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15 Febbraio 2025
7:00

La svolta diplomatica di Trump: la telefonata al Cremlino e le reazioni internazionali

Una telefonata durata un'ora e mezza tra Trump e Putin pare abbia dato inizio a dei possibili negoziati per la pace in Ucraina, Zelensky ha espresso preoccupazioni per il suo mancato coinvolgimento, mentre l'Europa teme concessioni a Mosca. Intanto continuano i combattimenti.

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La svolta diplomatica di Trump: la telefonata al Cremlino e le reazioni internazionali
Putin e Trump
Credits: Kremlin.ru

Nei giorni scorsi il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato di aver avuto una «lunga e altamente produttiva telefonata», durata un'ora e mezza, con Vladimir Putin, descrivendola come l'inizio di un negoziato per porre fine alla guerra in Ucraina. Entrambi i leader sarebbero d’accordo nel voler fermare i «milioni di morti» causati dalla guerra. Già da tempo, Trump aveva espresso chiaramente ai suoi consiglieri che trovare una fine alla guerra sostenuta dagli Stati Uniti è una priorità per la sua amministrazione.

Nel suo nuovo mandato, Trump ha cercato fin da subito di risanare i rapporti con Mosca, con la promessa di risolvere la guerra in Ucraina, sottolineando quanto sia importante per lui raggiungere un accordo di pace. Oltre a aver espresso il desiderio di vedere Putin al prossimo G7, ha anche dichiarato di non voler continuare sostenere finanziariamente l'Ucraina, lasciando intendere che la fine della guerra vorrebbe dire, per gli Stati Uniti, smettere di sostenerne i costi.

L'iniziativa diplomatica di Trump ha causato non pochi timori rispetto alla possibilità che Russia e Stati Uniti possano stringere una sorta di alleanza che spingerebbe l'Ucraina ai margini di qualsiasi negoziato di pace. Zelensky, che nei giorni scorsi aveva fatto sapere tramite social che lui e Trump stavano «pianificando i prossimi passi per fermare l'aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile», si è poi dimostrato piccato dal fatto che il Presidente degli Stati Uniti avesse chiamato il Cremlino, escludendolo da una conversazione che a suo parere avrebbe dovuto avere tre interlocutori (Stati Uniti, Ucraina e Russia).

Mentre dal Cremlino arriva la conferma dell’invito rivolto a Trump affinché si rechi in visita a Mosca, Dmitry Peskov, portavoce russo, ha sottolineato che Putin ha parlato della necessità di eliminare le cause profonde del conflitto, suggerendo così l’idea che la Russia non si accontenterà di un semplice “cessate il fuoco” ma, perché avvenga la pace, vorrà vedere soddisfatte particolari richieste non ancora specificate.

Il timore più grande, attualmente, è che dagli Stati Uniti venga a mancare il sostegno finora assicurato e giungano pressioni tali da spingere Kiev a fare concessioni alla Russia che i funzionari ucraini hanno fino ad ora ritenuto inaccettabili. Zelensky ha inoltre dichiarato che anche gli europei «devono essere al tavolo dei negoziati», e diversi leader europei hanno ribadito che non ci possono essere negoziati sull'Ucraina senza l'Ucraina, tra questi Emmanuel Macron che ha affermato che solo Zelensky può negoziare per l'Ucraina e che una «pace che è una resa» da parte di Kiev non sarebbe positiva.

In realtà Putin ha lasciato spesso intendere di essere disponibile a raggiungere un accordo sull'Ucraina direttamente con gli Stati Uniti, e la disponibilità dello stesso Trump ad aggirare Kiev, trattando direttamente con Putin, potrebbe fornire al leader russo una vittoria diplomatica in un momento in cui il campo di battaglia pare rimanere bloccato. In ogni caso, a breve è previsto un incontro tra Zelensky, J.D. Vance vicepresidente degli Stati Uniti, e il segretario di Stato Marco Rubio a Monaco. Si prevede che Vance cercherà di rassicurare Zelensky sul fatto che l'Ucraina sarà coinvolta nei negoziati, anche se come partner minore.

Intanto i combattimenti tra Russia e Ucraina continuano, con attacchi di droni e scambi di artiglieria. Entrambe le parti stanno cercando strenuamente di rinforzare le fila dei loro eserciti: la Russia offrendo bonus e stipendi più alti per attrarre nuove reclute, mentre l'Ucraina ricorrendo a tattiche di mobilitazione più drastiche.

I Paesi della NATO hanno ribadito il loro sostegno a Kiev. Il segretario generale Mark Rutte, ha sottolineato che l'Europa dovrebbe spendere di più per la difesa, che la produzione militare dovrebbe aumentare e che l'Ucraina ha bisogno di una pace sostenibile. Tuttavia, sull’adesione dell’Ucraina alla NATO il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Pete Hegseth, ha espresso scetticismo, dichiarando che gli USA non appoggeranno la mozione, nell’ottica di un piano di pace realistico.

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