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9 Gennaio 2024
11:58

Problemi per il lander privato Peregrine: perché non arriverà sulla Luna

Il lander privato Peregrine avrebbe dovuto allunare a febbraio, ma non ci riuscirà: una perdita di propellente impedirà al lander di Astrobotic di raggiungere la Luna.

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Problemi per il lander privato Peregrine: perché non arriverà sulla Luna
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Rendering artistico del lander Peregrine. Credits: Astrobotic.

Il lancio del lander Peregrine, dell'azienda privata Astrobotic, a bordo del razzo Vulcan con la missione Cert-1 è avvenuto con successo l'8 gennaio 2024 da Cape Canaveral, con l'obiettivo di atterrare sulla Luna a fine febbraio. Purtroppo, però, nelle ore successive Peregrine ha avuto gravi problemi al sistema di propulsione, che con ogni probabilità impediranno al lander di effettuare l'allunaggio.

Si è trattato di un lancio storico, non solo perché Peregrine è il primo manufatto umano partito dagli USA e destinato a un allunaggio dall'ultima missione del programma Apollo nel 1972: la missione Cert-1 è infatti la prima del programma Commercial Lunar Payload Services, con cui la NASA affida a privati il trasporto di carichi sulla Luna (in effetti sia Peregrine che Vulcan, della ULA, sono privati). Questo significa che il probabile fallimento della missione farà sì che Peregrine non sarà il primo lander privato a raggiungere il suolo lunare.

Cos'è successo al lander Peregrine

Il lancio è avvenuto alle 8:18 italiane con successo: tutto quanto competeva al razzo Vulcan (che era al suo primo volo) si è compiuto in modo nominale. Il secondo stadio del razzo si è separato poco meno di un'ora dopo il lancio, permettendo al lander Peregrine di superare l'orbita terrestre e cominciare il suo viaggio verso la Luna.

Successivamente Astrobotic ha rilasciato una prima comunicazione in cui dichiarava un'anomalia nell'assetto del lander. In altre parole, Peregrine non riusciva a orientarsi in modo adeguato verso il Sole in modo da consentire ai pannelli solari di fornire energia al lander. Chiaramente questo è un problema, ma comprenderne la causa non è semplice: il corretto puntamento di una sonda dipende infatti da molti fattori, come i sensori di posizione o sistema di propulsione.

Con un secondo aggiornamento, Astrobotic ha poi reso noto che la probabile causa dell'anomalia risiedesse proprio nel sistema di propulsione del lander. Questo è molto grave, dal momento che il sistema è fondamentale anche per compiere tutte le manovre di inserimento in orbita lunare e di allunaggio.

Il team di Astrobotic ha tentato di risolvere il problema grazie a una manovra non prevista che effettivamente è riuscita a orientare correttamente Peregrine rispetto al Sole, scongiurando così il rischio di non poter ricaricare le proprie batterie. Purtroppo, però, questa soluzione non è bastata a risolvere il problema a monte. Nelle ore successive è diventato sempre più chiaro che il problema al sistema di propulsione era associato a una grave perdita di propellente. La conferma è arrivata nella serata di ieri, quando la prima immagine arrivata da Peregrine mostrava una parte del sistema di protezione multi-strato dalle radiazioni presente dove non avrebbe dovuto.

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La prima foto di Peregrine. In alto a sinistra si nota lo strato protettivo che ha confermato il problema al sistema di propulsione. Credits: Astrobotic.

Cosa succederà nelle prossime ore

Grazie alla manovra di emergenza, il lander Peregrine ha guadagnato abbastanza energia per consentire qualche decina di ore di operatività, che verranno sfruttate per avvicinarsi più possibile alla Luna e raccogliere la maggior quantità possibile di dati scientifici. Al momento, però, le comunicazioni ufficiali di Astrobotic fanno intendere che la perdita di propellente impedirà con ogni probabilità al lander di raggiungere la Luna. L'équipe dell'azienda americana sta facendo il possibile, ma il fallimento della missione viene ormai dato per scontato e si sta già lavorando per posizionare Peregrine in un'orbita sicura dove non possa creare rischi.

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Rendering del lander Peregrine. Credits: Astrobotic.

Perché è così difficile tornare sulla Luna?

Permettetemi una considerazione finale, anticipando già la classica domanda ricorrente in questi casi: «Ma se è così difficile andare sulla Luna oggi, come abbiamo fatto a portarci esseri umani più di 50 anni fa?». La risposta è complessa, ma una cosa deve essere chiara: non si può paragonare quello che fece la NASA con il programma Apollo con quanto sta avvenendo adesso. Il primo motivo, in questo caso specifico, è che Cert-1 è una missione completamente privata che ha visto il debutto assoluto sia del razzo sia del lander, pertanto non è confrontabile con l'attività di un'agenzia spaziale pubblica come la NASA.

Più in generale, riferendoci al ritorno umano sulla Luna con il programma Artemis, c'è da fare un ulteriore discorso economico e politico. Come abbiamo già avuto modo di spiegare qui su Geopop, il programma Apollo avvenne in un'epoca molto diversa da questa dal punto di vista degli equilibri geopolitici. All'epoca della corsa allo spazio, infatti, la NASA assorbiva una quantità enorme del PIL americano (il 4%, contro lo 0,5% circa attuale), spinta dalla Guerra Fredda contro l'Unione Sovietica. Oggi questa urgenza non c'è, e con essa nemmeno l'enorme budget che la NASA aveva negli anni '60. Se a questo uniamo che la tecnologia per il ritorno sulla Luna va rifatta praticamente da zero e che gli standard di sicurezza per gli astronauti sono molto più stringenti, capiamo i motivi per cui la NASA non si sta muovendo rapidamente come fece nell'epoca Apollo.

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Filippo Bonaventura
Content editor coordinator
Laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito un Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. È stato coordinatore della rivista di astronomia «Le Stelle», fondata da Margherita Hack. Insieme a Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione astronomica «Chi ha paura del buio?». Vive e lavora a Milano.
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