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19 Marzo 2023
15:30

Dove si buttano gli scontrini e perché non sono riciclabili? Ecco com’è fatta la carta termica

Gli scontrini commerciali hanno un lato lucido perché sono ricoperti da alcune sostanze chimiche che reagiscono con il calore. Questo è il motivo per cui non sono riciclabili.

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Dove si buttano gli scontrini e perché non sono riciclabili? Ecco com’è fatta la carta termica
carta termica scontrini

Almeno una volta nella vita ci sarà capitato di chiederci come si differenzia la carta degli scontrini, ma non solo. Biglietti di ingresso ai musei, etichette sui pacchi da spedizione ma anche quelle adesive delle bilance da supermercato. Tutti questi prodotti sono realizzati con lo stesso tipo di materiale: la carta termica.
Ci accorgiamo della differenza con la carta normale perché è lucida sul lato di stampa. Ed è proprio la patina lucida che ci fa dubitare riguardo allo smaltimento di questi prodotti.  In effetti il nostro intuito non sbaglia: la carta degli scontrini non è riciclabile.

Di cosa è fatta la carta termica degli scontrini?

Gli scontrini sono realizzati in carta, ma in una tipologia particolare. La carta termica si chiama così perché al suo interno ci sono dei composti che reagiscono al calore. Per capire come funziona possiamo fare un esperimento. Avvicinando una fonte del calore ad uno scontrino vecchio (senza bruciarlo) possiamo vedere che annerisce.

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Credits: IIVQ – Tijmen Stam

Ora immaginiamoci cosa succede se, al posto di avvicinare un accendino, avviciniamo un timbro riscaldato. Il calore impresso sul foglio di carta termica diventa inchiostro. Questo avviene grazie alla particolare composizione di questo materiale.
Alla base del materiale abbiamo una normalissima carta. Le sostanze coloranti vengono aggiunte al supporto grazie all'applicazione di alcuni rivestimenti che le danno anche l'aspetto lucido e quasi "plasticoso".

carta termica etichette adesive

Gli strati della carta termica

La carta termica è ricoperta da diversi strati: un pre-rivestimento, uno strato di inchiostro termosensibile e infine uno strato di protezione superficiale.
Il pre-rivestimento serve a far aderire meglio lo strato di inchiostro. L'inchiostro termosensibile ha uno spessore di pochi millesimi di millimetro e contiene una specie di inchiostro incolore, un agente legante e dei reattivi. Lo strato protettivo più esterno, invece, è uno strato trasparente che sigilla il rivestimento attivo e rende la stampa realizzata più durevole nel tempo.

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Quando la carta viene riscaldata, i coloranti contenuti nello strato di inchiostro si sciolgono, mentre gli agenti leganti prevengono che questi coloranti si diffondano sul foglio. È come se il calore “rompesse” le microcapsule d’inchiostro intrappolate nella carta ma solamente in quel punto specifico, in modo da far comparire il testo desiderato sullo scontrino.
Spesso si pensa che gli scontrini non siano riciclabili perché sono stampati con qualche inchiostro particolare. In realtà il problema è la carta stessa, che contiene una sorta di inchiostro incorporato. I coloranti presenti al suo interno allo stato non eccitato appaiono di colore bianco; se esposti al calore diventano di un altro colore, nero o blu.

Il metodo di stampa termica

Le stampanti per la carta termica non utilizzano i metodi di stampa tradizionali con inchiostro né con toner. Al contrario, per la carta degli scontrini si utilizza la stampa termica. Durante la stampa la testina della stampante si riscalda e questo provoca delle reazioni sul lato lucido del foglio.

La stampante termica è dotata di tanti piccoli elementi riscaldati (tecnicamente si parla di pixel di stampa) che si attivano a seconda delle lettere che devono stampare sul foglio. Il calore di questi elementi provoca una reazione sul lato lucido della carta, facendo sciogliere i coloranti nello strato attivo di carta e generando la stampa.
Una stampante termica è silenziosa, è composta da poche componenti meccaniche, è piccola e veloce.

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Esempio di stampa a trasferimento termico (TT)

In realtà possono esserci due tecniche: stampa termica diretta (DT) o stampa a trasferimento termico (TT).
Nel primo caso la testina di stampa va a diretto contatto con la carta, marchiandola con il calore. Nel secondo caso è presente un nastro che funge da cuscinetto tra la testina di stampa e la superficie della carta. Questo nastro è rivestito da un inchiostro a base di cera o resina che viene trasferito grazie a calore e pressione sulla carta.

Il problema del bisfenolo

Tra tutte le componenti chimiche contenute nello strato di inchiostro ce n'è una che ha generato non poche controversie. Si tratta del bisfenolo A (BPA), un composto chimico ampiamente usato nella produzione della plastica. Questa sostanza però viene definita come un interferente endocrino, ovvero una sostanza capace di alterare il nostro sistema di ormoni.

È dimostrato che questa sostanza si trasmette all'uomo tramite contatto con la pelle. Se teniamo in mano uno scontrino in carta termica con bisfenolo A, dopo 5 secondi 1 millesimo di grammo di questa sostanza si trasferisce sui nostri polpastrelli (Biedermann et al. 2010). Immaginate ora con quanti scontrini entra in contatto un cassiere ogni giorno.
Per questo motivo dal 2020 gli scontrini sono BPA Free, ossia con una concentrazione di bisfenolo A inferiore allo 0,02% (Regolamento UE 2016/2235).

Il riciclo della carta termica

Niente da fare. Le sostanze chimiche che vengono aggiunte alla carta per conferirgli la capacità di reazione al calore non possono essere trattate e quindi la carta di questo tipo non può essere riciclata. Ecco perché gli scontrini vanno smaltiti nel bidone dell'indifferenziata.
Esiste anche una nuova generazione di carta termica che può essere riciclata. La riconosciamo perché sullo scontrino c'è scritto "riciclabile con carta" e il suo colore è diverso: di solito è blu o grigia.

Per approfondire, ecco un video che abbiamo realizzato sul riciclo della carta:

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