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25 Gennaio 2024
9:00

Batiscafo Trieste, il primo veicolo sceso nelle profondità oceaniche della Fossa delle Marianne

Il batiscafo Trieste, costruito in Italia e progettato in Svizzera, è famoso per essere stato il primo mezzo a raggiungere il punto più profondo del pianeta, ma fu protagonista anche di altre imprese, rese possibili dalle sue eccezionali caratteristiche tecniche.

A cura di Erminio Fonzo
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Batiscafo Trieste, il primo veicolo sceso nelle profondità oceaniche della Fossa delle Marianne
Batiscafo Trieste copertina

Il batiscafo Trieste fu costruito in Italia tra il 1952 e il 1953 su progetto di due ingegneri svizzeri, Auguste e Jacques Piccard. Era composto da un corpo principale, in parte riempito di benzina (più leggera dell’acqua), e da una sfera d’acciaio per ospitare l’equipaggio. Il Trieste operò nel Mediterraneo fino al 1958, quando fu acquistato dalla Marina militare degli Stati Uniti e impiegato per la discesa nella Fossa delle Marianne, a 10.916 metri di profondità, avvenuta il 23 gennaio 1960 con protagonisti Jacques Piccard e Donald Walsh.

Negli anni seguenti il batiscafo fu usato per altre missioni, tra le quali la ricerca di un sottomarino nucleare affondato, e nel 1964 fu ritirato dal servizio.  Le caratteristiche tecniche del Trieste sono state prese a modello per la costruzione dei batiscafi successivi, come il Titan. Oggi è esposto al Museo Navale di Washington.

Cos’è un batiscafo

I batiscafi, unità sommergibili ad auto-propulsione, sono veicoli capaci di immergersi a grande profondità. I normali sottomarini non possono scendere più di qualche centinaio di metri sotto il livello del mare, perché non sono in grado di resistere alla pressione dell’acqua, che aumenta man mano che si scende. Sono perciò necessari mezzi specifici, che devono essere sia resistenti, sia capaci di non affondare per il peso. I primi batiscafi furono costruiti dopo la seconda guerra mondiale da un ingegnere svizzero, August Piccard, che fino ad allora aveva lavorato sui palloni aerostatici.

Auguste Piccard (credits Bundesarchiv)
Auguste Piccard. Credits: Bundesarchiv.

Piccard pensò di sfruttare il medesimo principio dei palloni, cioè servirsi di una sostanza più leggera dell’acqua (così come i palloni ne usano una più leggera dell’aria): la benzina, che riempiva un grande serbatoio, al quale si collegava una cabina di forma sferica per ospitare l’equipaggio. Nacque così il primo batiscafo, denominato FNRS2 (FNRS1 era una mongolfiera costruita da Piccard), che nel 1954, dopo alcune modifiche e dopo essere stato ribattezzato FNRS3, riuscì a scendere a oltre 4000 metri di profondità al largo delle coste del Senegal.

Piccard e suo figlio Jacques, nel frattempo, avevano messo mano a un altro progetto.

Il batiscafo Trieste: costruzione e caratteristiche tecniche

Nel 1952 i due ingegneri progettarono un nuovo batiscafo. Il corpo principale, lungo circa 18 metri e larga 3,5, conteneva i serbatoi di benzina e una zavorra composta da nove tonnellate di pellet di ferro. Al corpo principale era collegata una sfera di acciaio per alloggiare l’equipaggio: spessa 12,7 cm, in maniera da poter resistere alla pressione dell’acqua a grandi profondità, aveva un diametro di 2,16 metri e poteva ospitare due persone, che accedevano attraverso un piccolo corridoio. Un finestrino in plexigass a forma di tronco di cono consentiva di guardare all'esterno e alcune lampadine speciali, capaci di resistere a una pressione superiore a 1000 atmosfere, assicuravano l’illuminazione dell'ambiente circostante.

Caratteristiche tecniche

Il batiscafo fu interamente costruito in Italia: il corpo principale nei cantieri navali di Monfalcone, vicino a Trieste, la sfera alle Acciaierie di Terni e il finestrino presso le Officine Galileo di Firenze. Fu poi assemblato al Cantiere navale di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Il batiscafo fu denominato Trieste in omaggio alla città dove fu costruito il corpo principale.

La discesa del batiscafo Trieste nella Fossa delle Marianne

Il batiscafo Trieste entrò in servizio nel 1953. La prima immersione avvenne il 16 agosto nei pressi di Capri e il successivo 30 settembre il veicolo riuscì a scendere nella Fossa Tirrenica, al largo dell’isola di Ponza, a circa 3,150 metri di profondità. Il batiscafo operò nel Mediterraneo per quattro anni, effettuando numerose discese oltre i 3.700 metri.

Nel 1958 il Trieste fu acquistato dalla U.S. Navy, che sostituì la sfera di acciaio costruita a Terni con un’altra cabina, prodotta dall’azienda tedesca Krupp. La marina americana intendeva usare il batiscafo per un’impresa mai tentata fino ad allora: portare un equipaggio umano nell’Abisso Challenger della Fossa delle Marianne, il punto più profondo del pianeta, a 10.916 metri sotto il livello del mare.

L’impresa fu portata a termine con successo il 23 gennaio 1960. Il Trieste, con a bordo Jacques Piccard e l’ufficiale della marina statunitense Donald Walsh, impiegò quasi cinque ore per la discesa e, prima di risalire, sostò sul fondale per venti minuti.

L'impresa fu importante da un punto di vista scientifico perché aprì la possibilità di conoscere meglio gli abissi, per esempio scoprendo che anche ad altissime profondità ci sono forme di vita. Insomma, non fu soltanto un record.

Walsh e Piccard nel Trieste
Walsh e Piccard nel Trieste

Dove si trova ora il batiscafo Trieste

Dopo l’impresa delle Marianne, il Trieste fu impiegato per altre missioni nell’Oceano Pacifico, ma nel 1963 fu trasferito nell’Atlantico per partecipare alle ricerche del sommergibile nucleare USS Tresher, affondato il 10 aprile. In agosto il Trieste riuscì a individuare alcuni resti del sottomarino a oltre 2.500 metri di profondità.

La storia del batiscafo, però, stava per terminare. Nel 1964 fu ritirato dal servizio e sostituito con il Trieste II, che montava la sfera di acciaio originale costruita a Terni, ma era dotato di un nuovo corpo principale. Il Trieste I e la sfera costruita da Krupp furono esposti al Museo navale di Washington, dove si possono ammirare tuttora. Il Trieste II restò in servizio fino al 1980, quando fu sostituito da una nuova classe di batiscafi.

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