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11 Dicembre 2023
17:37

Il Protocollo di Kyoto compie 26 anni: qual è la sua “eredità” oggi

L'11 dicembre di 26 anni fa venne pubblicato il trattato della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, noto con il nome di Protocollo di Kyoto. Qual è la situazione oggi in Italia e nel mondo?

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Il Protocollo di Kyoto compie 26 anni: qual è la sua “eredità” oggi
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Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico pubblicato l'11 dicembre 1997 a Kyoto, in occasione della terza Conferenza delle parti, la COP3. La prima versione del Protocollo prevedeva l'obbligo per i Paesi firmatari di ridurre nel periodo 2008-2012 le emissioni di inquinanti a effetto serra di almeno il 5% rispetto alle emissioni registrate nel 1990. Dato l’aumento di emissioni globali di gas serra registrate nel 2010, due anni dopo a Doha si optò per estendere gli impegni dell’accordo fino al 2020. Ma cosa ne è oggi del Protocollo di Kyoto? Quali Paesi lo hanno  sottoscritto e, tra questi, l’Italia quali risultati ha raggiunto?

Com’è è nato il Protocollo di Kyoto e chi vi ha aderito

Durante la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo – meglio conosciuta come Summit della Terra – del 1992 a Rio de Janeiro venne adottata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), il cui obiettivo era quello di stabilizzare le concentrazioni di gas serra derivanti da attività antropiche entro limiti in grado di prevenire le gravi conseguenze di un clima sempre più caldo. Dalla sua entrata in vigore nel 1994, gli Stati firmatari si incontrano ogni anno in occasione delle cosiddette COP (Conference of the Parties) per accordarsi sui passi successivi da compiere in materia di clima e riduzione degli impatti. Nel 1997 a Kyoto, in occasione della COP3, venne approvato il Protocollo di Kyoto: il primo documento giuridicamente vincolante contenente obblighi di riduzione e limitazione delle emissioni di gas serra per i Paesi industriali ratificanti. Il periodo di validità venne stabilito inizialmente dal 2008 al 2012 ma venne successivamente esteso dal 2013 al 2020.

L’accordo venne aperto alla firma il 16 marzo 1998 ed entrò effettivamente in vigore il novantesimo giorno successivo alla data di ratifica di almeno 55 Parti, o Stati firmatari della Convenzione quadro, tra i paesi industrializzati le cui emissioni totali di anidride carbonica rappresentavano almeno il 55% delle emissioni globali nel 1990. Tale obiettivo venne raggiunto nel dicembre del 2004 ma il Protocollo divenne effettivo solo il 16 febbraio del 2005. Da allora, gli Stati aderenti sono 191, inclusa l’Italia, mentre gli Stati Uniti non hanno mai ratificato l’accordo e il Canada, tra i primi firmatari, ha abbandonato nel primo anno.

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In verde i Paesi che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto; in giallo i Paesi in attesa di ratifica; in rosso i Paesi che non hanno ratificato il Protocollo; in grigio i paesi che non hanno firmato il Protocollo. Credits: Users Alinor, E Pluribus Anthony on en.wikipedia, CC BY–SA 3.0, via Wikimedia Commons.

Successi e obiettivi mancati dell'accordo

Nel primo periodo di validità (2008-2012) ben 15 Paesi tra cui 14 Stati UE e la Svizzera, si impegnarono a una riduzione media dell’8%, ottenendo risultati anche migliori. Tuttavia, la tendenza globale andava in direzione opposta con Stati Uniti ed economie emergenti che aumentavano costantemente le loro emissioni, portando il trend globale a +29% nel 2010 rispetto al 1990. Fu così che allo scadere del primo periodo di impegno, nel 2012 a Doha, le Parti si impegnarono per un’estensione degli accordi al 2020. Il secondo periodo di impegno sarebbe entrato in vigore a 90 giorni dalla ratifica di almeno 144 Parti del Protocollo. La 144esima firma arrivò dalla Nigeria il 2 ottobre 2020, e l’estensione degli accordi entrò in vigore simbolicamente per poche ore alla fine dello stesso anno.

L’Italia per il protocollo di Kyoto

La ratifica del protocollo di Kyoto da parte dell'Italia è avvenuta con la legge 120/2002. Da quel momento, per finanziare le misure di contenimento e riduzione delle emissioni di gas serra, venne istituito un Fondo di 200 milioni di euro annui destinato a soggetti pubblici o privati per il triennio 2007-2009. Per l'effettiva operatività del fondo, però, si dovette attendere una circolare del Ministero dell'Ambiente recante le modalità di erogazione dei finanziamenti. La circolare arrivò solo nel febbraio del 2012.

Nel complesso l'Italia ha diminuito le emissioni di gas serra del 14,3% nel periodo 1990-2012, apparentemente un buon risultato. Tuttavia, considerando gli specifici obiettivi del Protocollo, la media di riduzione delle emissioni è stata del –4,6%, a fronte di un impegno –6,5%. Tale diminuzione venne ottenuta principalmente riducendo le emissioni di CO2, che dal 1990 al 2012 costituivano l’84% del totale delle emissioni di gas serra italiane.

Cosa è venuto dopo il Protocollo di Kyoto?

Il 12 dicembre 2015, in occasione della COP21 di Parigi, si raggiunse un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici: un piano d'azione per limitare il riscaldamento «ben al di sotto» dei +2 ºC, proseguendo gli sforzi per mantenerlo entro +1,5 °C. L’accordo di Parigi, aperto alla firma a New York per un anno dal 22 aprile 2016. I paesi firmatari, a oggi, sono 197 inclusi tutti gli stati UE e gli Stati Uniti, che si ritirarono nel 2020 ma vi rientrarono l’anno dopo.

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Credits: Agência Brasil, CC BY 3.0 BR, via Wikimedia Commons.

La COP28 di Dubai, in corso dal 30 novembre al 12 dicembre, è stato un momento di chiusura dei bilanci dei progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi stabiliti dall'accordo di Parigi. Le proiezioni degli scenari futuri sul mantenimento dell’aumento di temperatura mondiale entro +1,5° C sono però risultate fin da subito preoccupanti.

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