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19 Febbraio 2024
8:09

Enrico Mattei, il fondatore di ENI che sfidò le grandi compagnie petrolifere

Fondatore di Eni, il manager Enrico Mattei cambiò il volto dell'Italia nel dopoguerra, assumendo un ruolo di primo piano nel mercato del petrolio controllato dalle “sette sorelle”. Ripercorriamo la sua storia fino al tragico incidente aereo in cui perse la vita.

A cura di Erminio Fonzo
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Enrico Mattei, il fondatore di ENI che sfidò le grandi compagnie petrolifere
mattei copertina

Enrico Mattei è stato uno degli uomini più importanti dell’Italia del Novecento. Nato ad Acqualagna il 29 aprile 1906, dopo un'esperienza nella Resistenza durante la Seconda guerra mondiale  divenne un imprenditore, un manager e un politico, noto soprattutto per aver guidato l'Agip (l'azienda petrolifera dello Stato) e aver fondato nel 1953 l'Eni (Ente nazionale idrocarburi), un altro ente statale che aveva l’obiettivo di incrementare la produzione italiana di idrocarburi e inserirsi nel mercato internazionale.

Mattei riuscì a ottenere concessioni e appalti nei Paesi detentori delle riserve di petrolio, offrendo ai governanti condizioni più vantaggiose di quelle proposte dalle grandi compagnie che dominavano il mercato, da lui battezzate “le sette sorelle”. I successi dell’Eni procurarono a Mattei molti nemici, sia in Italia, sia all’estero, e nel 1962 il dirigente trovò la morte in un incidente aereo causato da un attentato dinamitardo. I mandanti non sono mai stati individuati con certezza.

La vita di Enrico Mattei, dal fascismo alla Resistenza

Enrico Mattei nacque ad Acqualagna, nelle Marche, nel 1906. Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere, iniziò la carriera di dirigente d’azienda e di imprenditore nel settore delle vernici, ottenendo risultati apprezzabili. Nel 1922 si iscrisse al Partito nazionale fascista e negli anni seguenti coltivò buoni rapporti con le autorità del regime. Tuttavia si rese conto della vera natura del fascismo e nel 1943 aderì alla Resistenza, divenendo il leader dei partigiani cattolici, vicini al partito della Democrazia cristiana. In questa veste, si rivelò un eccellente organizzatore e acquisì grande notorietà.

Sfilata della liberazione a Milano. Mattei e il secondo da destra (credit Istituto Parri)
Sfilata della liberazione a Milano. Mattei e il secondo da destra (credit Istituto Parri)

La politica italiana per il petrolio e l’Agip

Nel 1945 il governo nominò Mattei commissario dell’Agip e lo incaricò di curare la liquidazione dell’azienda. L’Agip era stata fondata durante il fascismo e la classe dirigente riteneva che fosse inutile, perché, in base alla legge, le risorse del sottosuolo italiano potevano essere dalle aziende private a condizioni di parità con le aziende pubbliche. L’Agip, pur potendo partecipare alle estrazioni, non godeva di alcun privilegio rispetto alle altre compagnie, tra le quali figuravano le grandi aziende statunitensi.

Mattei, però, era convinto che in Italia esistessero giacimenti di petrolio e gas naturale ancora da scoprire e che lo Stato italiano avesse il diritto di sfruttarli. Scontrandosi con una parte della classe politica e con le aziende straniere, il dirigente riuscì a salvare l’Agip e a condurre ricerche di nuovi giacimenti in Pianura Padana. Gli eventi sembrarono dargli ragione: nel 1946 l’azienda scoprì considerevoli riserve di metano a Caviaga (Cremona, oggi Lodi) e nel 1949 persino un giacimento di petrolio nel paese di Cortemaggiore (Piacenza). La riserva di petrolio, in realtà, era di piccole dimensioni, ma Mattei fu abile nell’utilizzarla sul piano propagandistico. L’Agip iniziò a produrre la benzina Supercortemaggiore, pubblicizzata con lo slogan “la potente benzina italiana” e con il logo del cane a sei zampe.

