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27 Aprile 2025
16:30

Cos’è il cloud storage, come funziona e quali sono pro e contro nell’utilizzarlo

L'archiviazione in cloud rende più semplice conservare e archiviare dati in modo relativamente economico e sicuro. I file vengono salvati su server remoti a cui è possibile accedere in qualsiasi momento via Internet.

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Cos’è il cloud storage, come funziona e quali sono pro e contro nell’utilizzarlo
cloud storage

Il cloud storage (talvolta chiamata anche archiviazione remota o archiviazione sul cloud) è una tecnologia che consente di salvare dati e file su server remoti accessibili via Internet o tramite connessioni di rete private. Quando affidate i vostri dati a un  cloud come Google Drive, Dropbox, AWS S3, Microsoft Azure, è il provider a occuparsi dell'infrastruttura sottostante: gestisce, protegge e mantiene i server su cui vengono conservate le informazioni, garantendovi l'accesso in qualsiasi momento. Questo tipo di archiviazione si distingue per la flessibilità: potete aumentare o diminuire la capacità a seconda delle vostre esigenze, pagando solo per ciò che effettivamente utilizzate.

A differenza dei dischi rigidi locali o delle reti di archiviazione interne, come le costose SAN (Storage Area Network), il cloud storage elimina l'obbligo di investire in infrastrutture fisiche. Non mancano, comunque, alcuni aspetti negativi da considerare prima di decidere di affidarsi totalmente ai servizi di archiviazione remota. Su tutti, la sicurezza dei dati e la possibile perdita di controllo sulla loro amministrazione.

Dove si trovano i file salvati in cloud

Quando utilizzate il cloud storage, non state semplicemente salvando i file “sulla nuvola” come si dice nel gergo comune, ma li state caricando su server fisici che, a loro volta, sono situati in data center spesso distribuiti su più località geografiche. Questi server non sono necessariamente visibili o accessibili direttamente: in molti casi, lavorate con macchine virtuali, ovvero sistemi simulati che “girano” all'interno di veri server fisici. Questo approccio permette una grande flessibilità: all'aumentare dei dati da archiviare, il provider può attivare nuove istanze virtuali per assorbire il carico aggiuntivo.

La connessione ai dati avviene in genere tramite un portale Web, un'app dedicata o direttamente attraverso un'interfaccia di programmazione o API (Application Programming Interface), un insieme di comandi che permettono alle applicazioni di comunicare tra loro. È così che molti servizi e app moderne accedono e gestiscono le informazioni archiviate.

Uno degli aspetti distintivi del clodu storage è la sua capacità di garantire la cosiddetta “ridondanza”, cioè la duplicazione dei dati su più macchine. Questo significa che anche in caso di malfunzionamento di un server, i file salvati dall'utente in cloud rimarranno comunque disponibili grazie alla copia presente su un altro sistema.

Quanti tipi di cloud esistono

Esistono diversi tipi di cloud storage. Solitamente la classificazione comprende le seguenti tre tipologie di archiviazione in cloud.

  • Il modello pubblico è quello più diffuso: in questo caso viene condivisa l'infrastruttura del provider con altri utenti o aziende, ed è possibile accedere ai propri dati da qualunque dispositivo connesso. È la soluzione più semplice ed economica, ideale per chi ha bisogno di archiviazione elastica e senza investimenti iniziali.
  • Il cloud privato, al contrario, è una struttura riservata solo alla propria organizzazione. Può essere ospitata internamente o fornita da un provider su rete dedicata. Viene solitamente scelto da enti che gestiscono dati sensibili, come banche o ospedali, che hanno esigenze di controllo e conformità normativa molto stringenti.
  • Il modello ibrido, come facilmente intuibile, combina i due modelli: consente di decidere quali dati conservare in ambienti pubblici e quali in ambienti privati, ottimizzando così aspetti cruciali, come la sicurezza e i costi.

Pro e contro del cloud storage

Tra i principali vantaggi dello storage cloud c'è sicuramente la scalabilità: potete espandere o ridurre la capacità di archiviazione con grande flessibilità, senza dover acquistare nuovo hardware. Inoltre, i tempi di implementazione sono molto rapidi: in poche ore, a volte minuti, è possibile iniziare a usare un servizio cloud. Un altro punto forte è la gestione semplificata: manutenzione, sicurezza e aggiornamenti sono a carico del provider. Dal punto di vista economico, il modello a consumo vi permette di evitare spese iniziali importanti, trasformando l'archiviazione in un costo operativo prevedibile. In caso di emergenze, come disastri naturali o attacchi informatici, il backup esterno basato sul cloud permette di evitare la perdita dei dati. supporta la continuità operativa, rendendo i dati accessibili anche se la sede aziendale non lo è.

Chiaramente, esistono anche alcune criticità. La sicurezza è una delle principali preoccupazioni: sebbene i provider adottino tecnologie avanzate per proteggere i dati, nel corso del tempo è capitato che provider di servizi cloud siano stati oggetto di critiche a causa di episodi di violazioni o accessi non autorizzati. Inoltre, il controllo amministrativo potrebbe risultare ridotto: delegando a terzi la gestione dell'archiviazione, potreste non avere la piena visibilità o flessibilità nella gestione dei vostri dati. Un ulteriore punto da considerare è la latenza, ovvero il ritardo nella trasmissione dei dati, che può aumentare se si utilizzano connessioni Internet condivise o poco performanti. E, altro aspetto che può benissimo rientrare nei “contro”, riguarda il fatto che alcuni settori regolamentati, come quello sanitario o finanziario, devono affrontare vincoli normativi molto rigidi, che talvolta rendono incompatibile l'archiviazione di certi tipi di dati sensibili nel cloud, a meno che il provider non offra soluzioni certificate per la conformità normativa.

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