0 risultati
video suggerito
video suggerito
29 Febbraio 2024
12:08

L’Italia è il Paese più vulnerabile ai disastri naturali in Europa secondo un nuovo studio

A rivelarlo è un recente studio condotto da uno dei Centri di Ricerca della Commissione Europea. Italiani sono anche altri due primati: la regione più vulnerabile del continente è la Calabria e la provincia più vulnerabile è Reggio Calabria.

298 condivisioni
L’Italia è il Paese più vulnerabile ai disastri naturali in Europa secondo un nuovo studio
italia disastri naturali
Credits: DRMKC.

Triste primato per l'Italia, che sarebbe in cima al podio dei Paesi europei più soggetti a disastri naturali secondo un'analisi condotta dal Disaster Risk Management Knowledge Centre (DRMKC) del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea. Lo studio pone l'attenzione sulla vulnerabilità ai disastri naturali in Europa: tra gli obiettivi quello di indagare, attraverso la definizione di un indice di vulnerabilità basato prevalentemente su dati di Eurostat, che tiene conto di fattori sociali, politici, economici e ambientali in un periodo che parte dal 2005 e arriva – tramite previsioni – al 2035.

La classifica dei Paesi in Europa più vulnerabili

Da questo studio emerge come in Europa l’Italia sia il Paese più vulnerabile alle catastrofi naturali – come testimoniato dall'elevata frequenza di disastri ambientali, come le alluvioni in Emilia-Romagna del 2023 – con un indice di vulnerabilità pari a 5,9. Ecco la classifica completa per il 2023:

  1. Italia: 5,9
  2. Grecia: 5,8
  3. Bulgaria: 5,7
  4. Romania: 5,6
  5. Spagna e Ungheria: 5,0
  6. Francia e Polonia: 4,9
  7. Slovacchia, Slovenia, Croazia e Malta: 4,7
  8. Polonia, Portogallo e Lettonia: 4,6
  9. Belgio, Croazia, Lituania e Regno Unito: 4,5
  10. Cipro: 4,4
  11. Irlanda: 4,3
  12. Estonia e Austria: 4,2
  13. Danimarca e Germania: 3,9
  14. Olanda, Norvegia e Islanda: 3,8
  15. Lussemburgo: 3,7
  16. Serbia e Svizzera: 3,5
  17. Finlandia: 3,4
Immagine
Evoluzione nel tempo dell’indice di vulnerabilità per i Paesi europei. Credits: DRMKC.

I Paesi europei sono distribuiti in 4 gruppi:

  • ad alta vulnerabilità, stabile nel tempo: Italia, Bulgaria, Romania e Grecia;
  • a media vulnerabilità, ma in aumento: Austria, Francia, Cechia, Belgio, Slovenia, Slovacchia, Estonia, Cipro, Irlanda e Regno Unito;
  • a bassa vulnerabilità, ma in aumento: Paesi scandinavi, Germania, Austria, Svizzera, Paesi Bassi e Islanda;
  • a media vulnerabilità e in calo, ma con traiettorie variegate nell’arco del trentennio considerato.

Quali sono le zone italiane più vulnerabili

Nel 2022 la regione europea più vulnerabile in assoluto era la Calabria, per la quale l'indice è pari al livello 10, il massimo, seguita da Campania e Sicilia. Il Friuli-Venezia Giulia è la regione italiana meno vulnerabile, seguita a ruota da Liguria e dalla provincia autonoma di Trento. Nella classifica delle province, il poco invidiabile primato è di Reggio Calabria.

Dai dati su base provinciale emerge un aspetto rilevante. Le aree più vulnerabili pagano soprattutto la fragilità economica e ambientale (in Calabria 4 province su 5 segnano il massimo di vulnerabilità ambientale), mentre l’indicatore di vulnerabilità sociale vede livelli molto bassi in tante province del Sud, della Sicilia e della Sardegna.

Il record negativo spetta a Prato, ma appena sotto ci sono Milano e Monza-Brianza, poi Trieste, Roma e Genova.

Ma cosa significa essere “vulnerabile” alle calamità naturali?

Fondamentale è comprendere il concetto di vulnerabilità applicato nel contesto ambientale e rispetto al quale si colloca una città o un Paese intero. Nel caso specifico del DRM, ovvero il Disaster Risk Management, la vulnerabilità è una delle tre componenti di rischio considerate, insieme ai pericoli e all’esposizione agli stessi pericoli. La stima del rischio consiste essenzialmente nel valutare i possibili impatti di determinati pericoli naturali (terremoti, erosione del suolo, alluvioni, siccità, etc.) sui beni esposti a tali pericoli e ponderarne la vulnerabilità.

Non tutti i beni, i sistemi o le comunità con lo stesso livello di esposizione ad un pericolo specifico, infatti, “corrono” lo stesso rischio: in tal senso la vulnerabilità risulta fondamentale per determinare il livello di rischio. Aree geografiche molto esposte ad un certo tipo di rischio possono avere una vulnerabilità molto bassa, quindi essere considerate a basso rischio: per esempio, in una zona sismica un edificio tradizionale è certamente più vulnerabile rispetto ad uno costruito con criteri antisismici.

Per queste ragioni, dunque, la vulnerabilità è la componente fondamentale di cui tener conto nella definizione delle politiche e delle azioni per la riduzione del rischio di catastrofi. Ridurre la vulnerabilità e l’esposizione dei territori e delle comunità è la via più efficace per ridurre il rischio, dal momento che non è sempre possibile ridurre la gravità e la frequenza dei pericoli naturali. Ancora di più, se si considerano gli impatti dei cambiamenti climatici.

Sfondo autopromo
Cosa stai cercando?
api url views