sciame sismico in Emilia Romagna, si tratta di terremoti antropici?
terremoto-emilia

Tra la sera del 9 febbraio 2022 e le prime ore del 10 febbraio, in Emilia Romagna si è verificato un cosiddetto "sciame sismico", cioè una serie di scosse: la prima, di magnitudo 4, si è verificata il 9 febbraio alle 19:55 e ha avuto come epicentro un’area a circa 4 km da Bagnolo in Piano, in provincia di Reggio Emilia; circa un’ora dopo, alle 21:00, si è verificata una seconda scossa di magnitudo 4.3 con epicentro a Correggio, sempre nella stessa provincia. A queste sono seguite altre scosse tra le 21:06 e le 4:48 del 10 febbraio ma con magnitudo minore, compresa tra 2.0 e 2.7. Complessivamente, la profondità di tutte questi sismi era compresa tra i 2 e i 7 km, come confermato anche dai dati INGV.

Il terremoto ha fatto registrare un valore del V-VI grado sulla scala Mercalli (MCS) ed è stato avvertito anche in altre città, come ad esempio la vicina Modena. Al momento per fortuna pare che non siano stati registrati danni a cose o persone anche se al momento le autorità stanno effettuando i sopralluoghi necessari per accertarsi che tutto sia a posto.
Ma cosa ha causato questa serie di terremoti? Si tratta di eventi simili a quelli del 2012?

Contesto geologico dell'area

La prima cosa da tenere a mente è che l'area dove si sono verificati questi terremoti è una zona sismica. Come si vede dall'immagine sottostante, le linee arancioni corrispondono a faglie – in questo caso faglie compressive. Queste si sono formate a causa del sistema appenninico che spinge da sud-sud ovest verso nord-nord est. In particolare, la faglia che probabilmente ha innescato questa serie di terremoti è la Campegine-Correggio.

Campegine-Correggio
Faglia Campegine–Correggio (credit: DISS).

Si stima che questa faglia abbia una profondità tra i 3 e i 10 km mentre quella dei terremoti tra i 2 e i 7 km. Ecco, questa è un’evidenza che suggerisce che questi sismi siano probabilmente una conseguenza della riattivazione di una di queste faglie.

Le estrazioni di idrocarburi in Emilia Romagna

Una domanda che ci si potrebbe porre è se, in qualche modo, questi terremoti siano collegati alle attività antropiche, come le estrazioni di gas che vengono svolte in Emilia Romagna. Già nel 2012 un altro sciame sismico fu imputato a questo fenomeno, sollevando una bufera mediatica.

Dobbiamo partire dal concetto che sì, le estrazioni possano facilitare la riattivazione di una faglia… Ma ricordiamoci che a livello globale i terremoti legati ad attività antropiche sono nell’ordine dello 0,01 – 0,05%.
Tornando al caso dell'Emilia Romagna, l'immagine sottostante segna con dei poligoni rossi le zone dove si estrae gas, mentre i pallini verdi sono i pozzi produttivi di gas. Per darvi un riferimento, la faglia Campegine-Correggio (quella di cui abbiamo parlato prima), è quella che si trova poco a nord della città di Reggio Emilia.

Concessioni eni
Concessioni nell’area.

Si tratta di un'area dove si estrae tutt'oggi? In realtà no: in passato erano presenti concessioni, ma l'attività estrattiva è terminata ufficialmente nel 1996. Quindi possiamo affermare che i terremoti sono stati causati dall’attività di faglia. Anche perché, in ogni caso, anche l'attività antropica alla fine non "crea" faglie, ma va semplicemente ad agire su quelle già presenti.

Per concludere, nessuno mette in dubbio che le attività umane vadano controllate con la massima attenzione, anche se sono a molti chilometri di distanza da una faglia, ma bisogna anche essere realisti e avere un atteggiamento scientifico. In questo caso l’ipotesi del terremoto indotto è veramente remota. Come abbiamo detto in precedenza questa zona è sismica, così come tante altre lungo la dorsale appenninica, e quindi i terremoti sono fenomeni perfettamente "normali". L'unica cosa che possiamo fare è imparare a convivere con i terremoti e l'unica arma che abbiamo per farlo è la prevenzione!

Sono un geologo appassionato di scrittura e, in particolare, mi piace raccontare il funzionamento delle cose e tutte quelle storie assurde (ma vere) che accadono nel mondo ogni giorno. Credo che uno degli elementi chiave per creare un buon contenuto sia mescolare scienza e cultura “pop”: proprio per questo motivo amo guardare film, andare ai concerti e collezionare dischi in vinile.
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