Nella mattinata di mercoledì 25 ottobre il Messico è stato colpito dall'uragano Otis, che ha devastato la città di Acapulco e provocato danni, allagamenti e blackout. Si registra un'abbondanza detriti diffusi in una vasta area e strade inondate di fango. Nell'area del porto, l'80% degli hotel della città balneare ha subito danni. Stando ai dati ufficiali, Otis sarebbe l'urgano più violento ad aver mai colpito la costa pacifica del Paese.
L'evento meteorologico ha raggiunto il massimo grado della scala Saffir-Simpson utilizzata per classificare i cicloni, cioè la categoria 5. Otis ha fatto infatti registrare venti fino a 265 km/h e le intense piogge hanno anche causato una frana in prossimità di Acapulco, la città più colpita di tutto il Paese.
Complessivamente si contano quasi 30 vittime, oltre 300.000 persone senza elettricità e una devastazione diffusa su tutta l'area. Il bilancio, purtroppo, è ancora in aggiornamento. Ma per quale motivo l'uragano è arrivato in maniera così inaspettata?
I meteorologi non sono riusciti a prevedere in modo corretto l'arrivo di Otis sul Messico, almeno fino alla sera precedente al disastro. Ci si aspettava infatti che l'uragano crescesse di potenza in modo graduale – come suggerito dai modelli digitali – raggiungendo al massimo i 100 km/h circa. Invece la velocità dei venti è salita a 180 km/h in sole 24 ore, colpendo poi le coste del Messico molto prima rispetto a quanto atteso. Questo, ancora una volta, ci ricorda che per quanto i modelli meteorologici stiano costantemente migliorando, è ancora complesso capire con esattezza quando una tempesta "normale" si possa trasformare in un violento uragano.
La rapida intensificazione del fenomeno è stata causata da diversi fattori, come la presenza del pattern climatico El Niño che ha scaldato le acque oceaniche, oppure il fatto che in prossimità delle coste messicane ci fossero ancora 31 °C, nonostante sia la fine di ottobre. Inoltre è da segnalare anche l'assenza del "wind shear", cioè di venti che cambiano rapidamente velocità e che avrebbero potuto "tagliare" l'uragano, impedendone la formazione.