Il vulcanismo è uno dei qualsiasi processi e fenomeni associati all’eruzione superficiale di roccia fusa, frammenti piroclastici o acqua calda e vapore, inclusi vulcani, geyser e fumarole. È un fenomeno legato non soltanto al nostro pianeta, ma ci sono prove che sia stato importante nello sviluppo anche degli altri pianeti cosiddetti rocciosi cioè Mercurio, Venere e Marte, così come di alcuni satelliti naturali come la Luna. In questo articolo parleremo del fenomeno del vulcanismo, della sua natura e della differenza tra vulcanismo primario e secondario.
Il vulcanismo sulla Terra
Il fenomeno del vulcanismo rappresenta il modo in cui la Terra trasferisce all'esterno il calore e il materiale fluido, o magma, in essa presenti. Sul nostro pianeta i fenomeni legati al vulcanismo si verificano in zone ben definite e distinte tra loro, nella maggior parte dei casi associate anche ad attività sismica. Possiamo distinguere 3 zone principali:
Vulcanismo in zone di margini di placca convergenti (subduzione)
La maggior parte delle manifestazioni legate al vulcanismo li ritroviamo ai confini delle enormi placche che compongono la litosfera ossia la crosta e il mantello superiore. Il numero maggiore di vulcani terrestri attivi, circa l'80%, e i fenomeni correlati si verificano dove due placche tettoniche convergono e una sovrasta l'altra, costringendola a scivolare nel mantello (subduzione) e quindi ad essere riassorbita, generando nuovo magma che tenderà a sua volta a risalire. Gli archi insulari si formano in tali zone di subduzione e in genere sono caratterizzati da un vulcanismo di tipo esplosivo – in Italia ne sono un esempio l‘arcipelago delle Eolie.
Vulcanismo in zone di margini di placca divergenti (allontanamento)
La seconda importante zona geologica relativa al vulcanismo la troviamo lungo l'asse del sistema di dorsale oceanica, dove le placche si allontanano; il magma dunque fuoriesce dal mantello, creando un nuovo pavimento oceanico lungo i bordi di entrambe le placche. Tutta l’attività vulcanica avviene sott'acqua, ma in alcuni punti le dorsali oceaniche sono sufficientemente elevate da emergere dall'oceano, e quindi si verifica il vulcanismo subaereo. L’Islanda è l'esempio più noto, infatti non è altro che una porzione del fondale oceanico atlantico in superficie!
Generalmente i magmi che eruttano lungo le dorsali oceaniche sono di tipo basico (basso contenuto in silice, quindi tendenzialmente poco viscosi).
Vulcanismo in zone di intraplacca, punti caldi “hot spot”
Il vulcanismo si manifesta anche all'interno di placche oceaniche e continentali, che risultano lontani dai loro margini, ed è causato dal movimento delle placche stesse su un "punto caldo" fisso, da cui i magmi possono penetrare in superficie attraversando la crosta terrestre. L’esempio più noto è quello delle isole vulcaniche delle Hawaii che si trovano all'interno della placca del Pacifico, o il parco dello Yellowstone (USA) che si trova all'interno della placca continentale Americana. Questi magmi generano una catena di vulcani progressivamente più antichi, che segnano la direzione del movimento della placca sul punto caldo.
I processi vulcanici
Il magma dal mantello risale attraverso la crosta e può raggiungere la superficie, dove il suo comportamento dipende principalmente dalla viscosità della roccia fusa e dalla quantità di gas. Un magma viscoso, tipico degli stratovulcani, tende a trattenere i gas, per cui produce solitamente eruzioni esplosive, mentre un magma più fluido, dunque poco viscoso, si degassa molto più facilmente, per cui le eruzioni associate saranno di tipo effusivo, quindi con scarsa carica esplosiva. I vulcani a scudo sono tipici di magmi poco viscosi.
In alcuni casi, il magma può raffreddarsi e solidificarsi senza raggiungere la superficie, così la massa magmatica cristallizza all'interno della crosta, formando le intrusione magmatiche o plutoni.
Vulcanismo primario e secondario
Il vulcanismo si può distinguere in primario e secondario:
Il vulcanismo primario è contraddistinto dalle eruzioni, ossia emissioni di magma che, a seconda della composizione e della viscosità di quest'ultimo, possono essere di tipo esplosivo o effusivo e che, a loro volta, danno origine a diversi tipi di vulcani.
Il vulcanismo secondario consiste, invece, in emissioni di gas o vapori e di acque calde e caratterizza in genere le fasi finali dell'attività di un vulcano; sono esempi di vulcanismo secondario i geyser, i vulcani di fango, le solfatare, le acque termali e le fumarole.