Logo della Supercortemaggiore
Logo della Supercortemaggiore

La nascita dell'Eni e la sfida alla “sette sorelle”

Dopo l'inizio delle estrazioni a Cortemaggiore, Mattei si mostrò sempre più intenzionato ad affrancare l’Italia dalla dipendenza dalle grandi compagnie petrolifere. Il mercato del petrolio era in una fase di forte espansione, dovuta all’aumento delle automobili in circolazione e ai cambiamenti della struttura economica. I Paesi produttori, inoltre, erano sempre più irritati dallo strapotere delle compagnie petrolifere e reclamavano introiti maggiori. Mattei, consapevole dei cambiamenti in corso, nel 1953 fondò l’Ente italiano idrocarburi (Eni), un’azienda statale nella quale confluì l’Agip, e ottenne il monopolio delle ricerche nella Pianura Padana. L’Eni non trovò ì giacimenti degni di nota, ma si inserì con successo nel mercato internazionale.

Una delle prime mosse del nuovo ente fu la partecipazione allo sfruttamento dei giacimenti dell’Iran, che provocò un serio dissibdio con le grandi compagnie petrolifere, chiamate da Mattei “le sette sorelle”: le cinque statunitensi Standard Oil of New Jersey (poi Exxon), Standard Oil of New York (poi Mobil), Standard Oil of California (poi Chevron), Texaco e Gulf Oil, l’inglese Anglo-Persian Oil Company (poi British Petroleum) e l’anglo-olandese Shell. Le sette sorelle avevano costituito un Consorzio per l’Iran e Mattei propose che entrasse a farne parte anche l’Eni, ottenendo però un rifiuto. Il dirigente, senza darsi per vinto, negoziò direttamente con lo Scià (il sovrano dell’Iran), riuscendo a ottenere una concessione che, pur essendo di entità limitata, ruppe il monopolio del Consorzio.

Lo scia Reza Pahlevi
Lo Scià Reza Pahlevi

Mattei, inoltre, ottenne concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti anche in altri Paesi produttori, offrendo ai governi locali un compenso maggiore, il 75% degli introiti al posto del 50% che offrivano le sette sorelle. Queste ultime, naturalmente, erano irritate dalla concorrenza del dirigente italiano.

Mattei e la politica italiana

Nella seconda metà degli anni ’50 Mattei divenne l’uomo più potente d’Italia. Era membro della Democrazia cristiana, ma spesso poteva agire senza interessarsi dei partiti politici e delle istituzioni. Quando era necessario, non esitava a corrompere i propri interlocutori. L’Eni accumulò grandi quantità di fondi neri, non dichiarati in bilancio, dei quali Mattei si serviva per ottenere appoggi politici e “pagare” i partiti quando necessario. Per sua stessa ammissione, usava i partiti come dei taxi: «Salgo, pago la corsa, scendo». Non era però interessato all’arricchimento personale.

Mattei fondò anche un quotidiano, Il Giorno, che serviva per creare appoggi politici, e si interessò di energia nucleare, facendo diventare l’Eni principale azionista della prima centrale italiana, costruita a Latina alla fine degli anni ’50 ed entrata in funzione dal 1963.

Primo numero del quotidiano Il Giorno
Primo numero del quotidiano Il Giorno

L’attivismo di Mattei, però, non piaceva a molti imprenditori ed esponenti della classe politica italiana, intimoriti dal potere che aveva acquisito.

L'incidente aereo e la “misteriosa” morte di Enrico Mattei

Mattei morì il 27 ottobre 1962 in un incidente aereo: mentre tornava da una missione di lavoro in Sicilia, l’aereo dell’Eni sul quale viaggiava precipitò nei pressi del paese di Bascapè (Pavia). L’incidente apparve subito sospetto, ma il processo, concluso nel 1966, terminò con il non luogo a procedere.

Inchieste successive hanno accertato che l’aereo esplose in volo a causa di una bomba. L’attentato fu forse compiuto dalla mafia siciliana, interessata a compiacere la criminalità organizzata statunitense, che era a sua volta in rapporti con le compagnie petrolifere. Tuttavia molti aspetti della vicenda restano oscuri e i mandanti non sono mai stati identificati con certezza. Si è ipotizzato il coinvolgimento di Gladio (la struttura paramilitare segreta, finanziata dalla CIA, attiva in Italia), di esponenti della politica italiana, di altri dirigenti dell’Eni. Nessuna ipotesi, però, è stata provata in maniera definitiva.

L’unica cosa certa è che dopo la morte di Mattei l’Eni non fu più in grado di sfidare il “cartello” che dominava il mercato petrolifero.

I resti dell'aereo di Mattei
I resti dell’aereo di Mattei
Fonti principali
Nico Perrone, Enrico Mattei: stratega del petrolio, Audiodocumentario, Radio2 Il caso Mattei - Misteri d'Italia
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