;Resize,width=638;)
La Valle d’Aosta è una regione a statuto speciale dell’Italia nord-occidentale. La sua identità è fortemente condizionata dal territorio montano su cui sorge: la regione è infatti la più piccola in Italia per superficie (3 258,61 km2) ed è interamente racchiusa dai più alti rilievi dell’arco alpino, in particolare dalle sezioni delle Alpi Pennine e Graie, nel settore delle Alpi Occidentali.
L’immaginario comune che rimanda alla Valle d’Aosta non è poi troppo diverso dalla realtà paesaggistica e culturale del territorio. Le Alpi, con 4 cime sopra i 4000 metri – Monte Bianco, Monte Rosa, Cervino, Gran Paradiso -, incorniciano ogni angolo della regione considerata il tetto d'Europa e caratterizzata da un’importante presenza di ambiente selvatici, allo stesso tempo emblematici e diversificati. Irte cime battute dal vento, verdi pascoli alpini, estese foreste, torrenti e laghi glaciali sono il contesto in cui si inseriscono numerosi tesori storici e culturali della regione. Tra leggende e piatti tipici, vediamo le 10 curiosità.
- 11. Perché la Valle D’Aosta si chiama così
- 22. La regione più piccola d’Italia
- 33. La Valle d’Aosta non ha province
- 44. Il tetto d’Europa
- 55. Il parco nazionale più vecchio d’Europa
- 66. I ghiacciai della Valle d’Aosta
- 77. Il Monte Rosa non è rosa
- 88. Il patois
- 99. Lo tsan, il baseball valdostano
- 1010. Il forte di Bard è la sede dell’Hydra in Avengers: Age of Ultron
1. Perché la Valle D’Aosta si chiama così
A differenza della denominazione di molte altre regioni italiane, le cui nebulose origini si perdono nella notte dei tempi, tra nomi di antiche popolazioni e toponimi in lingue dimenticate, l’origine di quella della Valle d’Aosta è piuttosto intuibile.
Il nome deriva, infatti, dalla città e capoluogo Aosta, trasformazione di Augusta Praetoria, fondata dai Romani nel 25 a.C. durante la progressiva conquista della Gallia. Valle d’Aosta fa riferimento, letteralmente, alla valle che circonda la città di Aosta.

2. La regione più piccola d’Italia
La Valle d’Aosta è la regione più piccola d’Italia sotto tutti i punti di vista. La superficie pari a 3 258,61 km2 è la minore tra quelle di tutte e venti le regioni italiane, così come lo è la sua popolazione di 122 714 abitanti. Per fare un paragone con le regioni più grandi, la superficie della Valle d’Aosta è circa 8 volte più piccola di quella della Sicilia (che ha l’estensione maggiore), mentre la sua popolazione è poco più dell’1% di quella della Lombardia (la regione più popolosa del Paese). La densità di popolazione, nonostante il territorio poco esteso, è di 38 abitanti per chilometro quadrato. Anche in questo caso, la densità è la più bassa dell’intera penisola.

3. La Valle d’Aosta non ha province
La regione è l’unica in Italia a non essere suddivisa in province (o in altri enti amministrativi equivalenti). Data l’estensione ridotta del territorio, infatti, l’intero confine regionale corrisponde grossomodo con l’area di influenza del capoluogo e la gestione del territorio a questo livello è coordinata direttamente dagli uffici regionali. La suddivisione in comuni è ugualmente presente e la Valle d’Aosta ne conta 74.

4. Il tetto d’Europa
Se da un punto di vista antropico la Valle d’Aosta si colloca per numeri alle ultime posizione della classifica italiana, dal punto di vista geografico il territorio regionale ci riporta record completamente opposti. Alla regione è spesso associato l’appellativo che si usa pure per indicare il Monte Bianco e cioè quello di “tetto d’Europa”. Questo perché la regione comprende nei suoi confini i rilievi (o loro porzioni) più alti d’Italia e d’Europa, primo fra tutti, appunto, il Monte Bianco, con i suoi 4 805,59 metri di altitudine sul livello del mare. Oltre a questo, sono parte del territorio regionale il Monte Rosa (4 634 m), condiviso anche con Svizzera e Piemonte, e il Cervino (4 478 m), sempre al confine con la Svizzera. La Valle d’Aosta vanta pure l’altitudine media più alta dell’intero Paese, ben 2 100 metri.

