Danionella cerebrum è il nome di uno dei pesci più piccoli al mondo, protagonista di una scoperta recente davvero sorprendente. Il minuscolo animale, infatti, riesce a produrre suoni molto intensi, arrivando a generare impulsi sonori aventi un’ampiezza di 7 Pa, corrispondenti a 137 decibel. Per intenderci, quest’ultimo valore è paragonabile a quello prodotto da un aereo nelle fasi del decollo e percepito da un orecchio umano posto a 100 metri di distanza, oppure superiore al suono di una sirena o del clacson a circa 1 metro di distanza. Lo studio, risultato delle ricerche di un team di scienziati dell’Einstein Center for Neuroscience, in Germania, è stato pubblicato su PNAS il 26 febbraio 2024. Vediamolo nel dettaglio.
Danionella cerebrum è una specie descritta nel 2021 e possiamo immaginarla come un pesce dalle dimensioni molto ridotte, dal corpo trasparente e dal cervello più piccolo tra i vertebrati conosciuti. L’animale misura in media 12 millimetri, meno del diametro di una moneta da 1 centesimo di euro, e vive nei corsi d’acqua del Myanmar.
Date le sue caratteristiche fisiche, viene da poco impiegato come organismo modello per le ricerche scientifiche. Nel corso dello studio delle sue capacità di produzione acustica, gli scienziati hanno scoperto che D. cerebrum è in grado di produrre suono tramite un apparato di produzione del suono davvero unico, composto da una cartilagine utilizzata come un tamburello, una costola specializzata e un muscolo che si è evoluto perché il movimento non produca troppo affaticamento.
Come fa la grandine a danneggiare un aereo in volo?
La serie di impulsi sonori, molto intensi, viene prodotta quando la cartilagine batte sulla vescica natatoria (proprio come fosse un tamburo). In questo modo, soprattutto i maschi della specie sono in grado di produrre suoni stereotipati, quindi ripetitivi, molto forti che gli permettono di comunicare con i conspecifici (gli individui della stessa specie).
Per capire come fa D. cerebrum a produrre i suoni, i ricercatori hanno studiato i piccoli pesci utilizzando diverse tecniche scientifiche, tra cui l'analisi genetica, l'impiego di video ad alta velocità e la tomografia computerizzata per comprendere a pieno la disposizione delle strutture anatomiche degli animali.
In conclusione, si tratta di animali capaci di produrre suoni molto intensi, di circa 140 decibel a una distanza di 10-12 millimetri (corrispondenti alla lunghezza media del corpo), paragonabili al suono che percepirebbe un orecchio umano posto a 100 metri da un aereo che decolla. Gli scienziati hanno ipotizzato che D. cerebrum abbia evoluto questa modalità di generazione del suono per comunicare in condizioni di acqua torbida, quando la vista e gli altri sensi servirebbero a poco.