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13 Marzo 2025
14:28

Terremoti in aumento ai Campi Flegrei, ma non ci sono segni di eruzione imminente: il bollettino INGV

Nuovi terremoti nei Campi Flegrei: l’ultima forte scossa (magnitudo 4.4) si è verificata stanotte alle 1:25 con epicentro a Bagnoli, provocando diversi danni ai palazzi e una persona ferita. Ma a cosa è dovuto l'aumento dell’intensità dei terremoti? È il caso di preoccuparci per un'eruzione imminente? In realtà no: analizziamo gli ultimi bollettini dell'INGV.

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Terremoti in aumento ai Campi Flegrei, ma non ci sono segni di eruzione imminente: il bollettino INGV
Terremoto Campi Flegrei magnitudo 4.0

La forte scossa di terremoto di magnitudo 4.4 del 13 marzo con epicentro a Bagnoli, nei Campi Flegrei, e avvertita distintamente in tutta la città di Napoli, ha portato un comprensibile spavento nella popolazione, anche per via dei danni che ha provocato, come il crollo di un solaio a Pozzuoli, calcinacci finiti sulle automobili e una persona ferita. Le scuole della zona sono rimaste chiuse e si stanno effettuando numerosi controlli sulla rete stradale e ferroviaria.

Tra le altre cose, il nuovo sciame sismico sta colpendo l'area flegrea mentre si sta registrando un aumento di emissioni di CO2, che può essere pericolosa soprattutto per possibili accumuli in scantinati e piani bassi. La preoccupazione della popolazione è dunque comprensibile. Molti si chiedono se c'è da temere per l'arrivo imminente di un terremoto ben più violento o addirittura un'eruzione all'interno della caldera. Tentiamo quindi di fare chiarezza analizzando i dati degli ultimi bollettini emessi dall'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), secondo cui al momento «non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni a breve termine».

Cosa dice l'ultimo bollettino INGV sui Campi Flegrei: i dati

L'ultimo bollettino settimanale dell'INGV, riferito alla settimana dal 3 al 9 marzo, conferma il fatto che da metà febbraio è aumentata notevolmente la velocità di risalita del suolo nei Campi Flegrei dovuta al fenomeno vulcanico del bradisismo.

In particolare, dall'inizio dello sciame sismico del 15-20 febbraio (che ha portato alla scossa più intensa dello scorso mese, di magnitudo 3.9) la velocità di risalita ha raggiunto nel Rione Terra il valore piuttosto elevato (ma ancora preliminare) di 30 millimetri al mese. Stiamo parlando di un valore triplo rispetto ai 10 millimetri al mese registrati mediamente nel periodo tra agosto 2024 e febbraio 2025, e più elevato dei 20 millimetri al mese da aprile ad agosto 2024.

sollevamento suolo campi flegrei
Sollevamento del suolo nel Rione Terra dei Campi Flegrei. Credit: INGV

Non è però il valore più alto registrato dall'inizio dell'attuale crisi bradisismica in corso dal 2005. Nel 2023, per esempio, il suolo del Rione Terra ha raggiunto una velocità di risalita di ben 40 millimetri al mese. Durante la crisi bradisismica del 1982-1984 il suolo si sollevò di ben 180 centimetri in due anni, con una media di oltre 7 centimetri al mese. Insomma, quello che sta avvenendo ora non è qualcosa che non si è mai visto nella zona.

In ogni caso, l'attuale accelerazione della risalita del suolo nei Campi Flegrei è un dato di fatto. E più il suolo risale, più tendono ad aumentare di frequenza e di intensità i terremoti. Non è un caso che a questa accelerazione sia corrisposto un notevole aumento nel numero dei terremoti: febbraio 2025 è stato il mese più sismico degli ultimi 40 anni nell'area flegrea, con 1813 terremoti ci magnitudo superiore a 0.0 (la maggior parte dei quali avvertita solo dai sismografi) e 9 diversi sciami sismici.

Come confermato anche dalla conferenza stampa tenuta nelle scorse ore dall'Osservatorio Vesuviano dell'INGV, il quadro complessivo che emerge dai dati raccolti sui Campi Flegrei (variazioni del suolo, emissioni idrotermali ecc.) lasciava aspettative su un aumento della sismicità nella zona, anche se come sempre in questi casi non è mai possibile prevedere quando e con che intensità colpirà il prossimo terremoto. L'aumento delle scosse e l'intensità del sisma di magnitudo 4.4 di stanotte è quindi coerente con la situazione complessiva dell'area flegrea e dunque non può essere interpretato come un segnale del fatto che stia per accadere qualcosa. In compenso, ci si può aspettare di avere altri terremoti di questa intensità nei Campi Flegrei.

E la questione dei gas? Ultimamente si è parlato molto dell'aumento di anidride carbonica e anidride solforosa nell'area flegrea. L'ultimo bollettino mostra un trend di aumento delle emissioni di CO2 dalla solfatara di Pisciarelli da agosto 2024, ma senza significative variazioni nel breve termine. Questo aumento è in linea con l'aumento della sismicità e con l'aumento dell'intensità del bradisismo, quindi tutti gli aspetti sono coerenti e rimangono entro limiti consistenti con quanto ci si può aspettare nel corso di una crisi bradisismica nei Campi Flegrei. Anche in questo caso, quindi, non ci sono elementi per pensare che stia per succedere qualcosa di grosso nel prossimo futuro.

emissioni anidride carbonica pisciarelli
Flusso di CO2 misurato nell’area di Pisciarelli. Credit: INGV

Che legame c’è tra l’aumento dei terremoti, gas e bradisismo?

Il legame tra sollevamento del suolo, sismicità ed emissioni idrotermali non è particolarmente complesso da un punto di vista puramente qualitativo. Al di là dei dettagli tecnici, le crisi bradisismiche sono legate al fatto che i fluidi magmatici riescono a risalire attraverso fratture nel sottosuolo, andando sostanzialmente a “gonfiare” il suolo. Quello che risulta è che il suolo si inarca, deformandosi sia verticalmente (si solleva) sia orizzontalmente un po' come farebbe la “cupola” di un panettone che sta lievitando.

spostamenti suolo campi flegrei
Spostamenti del suolo orizzontali (a sinistra) e verticali (a destra) misurate nei Campi Flegrei da gennaio 2023 a febbraio 2025. Credit: INGV

L'inarcamento del suolo va quindi a indurre stress dinamico che può risultare in fratture a bassa profondità che vanno quindi a generare terremoti. Le nuove fratture poi possono rappresentare nuovi canali di risalita dei fluidi magmatici.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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