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26 Marzo 2025
18:05

Il terremoto in Alaska del 1964 di magnitudo 9.2 fu il secondo più violento mai registrato

Il terremoto dell’Alaska del 1964, che colpì il Paese il 27 marzo alle 17:36 locali con una magnitudo di 9.2, fu il secondo più potente mai registrato. Durato circa 4 minuti, il sisma scatenò anche uno tsunami che causò danni in numerose città. Le stime delle vittime si aggirano intorno alle 135, con la maggior parte causati proprio dallo tsunami.

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Il terremoto in Alaska del 1964 di magnitudo 9.2 fu il secondo più violento mai registrato
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La città di Anchorage in Alaska dopo il terremoto del 1964 Credit: U.S. Army, Public domain, via Wikimedia Commons

Il terremoto dell'Alaska del 27 marzo 1964 face tremare la terra alle 17:36 locali per circa 4 minuti  con una magnitudo di 9.2, diventando il secondo terremoto più violento mai registrato dopo quello di Valdivia in Cile del 1960 di magnitudo 9.5 e il più violento mai registrato negli Stati Uniti. Questo evento catastrofico generò anche uno tsunami che si propagò dalle isole Kodiak fino alle coste della California settentrionale, causando circa 135 vittime. Con epicentro nel Prince William Sound e conosciuto anche come il "Terremoto del Venerdì Santo" – in inglese Good Friday earthquake – poiché avvenne il venerdì precedente la Pasqua di quell'anno, provocò ingenti danni da frane e smottamenti, in particolare ad Anchorage, la città più grande dello Stato.

I dati sul terremoto in Alaska del 27 marzo 1964

L'Alaska è stata protagonista di uno tra i fenomeni naturali più potenti della storia quando il 27 marzo 1964, alle 17:36 ora locale, la terra tremò per 4 minuti e mezzo con una magnitudo di 9.2. L'Alaska, regione notoriamente ad alta attività sismica, caratterizzata da una varietà di terremoti, causati dallo scontro tra placche tettoniche e dalla subduzione della placca pacifica oltre che dall'attivazione di faglie.

Anche se al momento della scossa in Alaska c'era un solo sismografo attivo, gli scienziati hanno usato dati di sismografi lontani, tsunami e misurazioni del terreno per capire come è avvenuto il terremoto del 1964. Il sisma è stato un terremoto da subduzione, causato dallo scontro tra la placca pacifica (una placca oceanica) e la placca nordamericana (una placca continentale). La spaccatura nella crosta terrestre in corrispondenza della subduzione tra le placche è chiamata Fossa delle Aleutine. L'epicentro (60,908° N, 147,339 °O) si trovava nel Prince William Sound, un'insenatura nel Golfo dell'Alaska, a circa 25 km di profondità, vicino alla foce del fiordo College, a ovest di Valdez e a est di Anchorage.

mappa Alaska
Mappa dell’Alaska che mostra l’epicentro del terremoto del 1964 (stella rossa) e le placche coinvolte. Credit: US Geological Survey, Department of the Interior/USGS

Il terremoto scatenò frane, smottamenti e il crollo di diversi edifici. Proprio Anchorage, situata a circa 120 km dall'epicentro, fu la città più colpita. Il centro cittadino subì gravi danni, con circa 30 isolati di edifici residenziali e commerciali danneggiati o distrutti. Edifici importanti come il JC Penney Building e il Four Seasons apartment building, ma anche molti edifici scolastici, crollarono o rimasero gravemente danneggiati.

Danni ingenti si verificarono in diverse zone della città, in particolare a Turnagain Heights, dove una vasta area fu devastata da improvvisi smottamenti che distrussero circa 75 abitazioni. Le infrastrutture, come le condutture idriche e del gas, le fognature e le reti elettriche e telefoniche, rimasero interrotte in tutta la città.

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Zona di Turnagain Heights, nella città di Anchorage, dopo il terremoto del 1964. Credit: NOAA Central Library, via Wikimedia Commons

Il maremoto dopo le scosse in Alaska

Il terremoto scatenò inoltre uno tsunami che colpì numerose città lungo il Golfo dell'Alaska e causò danni anche a Port Alberni in Canada, lungo la costa occidentale degli Stati Uniti (dove si contarono vittime in Oregon e in California) e fino alle Hawaii. L'onda più alta, con un'altezza di ben 67 metri, fu registrata a Valdez Inlet. L'Alaska era già stata vittima nel 1958 dello tsunami della baia di Lituya, considerato il più alto mai registrato con onde alte fino a 525 metri.

Le stime delle vittime di questo storico terremoto variano leggermente a seconda della fonte. L'USGS (United States Geological Survey) riporta 131 decessi, di cui 122 causate dallo tsunami e 9 attribuibili direttamente al terremoto. Altre fonti, come la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), indicano un numero leggermente superiore, pari a 139 di cui 124 dovute allo tsunami. I danni materiali, invece, sono stati stimati in circa 2,3 miliardi di dollari.

Nonostante la sua potenza e la devastazione causata, il terremoto dell'Alaska, fortunatamente, non ha raggiunto i livelli di mortalità di altri eventi sismici storici. Il terremoto dello Shaanxi del 1556 in Cina, per esempio, rimane il disastro sismico più letale, con un numero di vittime stimato intorno alle 830.000.

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