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12 Febbraio 2025
9:00

Lo sapevi che esiste un vetro radioattivo? Cos’è il vetro all’uranio, come riconoscerlo e i rischi

Il vetro all’uranio è un materiale unico nel suo genere, noto per la sua fluorescenza verde brillante sotto la luce solare, una caratteristica che affascina l’uomo sin dai tempi dei Romani. Non dobbiamo però preoccuparci della sua radioattività, perché molto ridotta ed entro i limiti di sicurezza.

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Lo sapevi che esiste un vetro radioattivo? Cos’è il vetro all’uranio, come riconoscerlo e i rischi
vetro fluorescente uranio

Avete mai sentito parlare di vetro all’uranio? Sì, avete letto bene: esiste davvero una tipo di vetro che contiene una percentuale di uranio, di solito inferiore al 2% in peso. Lo stesso uranio, elemento n° 92 della tavola periodica, conosciuto per il suo impiego nelle centrali a fissione nucleare per la produzione di energia. Ma come è possibile che venga utilizzato anche per scopi “civili”? E soprattutto, è pericoloso perché radioattivo?Per rispondere a questa domanda, bisogna fare un passo indietro nel tempo. L’uranio, infatti, era utilizzato molto prima che ne venissero scoperte le potenzialità come combustibile nucleare: già in epoca antica era apprezzato per le sue qualità decorative, soprattutto per i mosaici. Il vetro all’uranio ha caratteristiche davvero affascinanti, tra cui l’emissione di una luce verde brillante di fluorescenza sotto raggi ultravioletti come quelli provenienti dal Sole. Per quanto riguarda il rischio legato alla sua radioattività, non c'è da allarmarsi: il vetro all'uranio emette una radiazione molto inferiore alla radioattività naturale a cui siamo comunemente esposti, ma i lavoratori di questo settore corrono maggiori rischi e devono adottare specifiche precauzioni.

Cos’è il vetro all’uranio e come riconoscerlo

Nella maggior parte dei casi, la presenza di ossido di uranio in questo particolare vetro è molto limitata rispetto all’intera composizione, dallo 0,1% fino a un massimo di 1,5-2% in peso, il che è sufficiente per conferire al materiale la nota colorazione verde-giallastra. La combinazione con altri additivi può portare a diverse tonalità di colore, spostandosi talvolta anche sul rosato in base alla quantità di ciascun componente.

oggetti vetro uranio
Utensili in vetro all’uranio fluorescono sotto luce UV. Credits: Realfintogive, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons

Per il resto, la lavorazione segue quella di un classico vetro trasparente o colorato, con la differenza che, a prodotto finito, se illuminato con una luce ultravioletta (anche quella solare), il vetro emetterà un’intensa e brillante luce verde caratteristica dovuta alla fluorescenza dell’ossido di uranio, legata alla sua capacità di assorbire parte delle onde elettromagnetiche dell'ultravioletto ed emettere appunto luce visibile nella banda del verde.

Il vetro all’uranio è radioattivo ma non pericoloso

Il vetro contenente uranio è radioattivo? La risposta è sì: l’uranio contenuto nel vetro è effettivamente radioattivo, ma niente paura: la radioattività è talmente bassa da essere considerata innocua. La pericolosità di una radiazione per l’uomo dipende principalmente dalla quantità di nuclei atomici in grado di emettere particelle radioattive. Per fare un esempio, nella vita di tutti i giorni siamo costantemente esposti a radiazioni provenienti dalle “fonti” naturali, come da alcune rocce o perfino dal cosmo. La radioattività naturale a cui siamo soggetti non ci tocca minimamente, è troppo bassa per poterci danneggiare. Il vetro all’uranio contiene una quantità molto ridotta dell’elemento radioattivo. Diversi studi hanno confermato che la dose di radiazioni emessa è inferiore al fondo di radioattività naturale e ben al di sotto dei limiti di esposizione considerati sicuri.

radiazioni

Ovviamente, ci sono situazioni particolari che richiedono particolare attenzione. Gli artigiani che lavorano il vetro potrebbero inavvertitamente inalare o ingerire uranio e, per questo, devono prendere particolari precauzioni. Un discorso simile può essere fatto se si resta in contatto fisico con il vetro per tempi prolungati, ad esempio se si indossano collane di questo materiale. Tuttavia, possedere in casa un oggetto puramente decorativo a base di vetro all’uranio non dovrebbe comportare alcun rischio particolare, grazie alla maggiore consapevolezza scientifica moderna e agli anni di studi sulla radioattività. Inoltre, va sottolineato che per ridurre al minimo qualsiasi potenziale rischio legato a un uso improprio del materiale la produzione di vetro all’uranio è ormai molto limitata e non avviene più su larga scala. E voi terreste mai una decorazione in vetro all’uranio in casa?

Il vetro all’uranio attraverso la storia

L’uranio fu scoperto nel 1789 nella forma di ossido, ma solo nel 1841 venne isolato come metallo puro. Nel XIX secolo il suo utilizzo era limitato quasi esclusivamente alla produzione di vetro. L’ossido di uranio, per esempio, dona una colorazione verde o gialla ai materiali, rendendolo perfetto per mosaici e vetrate. Con la scoperta della radioattività da parte di Henri Becquerel nel 1896, l’attenzione sull’uranio cambiò radicalmente: le sue applicazioni si concentrarono sempre più sulla ricerca scientifica legata alla radioattività e, successivamente nel corso del XX secolo, sull’utilizzo come combustibile e arma nucleare.

uranio

Durante la guerra fredda, l’uranio venne destinato principalmente a scopi militari e industriali e il suo impiego per la produzione di vetro fu lasciato in secondo piano. Solo dopo la fine della guerra fredda si tornò a utilizzarlo anche per scopi “civili” e la fabbricazione di vetro all’uranio tornò a prosperare.

È curioso, però, che l’uso dell’uranio in ambito decorativo abbia origini molto più antiche, risalenti addirittura ai tempi dei Romani. Studi moderni hanno infatti rilevato la presenza di ossido di uranio in alcune tessere verdi di un mosaico rinvenuto nella Villa Romana Imperiale presso Posillipo, datato al 79 d.C.! Non è ancora chiaro se la presenza di uranio fosse accidentale o intenzionale, ma si ipotizza che gli artigiani romani potessero aver utilizzato volontariamente minerali uraniferi per ottenere il colore verde. Questa scoperta dimostrerebbe uno dei primi utilizzi conosciuti di un materiale contenente uranio, proprio il vetro.

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