5. Il parco nazionale più vecchio d’Europa
A cavallo tra Valle d’Aosta e Piemonte troviamo il Parco nazionale del Gran Paradiso, il parco nazionale più antico d’Italia e d'Europa. Istituita in una sua prima forma nel 1821, l’area protetta aveva come obiettivo la salvaguardia dello stambecco, al tempo in via di estinzione a causa della caccia incontrollata. Il fatto davvero curioso è che la scelta di istituire il parco non fu mossa da una generale presa di coscienza dei problemi ambientali degli ecosistemi alpini, bensì dal semplice desiderio degli allora sovrani della Casa Savoia di costituire un'esclusiva riserva privata di cacciagione. La cosa oggi ha in realtà poca importanza, in quanto questo consentì la sopravvivenza degli stambecchi delle Alpi, diventati oggi simbolo dell’area protetta.
Il Parco nazionale del Gran Paradiso fu ufficialmente istituto il 3 dicembre 1922 (il primo in Europa) da re Vittorio Emanuele III, nipote del primo re d'Italia. Comprende oggi una superficie di oltre 700 km2 di ambiente montano modellato dalle grandi glaciazioni del quaternario e numerose specie vegetali e animali: oltre ai celebri stambecchi, vi possiamo trovare camosci, marmotte, volpi, aquile reali, poiane, allocchi, civette e numerose specie di rettili e anfibi.

6. I ghiacciai della Valle d’Aosta
In una delle regioni più montuose d’Italia non potevano ovviamente mancare i ghiacciai. La Valle d’Aosta ne conta ben 184 che coprono una superficie di circa 120 km2: più della metà dell’estensione dei ghiacciai in tutto il Paese! La maggior parte si trova nei principali massicci, quelli del Monte Rosa, del Monte Bianco e del Gran Paradiso, che comprendono una gran varietà di queste formazioni nevose perenni, costituendo non solo un importante tesoro ambientale e una notevole riserva di acqua dolce, ma anche un complesso geologico di grande interesse scientifico.

7. Il Monte Rosa non è rosa
Benché si pensi spesso che il termine rosa dell’omonimo monte sia associato alla colorazione del rilievo durante l’alba e il tramonto, la verità è un’altra. Facciamo comunque una precisazione: dalla Pianura Padana si può osservare per davvero questo imponente massiccio rivestito di tonalità rosse, rosa e arancio durante le ore in cui il Sole sorge o cala, ma la scelta del nome ha tutt’altra origine. Il termine moderno, che appare per la prima volta tra il XV e il XVI secolo (Monte della Roisa), sembra riferirsi all’antica etimologia di roiza o roiza e cioè ghiacciaio, oppure, ghiaccio. Monte Rosa significherebbe quindi, più che altro, “montagna ghiacciata”.

8. Il patois
In virtù del suo impervio territorio montano, delle dimensioni e, soprattutto, della sua posizione di confine, la Valle d’Aosta è una regione a statuto speciale. La regione comprende infatti due lingue ufficiali, l’italiano e il francese, alle quali si aggiunga una varietà linguistica francoprovenzale conosciuta come patois (pronunciata patuà). Il patois valdostano è tutt’ora diffuso in diverse località valdostane. È una lingua antica, che è stata tramandata di generazione in generazione e che caratterizza ancora una forte identità nella cultura locale. Viene usata durante alcune celebrazioni religiose e pure nei media, come periodici, reti televisive e radio.
9. Lo tsan, il baseball valdostano
La Valle d’Aosta vanta diversi sport tradizionali, tra cui ritroviamo il più o meno conosciuto tsan. Il nome deriva dal patois e fa riferimento al “campo” alpino su cui storicamente si gioca, è uno sport che affonda le sue radici nella cultura contadina delle comunità montane. Parliamo di uno sport a squadre che richiama il ben più noto baseball, in cui due formazioni da 12 giocatori ciascuna si alternano in fasi di attacco e difesa, colpendo e intercettando, in differenti momenti di gioco, lo tsan, che dà il nome anche alla pallina di legno.
Gli attrezzi di gioco in legno sono tradizionalmente realizzati in modo artigianale e comprendono: la pertse, una pianticella lunga qualche metro e ricurva che serve a sostenere lo tsan durante la fase di battuta, e il baton, una mazza di legno con la quale si colpisce il tsan appoggiato alla pertse. Le fonti citano lo tsan già in documenti del 1600, ma essendo l'attività stata praticata per secoli dai pastori durante le lunghe soste nei prati delle più remote località montane è perfettamente logico immaginare che sia invece molto più antica.
10. Il forte di Bard è la sede dell’Hydra in Avengers: Age of Ultron
La Valle d’Aosta è terra di fortificazioni che risalgono alle più disparate epoche storiche e il forte di Bard è certamente uno dei castelli più famosi. L’imponente costruzione, che sovrasta con la sua mole l’omonimo borgo, è un complesso fortificato edificato nel XIX secolo dalla dinastia dei Savoia sulla base di precedenti fortificazioni che sembrano risalire al tempo della popolazione germanica degli Ostrogoti. La posizione è infatti storicamente strategica e mette in comunicazione la Pianura Padana con il versante meridionale delle Alpi Occidentali.
L’effetto paesaggistico che restituisce la fortificazione è così d’impatto che il forte di Bard è stato scelto persino come location nel colossal americano Avengers: Age of Ultron, in cui compare nelle primissime sequenze della pellicola come base della temuta Hydra nel corso dell’assedio dei celebri vendicatori.
