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10 Marzo 2024
17:00

Riscoperto a Verona un antico astrolabio medievale con scritte arabe, ebraiche e cristiane

Una giovane ricercatrice italiana dell’Università di Cambridge ha riscoperto in una collezione veronese un antico astrolabio medievale (uno strumento astronomico per individuare la posizione degli astri) che su di sé porta le tracce linguistiche del proprio passaggio nelle mani di popoli e culture diverse: ebrei, arabi e cristiani.

A cura di Andrea Basso
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Riscoperto a Verona un antico astrolabio medievale con scritte arabe, ebraiche e cristiane
astrolabio verona scoperta
Credits: Nuncius 39, 1 (2024); 10.1163/18253911–bja10095

Può un singolo oggetto raccontarci la storia di un mondo scomparso? Sì, è il caso dell’astrolabio medievale “riscoperto” a Verona dalla dott.ssa Federica Gigante, storica dell’Università di Cambridge. L'astrolabio è uno strumento astronomico grazie a cui si possono calcolare e individuare le posizioni degli astri, in base al giorno dell'anno, all'ora e alla latitudine in cui ci si trova.

Per puro caso, la giovane ricercatrice, specializzata nello studio dei contatti fra il mondo islamico e l’Europa nella prima età moderna, ha trovato sul sito della Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo di Verona una foto di un astrolabio appartenente alla collezione. Volendo approfondire lo studio dell’oggetto, la storica si è recata a Verona per poterlo vedere personalmente. L’esito della ricerca, pubblicato sulla rivista Nuncius, è stato sorprendente.

Cos'è un astrolabio

Un astrolabio è uno strumento composto da più parti mobili che, tramite una riproduzione più o meno fedele della sfera celeste e la rotazione delle sue componenti, permetteva di calcolare l’altezza e la posizione degli astri. Nel corso del Medioevo e della prima età moderna fu un oggetto essenziale per gli scienziati, la navigazione e l’astrologia, che all’epoca era considerata una vera e propria branca dell’astronomia.

L'astrolabio di Verona

L'astrolabio studiato a Verona dalla dott.ssa Gigante, realizzato in lega di rame, ha la particolarità di avere incise scritte in arabo e in ebraico e numeri occidentali. Sulla base dei confronti con altri astrolabi medievali noti, è probabile che l’esemplare veronese sia stato realizzato dalla comunità ebraica sefardita arabizzata nella Spagna dell’XI secolo. Non tutte le parti dello strumento sono state realizzate nello stesso momento, ma lo studio delle scritte arabe ed ebraiche presenti ha permesso di ricostruire in linea di massimo che tipo di spostamenti ha avuto l’astrolabio.

A suggerirci l’origine giudaico-arabo-spagnola del manufatto sono più dettagli. Fra le incisioni in arabo figurano gli orari della preghiera islamica, due nomi arabi probabilmente tradotti dall’ebraico, Isḥāq e Yūnus, ovvero Isacco e Giona, ma anche le latitudine di due città spagnole: Toledo e Cordoba. Come probabile testimonianza di un primo passaggio di mano dell’oggetto, si possono osservare delle incisioni successive, sempre in arabo, di latitudini compatibili col Nordafrica.

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Rito ebraico sefardita nella Spagna medievale.

In un momento non precisato, l’astrolabio passò di mano ancora una volta, questa volta in direzione dell’Italia. A farcelo intuire è la presenza delle incisioni in ebraico, realizzate successivamente e che si sono rivelate essere traduzioni o correzioni di quelle in arabo.

Considerando che le comunità ebraiche sefardite spagnole usavano l’arabo come lingua principale, è probabile che l’astrolabio si sia mosso in un contesto sempre di cultura ebraica, ma dove l’arabo non era compreso, probabilmente le comunità giudaiche dell’Italia medievale.

Le incisioni ebraiche, a loro volta, sono state aggiunte da due mani diverse, una più decisa, l’altra più incerta. Sappiamo che a Verona nel XII secolo viveva una delle più importanti comunità giudaiche dell’Italia dell’epoca, e sappiamo anche che a quei tempi, presso gli studiosi e gli eruditi ebraici della città circolavano strumenti come gli astrolabi.

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Un cristiano e un musulmano giocano a scacchi nella Spagna medievale.

Dopo qualche tempo, l’astrolabio cambiò proprietario ancora una volta, perché oltre che alle scritte arabe ed ebraiche vennero aggiunte delle correzioni (rivelatesi in alcuni casi errate!) incise con i nostri numeri occidentali.

Alla fine del ‘600, più di mezzo millennio dopo la sua realizzazione, l’astrolabio faceva parte della collezione di oggetti antichi del conte veronese Ludovico Moscardo. Nel corso degli ultimi secoli questa è confluita nell’attuale raccolta di oggetti della Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo.

L'astrolabio veronese, con la sua complessa e affascinante storia, è la prova di come saperi, conoscenze e scambi avvenissero in continuazione fra intellettuali musulmani, ebrei e cristiani nell’Europa medievale. Ciascuno di loro ha lasciato traccia di sé incidendo qualcosa sull’astrolabio di Verona, permettendoci di fare luce su un mondo di dialogo e di ricerca di quasi un millennio fa.

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