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22 Gennaio 2024
17:08

Il Giappone arriva sulla Luna, ma il lander non ha più energia: fallimento o successo?

Anche il Giappone è atterrato sulla Luna: è il 5° Paese nella storia a riuscire nell'impresa. L'allunaggio è avvenuto con successo, ma il lander SLIM non ha energia sufficiente per caricare le batterie ed è stato spento mentre si cerca di risolvere il problema.

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Il Giappone arriva sulla Luna, ma il lander non ha più energia: fallimento o successo?
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Credits: JAXA.

Il lander SLIM (Smart Lander for Investigating Moon) dell'agenzia spaziale giapponese JAXA è atterrato con successo sulla Luna rendendo il Giappone il 5° Paese nella storia a raggiungere la Luna, dopo USA (la prima volta nel 1966), Unione Sovietica (1966), Cina (2013) e India (nel 2023 con la missione Chandrayaan-3). Il lander è riuscito a inviare dati a terra ma non riesce a ricaricare le proprie batterie e quindi è stato temporaneamente spento.

SLIM è atterrato alle 16:20 italiane del 19 gennaio 2024 nel piccolo cratere Shioli (270 metri di diametro) nella faccia a noi visibile della Luna. Il lander giapponese era stato lanciato il 7 settembre 2023 e l'allunaggio è avvenuto dopo una manovra durata 20 minuti. L'obiettivo della missione era dimostrare che il Giappone è in grado di arrivare sulla Luna con una precisione mai raggiunta prima.

Come è andato l'allunaggio di SLIM e cosa è andato storto

L'atterraggio è stato infatti il più accurato mai effettuato sulla Luna, con una precisione di soli 100 metri ottenuta grazie a un sistema di navigazione in grado di riconoscere il terreno sotto il lander in fase di atterraggio in modo da aggiustare la traiettoria in tempo reale. Per questo motivo SLIM è stato già ribattezzato “cecchino lunare”. La riuscita dell'atterraggio è stata dunque un grande successo per l'agenzia spaziale giapponese.

Tuttavia qualcosa è andato storto durante l'allunaggio di SLIM: come comunicato dalla stessa JAXA un paio d'ore dopo l'allunaggio, SLIM non è in grado di produrre energia e dunque di ricaricare le sue batterie, forse perché l'orientazione del lander non è corretta e i pannelli solari non riescono a ricevere la luce del Sole. Il lander riesce comunque a trasmettere dati qui sulla Terra, ma al momento non sappiamo quanto potrà durare la missione. Il lander è stato spento per preservare le batterie mentre l'agenzia spaziale giapponese analizzerà i dati arrivati da SLIM per tentare di capire le cause del problema e quali possono essere le soluzioni, anche in base al cambio di inclinazione del Sole.

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Credits: JAXA.

La missione è stata un fallimento?

Arrivare sulla Luna può sembrare semplice per via dell'enorme successo delle missioni Apollo della NASA tra gli anni '60 e '70, ma in realtà è un'impresa complessa ancora oggi. Lo testimoniamo i recenti fallimenti di alcuni tentativi di atterraggio lunare, per esempio la russa Luna 25, che si è schiantata sulla Luna la scorsa estate, o ancora più di recente il lander Peregrine di Astrobotic che non è nemmeno riuscito a raggiungere la Luna. e infine proprio nei giorni scorsi il povero Peregrine, che si è disintegrato nell'atmosfera terrestre dopo una perdita di carburante che lo ha mutilato.

Sulla base di tutto questo, l'atterraggio di SLIM è stato un successo o un fallimento? In questi casi, l'esigenza di assegnare un esito binario (“successo” o “fallimento”) a un'impresa complessa tentata per la prima volta può essere talvolta riduttiva. Vale quindi la pena fare un discorso generale. Ogni missione spaziale ha un obiettivo minimo: se non si raggiunge quello, la missione è un fallimento completo. In questo senso, l'obiettivo minimo di SLIM era atterrare in modo morbido sulla Luna con estrema precisione e trasmettere dati a terra. Questo è accaduto, quindi la missione non può essere considerata un fallimento pieno.

Il successo è completo, invece, se una missione raggiunge tutti i suoi obiettivi. Spesso ci sono successi parziali e fallimenti parziali. Per giudicare la missione di SLIM bisognerà almeno aspettare come evolverà la situazione, che al momento risulta abbastanza imprevedibile.

Fonti
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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Ho una laurea in Astrofisica e un Master in Comunicazione della Scienza alla SISSA di Trieste. La prima mi è servita per imparare come funziona ciò che ci circonda, la seconda per saperlo raccontare. Che poi sono due cose delle tre che amo di più al mondo. Del resto, a cosa serve sapere qualcosa se non la condividi con qualcuno? La divulgazione per me è questo: guidare nel viaggio della curiosità e del mistero. Ah, la terza cosa è il pianoforte e la musica in ogni sua forma.
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