Negli ultimi mesi la zona dei Campi Flegrei è stata interessata da numerosi sciami sismici, con scosse fino a magnitudo 4.2, a cui da qualche giorno sta seguendo un periodo di relativo silenzio sismico. Le preoccupazioni legate alla recente attività sismica hanno riacceso l'attenzione su quello che è considerato il supervulcano più pericoloso d'Europa. L'area flegrea si estende per circa 200 km2, più del comune di Milano, ma in mancanza di un edificio vulcanico ben riconoscibile non è semplice capire la portata di queste dimensioni. In questo articolo vediamo i dati satellitari sul sollevamento bradisismico dell'area flegrea, che ci aiutano a “vedere” quanto è grande la caldera del supervulcano.
Il sollevamento nel periodo 2016-2021
Nei Campi Flegrei avviene il fenomeno del bradisismo, caratterizzato dall'alternanza di innalzamento e abbassamento dell’area calderica. Durante i periodi di sollevamento si possono verificare numerose scosse di intensità anche sostenuta che, se concentrate in un ristretto arco di tempo, portano a una crisi bradisismica come quella attualmente in corso nell'area flegrea.
A partire dagli anni '90 siamo in grado di misurare dallo spazio gli spostamenti del terreno. In particolare, Grazie a una tecnica nota come InSAR siamo in grado di misurare spostamenti millimetrici del terreno a partire da immagini satellitari acquisite a quasi 800 km di quota. Queste informazioni sono fondamentali e uniche perché consentono di monitorare il movimento del terreno a scala anche nazionale con una precisione elevatissima, con vantaggi in termini di tempo e denaro rispetto a sistemi tradizionali di monitoraggio da terra come le antenne GPS.
La tecnica è quindi ideale per misurare in maniera estremamente accurata il sollevamento bradisismico dei Campi Flegrei. Ecco quindi i dati InSAR elaborati dal satellite dell'Agenzia Spaziale Europea Sentinel-1 relativi al periodo 2016-2021:
- le zone in verde sono stabili;
- le zone in giallo si sono abbassate;
- le zone in blu si sono sollevate.
Come si può vedere, la zona flegrea si è sollevata per tutto il periodo, con valori anche superiori a 80 mm all'anno. La distribuzione areale del recente sollevamento, ossia le zone in blu, forma un cerchio che vede il massimo valore nella zona del Porto di Pozzuoli: non a caso gran parte degli oltre 1100 terremoti registrati ad agosto 2023 ha epicentro nella zona colorata in blu.
In altre parole, attraverso i dati InSAR sul sollevamento flegreo possiamo “vedere” la forma quasi perfettamente circolare del supervulcano e anche la sua estensione: l'area colorata di blu ha un diametro di ameno 9 km e al suo interno potrebbero verificarsi eruzioni vulcaniche da varie bocche, come quelle già presenti (per esempio il Monte Nuovo).
Il sollevamento nell'ultimo anno
La mappa in basso, sempre derivata dalla tecnica InSAR, si riferisce al periodo settembre 2022-settembre 2023. Le frange colorate intorno alla città di Pozzuoli sono dovute al movimento del terreno e indicano che il sollevamento dell'area è stato di quasi 20 cm.
Deformazioni del genere non sono dei segnali da considerare anomali. Il terreno si è sempre mosso nella zona flegrea e continuerà a farlo. Basti pensare che dal 2005, anno di inizio della fase di sollevamento bradisismico della zona flegrea, alcune aree si sono sollevate di oltre 1 metro e che valori di sollevamenti del genere, se non superiori, sono avvenuti anche durante le precedenti crisi bradisismiche.
Le frange nettamente visibili nell'immagine in corrispondenza dei Campi Flegrei mostrano il sollevamento della zona. Sono dovute al fatto che la mappa è stata prodotta a partire da una coppia di immagini radar acquisite dal satellite dalla medesima posizione per due momenti diversi combinate assieme in modo particolare: in gergo si parla di interferogramma. Ogni frangia rappresenta uno spostamento della superficie terrestre lungo la linea di vista del satellite: indicano quindi una intensa deformazione del suolo.