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12 Marzo 2023
18:30

Archipov, il comandante sovietico che evitò l’escalation nucleare durante la crisi di Cuba

Durante la crisi di Cuba il comandante in seconda Archipov si oppose all'ordine di sganciare un siluro contro una nave statunitense, evitando così l'escalation nucleare.

A cura di Roberto Manzo
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Archipov, il comandante sovietico che evitò l’escalation nucleare durante la crisi di Cuba
archipov

Durante la Crisi di Cuba del 1962 il mondo si è trovato a un passo dall'olocausto nucleare. Ci sono stati diversi episodi in cui si stava per sfociare nella catastrofe, ma, fortunatamente, ci sono stati uomini che con il loro immenso coraggio hanno evitato la fine. Uno di questo è sicuramente Vasilij Aleksandrovič Archipov, capitano della marina sovietica, che si rifiutò di far partire un missile nucleare dal sottomarino sul quale si trovava.

Chi è Vasilij Aleksandrovič Archipov?

Archipov nacque a Zvorkovo (vicino Mosca) il 30 gennaio 1926. Noto per essere una persona umile e timida, si arruolò in marina e partecipò alla guerra sovietico-giapponese sul finire della seconda guerra mondiale nell'agosto 1945. Dopo la laurea nel 1947, Archipov prestò servizio nella flotta sottomarina del Mar Nero, del Nord e del Baltico. Nel 1961 fu protagonista delle sfortunate vicissitudini del sommergibile nucleare K-19: seppur colpito dalle radiazioni, ne uscì vivo.

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Il K–19

Il ruolo di Archipov nella crisi di Cuba

Durante la crisi di Cuba, nell'ottobre del 1962, un numero considerevoli di sottomarini della Marina Militare dell'Urss fu impiegata in gran segreto come scorta ai convogli di navi civili sovietiche che trasportavano materiali bellici sull'isola. In questo frangente, Archipov fu partecipe in qualità di comandante in seconda del sottomarino sovietico B-59 della Classe Foxtrot, sottomarini a propulsione diesel-elettrico.

Durante il blocco navale imposto dagli Stati Uniti e dal presidente Kennedy, la portaerei USS Randolph e undici cacciatorpediniere sganciarono bombe di profondità per far riemergere il sottomarino, che ne frattempo si era rifugiato negli abissi, così da costringerlo ad allontanarsi. Dopo essere uscito indenne dal bombardamento, il comandate del B-59 diede ordine di lanciare un siluro a testata nucleare contro il convoglio statunitense, ma per rendere effettivo l'ordine era necessario che Archipov concordasse con l'ordine.

Lui però, onde evitare un escalation nucleare, non confermò l'ordine del suo superiore e dunque il B-59 non lanciò il siluro. Al rientro in patria si aprì una commissione di inchiesta per indagare sull'operato di Archipov, il quale fu prosciolto da ogni accusa e potè continuare la sua carriera in marina.

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Sottomarino di Classe Foxtrot

Anni successivi e morte

Archipov continuò la sua carriera nella Marina Militare Sovietica fino a raggiungere il grado di ammiraglio nel 1981 e si ritirò a metà degli anni '80. Successivamente si stabilì nei dintorni di Mosca dove morì il 19 agosto 1998, nove giorni prima della morte del capitano del K-19 Nikolaj Zateev. Archipov morì per un tumore ai reni, presumibilmente come conseguenze delle radiazioni assorbite nel 1961.

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